Esposizione dei Salmi |
Carissimi, del salmo 118 consideriamo i seguenti versetti, scrutando con l'aiuto del Signore le sacre Lettere da lui inviateci.
In base a che raddrizzerà il giovanetto la propria via? Osservando le tue parole.
Si pone un interrogativo e se ne dà la risposta.
In base a che raddrizzerà il giovanetto la propria via? È la domanda.
Segue poi la risposta: Osservando le tue parole.
Ove per " osservanza delle parole di Dio " è da intendersi la pratica dei comandamenti.
Sarebbe infatti inutile avere nella mente le parole di Dio se non le si attuassero nella vita.
Questo per alcuni che, mentre tengono a mente le parole di Dio e s'industriano di non dimenticarle, non s'industriano poi di correggersi vivendo in conformità con esse.
Ebbene il salmista non dice: " In base a che il giovanetto eserciterà la sua memoria? "; ma: In base a che il giovanetto raddrizzerà la propria via?
Alla quale domanda risponde: Osservando le tue parole.
Ora una via non potrà mai dirsi diritta finché la vita sarà disordinata.
Ma che c'entra qui il giovanetto? Avrebbe potuto dire benissimo: " In base a che l'uomo raddrizzerà la sua via? " ovvero: " In base a che una persona raddrizzerà la propria via? " usando cioè una locuzione frequente nella Scrittura per la quale, nominandosi la parte per il tutto, si indica l'intera umanità menzionando solamente colui che per il sesso ne è la parte più ragguardevole.
Non si deve infatti pensare che dalla beatitudine sia esclusa la donna che evita di scendere in mezzo all'assemblea degli empi; eppure si dice: Beato l'uomo! ( Sal 1,1 )
Nel nostro salmo però non si parla né di uomo né di maschio ma di giovanetto.
Dovrà quindi disperarsi della sorte dei vecchi?
O ci sarà, forse, qualcos'altro, diverso dal custodire le parole di Dio, e in base a questo qualcosa raddrizzerà il vecchio la sua via?
O sarà, forse, un richiamo concernente l'età nella quale soprattutto occorre raddrizzare la propria via secondo quel che altrove insegna la Scrittura: Figlio, comincia dalla tua giovinezza ad accogliere la dottrina e fino alla canizie scoprirai la sapienza? ( Sir 6,18 )
C'è ancora un'altra spiegazione.
Ci si potrebbe cioè riferire a quel figlio minore di cui parla il Vangelo: a quel figlio che, abbandonando il padre, fuggì in una lontana regione e sperperò i suoi averi vivendo dissolutamente con delle prostitute; costui, dopo aver pascolato i porci e sofferto fame e stenti, tornò in sé e disse: Mi alzerò e tornerò da mio padre. ( Lc 15,18 )
In base a che questo giovane raddrizzò la sua via se non osservando la parole di Dio, di cui fu desideroso tanto quanto era affamato del pane paterno?
Né sembra che avesse raddrizzato altrettanto la propria via quell'altro fratello, il più anziano, che diceva: Ecco, ti servo da tanti anni e non ho trasgredito nemmeno una volta i tuoi ordini. ( Lc 15,29 )
Sì, veramente il figlio minore raddrizzò la sua via quando riconobbe d'averla sbagliata e resa tortuosa, quando cioè dinanzi al padre disse: Ormai non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. ( Lc 15,21 )
Mi viene in mente anche una terza interpretazione che a me, per quanto posso capire con le mie risorse limitate, sembra preferibile alle due precedenti.
Nell'uomo avanzato negli anni io vedrei l'uomo vecchio, ( 1 Cor 15,49 ) mentre nel giovanetto l'uomo nuovo.
Col primo identificherei quanti portano l'effige dell'uomo terreno, con l'altro coloro che portano l'immagine dell'uomo celeste.
E questo perché non è prima lo spirituale ma l'animale; lo spirituale è posteriore. ( 1 Cor 15,46 )
Per quanto dunque l'uomo sarà decrepito a causa degli anni e della vecchiaia per quel che concerne il suo corpo, egli sarà giovane dinanzi a Dio se si converte e riceve il rinnovamento, opera della grazia.
In tal modo egli raddrizza le sue vie osservando le parole del Signore, vale a dire la parola della fede che noi predichiamo. ( Rm 10,8 )
La quale fede poi si traduce in opere mediante la carità. ( Gal 5,6 )
Ecco chi è il popolo giovane: il figlio della grazia l'uomo nuovo che canta il nuovo cantico, l'erede del Nuovo Testamento.
