Esposizione dei Salmi |
Il presente discorso ha come tema iniziale il versetto del salmo che stiamo trattando ove si dice: Con le mie labbra ho proclamato tutti i giudizi della tua bocca.
Che significa questo, o carissimi? Che significa?
Chi sarà in grado di proclamare tutti i giudizi di Dio, quando non si è in grado nemmeno di penetrarli?
Dovremmo forse mettere in dubbio l'esclamazione dell'Apostolo: O profondità delle ricchezze della sapienza e scienza di Dio!
Come imperscrutabili sono i suoi giudizi e inesplorabili le sue vie? ( Rm 11,33 )
E lo stesso nostro Signore affermava: Ho da dirvi ancora molte cose, ma per il momento non siete capaci di riceverle. ( Gv 16,12 )
È vero che subito dopo assicurò ad essi, mediante l'opera dello Spirito Santo, la pienezza della verità; però, nonostante questo, l'apostolo Paolo è perentorio nel dire che la nostra conoscenza è parziale. ( 1 Cor 13,9.12 )
Sicché dobbiamo concludere che, sebbene mediante lo Spirito Santo, di cui abbiamo ricevuto il pegno, noi siamo introdotti nella conoscenza di tutta la verità, questa pienezza si realizzerà quando saremo passati all'altra vita: quando cioè, terminata la conoscenza speculare ed enigmatica della vita presente, vedremo Dio faccia a faccia.
Come fa allora il salmista ad asserire: Con le mie labbra ho proclamato tutti i giudizi della tua bocca?
Tanto più che a dire così è colui che poco prima, anzi nel versetto immediatamente precedente, invocava: Insegnami le vie della tua giustizia. ( Sal 119,12 )
Come potrà mai proclamare tutti i decreti della bocca di Dio uno che sente ancora il desiderio di imparare le vie della sua giustizia?
Conosceva forse al completo i decreti divini, mentre riguardo alle vie di, sua giustizia sentiva ancora il desiderio di impararle meglio?
Ma questo è ancora più sorprendente: conoscere ciò che in Dio è insondabile e ignorare ciò che egli ha ordinato agli uomini di fare!
Infatti per " vie di giustizia " s'intendono non le parole indicanti giustizia ma le azioni giuste, cioè le opere compiute dai giusti in conformità con i comandamenti di Dio.
Le quali opere, se vengono dette " di Dio ", pur essendo compiute da noi, è perché, se egli non ci desse la capacità di farle, noi non le compiremmo.
Quanto invece ai giudizi di Dio, di per sé sono le norme secondo le quali egli giudica il mondo adesso e alla fine dei tempi; tuttavia, siccome nell'ambito del termine "parola di Dio" sono contenute tutt'e due le cose ( cioè le ingiunzioni e i decreti ), rimane aperta la questione come mai egli possa desiderare di conoscere le vie della giustificazione divina mentre afferma di possedere nell'intimo del proprio cuore le parole del Signore.
Così infatti diceva: Ho nascosto nel mio cuore le tue parole per non peccare contro di te; ( Sal 119,11 ) e continuava: Sei benedetto, o Signore!
Insegnami le vie della tua giustizia. ( Sal 119,12 )
E immediatamente dopo: Con le mie labbra ho proclamato tutti i giudizi della tua bocca.
In realtà, le due affermazioni non sono fra loro contrastanti ma piuttosto affini e omogenee.
Chi infatti si cela in cuore le parole del Signore, ovviamente con le labbra ne proclama i giudizi come è scritto: Con il cuore si crede, conseguendone la giustizia; con la bocca si professa la fede e si ottiene la salvezza. ( Rm 10,10 )
Tuttavia tra queste due espressioni c'è in mezzo l'altra che suona: Sei benedetto, o Signore! Insegnami le vie della tua giustizia. ( Sal 119,12 )
Ora non si vede come ad un uomo che ha in cuore le parole del Signore e che con le labbra proclama tutti i suoi giudizi possa adattarsi il desiderio di voler conoscere le vie della giustizia divina.
Occorrerà forse intendere la frase nel senso che egli in tanto le vuole imparare in quanto vuole praticarle, e non soltanto tenerle a mente e parlarne: mostrandoci in tal modo che anche noi dobbiamo chiedere a Dio la stessa cosa, sapendo che senza di lui non possiamo far nulla.
Sono problemi che abbiamo trattati in uno dei precedenti discorsi, mentre adesso ci siamo assunti il compito di spiegare, con l'aiuto di Dio, in che senso abbia potuto affermare che egli proclama con le proprie labbra tutti i giudizi della bocca di Dio, mentre la Scrittura li definisce inscrutabili e così profondi che in un altro passo delle Scritture è detto: I tuoi giudizi sono un abisso sconfinato. ( Sal 36,7 )
Vogliate por mente al significato che diamo a questo versetto.
Forse che la Chiesa non conosce i giudizi di Dio?
Li conosce certamente: e ciò per il fatto che conosce quali saranno le persone alle quali il Giudice dei vivi e dei morti dirà: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il Regno, ( Mt 25,34 ) e quali quelle cui verrà detto: Andate al fuoco eterno. ( Mt 25,34 )
La Chiesa cioè sa che dal regno di Dio saranno esclusi i fornicatori, gli idolatri e tutti gli altri che in quel capitolo elenca l'apostolo Paolo. ( 1 Cor 6,9ss )
Sa che ira e vendetta, afflizione e angoscia si riverseranno sull'anima di chiunque abbia compiuto il male, prima sui Giudei e poi sui Greci; mentre per chi ha operato il bene, prima per i Giudei e poi per i Greci, ci saranno gloria, onore e pace. ( Rm 2,8-10 )
Questi giudizi di Dio, come pure