Ecco il giovanetto. Non Caino ma Abele, non Ismaele ma Isacco, non Esaù ma Israele, non Manasse ma Efraim, non Eli ma Samuele, non Saul ma David.
E ora state attenti alle parole che aggiunge.
Dice: Con tutto il mio cuore ti ho cercato; non allontanarmi dai tuoi comandamenti.
Egli prega per essere aiutato ad osservare le parole di Dio, poiché, a quanto aveva detto, è in tal maniera che il giovane raddrizza la sua via.
In realtà proprio a questo equivalgono le parole: Non allontanarmi dai tuoi comandamenti.
Che significa infatti essere scacciati da Dio se non venire privati del suo aiuto?
La fragilità umana infatti non potrà adeguarsi ai comandamenti di Dio, che sono giusti ma difficili, se non le venga incontro l'aiuto del suo amore preveniente.
E dell'uomo privato dell'aiuto divino si dice [ nel salmo ] che Dio giustamente lo allontana, quasi riprendendo l'immagine della spada fiammeggiante che, a chi se ne è reso indegno, impedisce di stendere la mano all'albero della vita. ( Gen 3,24 )
Ma chi ne sarà degno, dopo che per la colpa di quel solo uomo è entrato nel mondo il peccato e, tramite il peccato, anche la morte, la quale è così dilagata in tutti gli uomini per colpa di colui nel quale tutti hanno peccato? ( Rm 5,12 )
Ma la misericordia di Dio, senza nostri meriti, sana la nostra miseria e condona il nostro debito; e a questo si riferisce colui che nel salmo pronunzia le parole: Io ti ho ricercato con tutto il cuore.
Come avrebbe potuto far ciò se, quando era rivolto in tutt'altra direzione, non l'avesse richiamato colui al quale è detto: O Dio, tu ci convertirai e ci darai la vita? ( Sal 85,7 )
Come l'avrebbe potuto, se quand'era smarrito non l'avesse ricercato? e quand'era fuori strada non l'avesse richiamato, colui che dice: Io cercherò chi s'è smarrito e richiamerò chi ha perso la strada? ( Ez 34,16 )
Ecco come l'uomo riesce a raddrizzare la propria via osservando le parole del Signore.
Ci riesce perché Dio lo sorregge e opera in lui.
L'uomo da solo non ne sarebbe capace, conforme attesta il profeta Geremia quando dice: O Signore, so che non è in potere dell'uomo [ scegliere ] la sua via, né è l'uomo a muoversi e a rettificare la propria via. ( Ger 10,23 )
È quel che poc'anzi desiderava ottenere dal Signore anche il salmista quando esclamava: Oh, siano dirette le mie vie! ( Sal 119,5 )
Né altrimenti suonano le parole che qui aggiunge: Ho nascosto nel mio cuore le tue parole per non peccare contro di te.
Invoca subito l'aiuto divino, affinché le parole di Dio non abbiano a restare nascoste e infruttuose in fondo al suo cuore: cosa che sarebbe successa se non fossero seguite le opere della giustizia.
Detto questo, soggiunge: Tu sei benedetto, o Signore! Insegnami le vie della tua giustizia.
Dice: Insegnamele, come l'hanno comprese coloro che le mettono in pratica, non coloro che le tengono a mente solo per aver qualcosa di cui parlare.
Veramente, già prima aveva detto: Ho nascosto nel mio cuore le tue parole per non peccare contro di te.
Che senso ha quindi ricercare e voler apprendere delle cose, quando queste stesse cose sono già custodite nel segreto del cuore?
Se non le avesse imparate, non potrebbe far nulla del genere.
Aggiungendo quindi: Insegnami le vie della tua giustizia, che altro vuol dire se non che vuole impararle nell'attuazione pratica, e non soltanto ritenerle a parole o col ricordo della memoria?
Egli si conforma con quell'altro salmo, ove si dice: Chi ha dato la legge darà la benedizione; ( Sal 84,8 ) e per questo esclama: Tu sei benedetto, o Signore!
Insegnami le vie della tua giustizia.
Quando io nascondevo nel mio cuore le tue parole per non peccare contro di te, dimostravo che tu mi avevi dato la legge.
Dammi anche la benedizione della grazia, affinché impari nella pratica ciò che mi avevi comandato con la legge.
Basta per ora! in modo che le vostre menti si nutrano senza esserne appesantite.
Le parole che vengono appresso esigono un altro discorso.
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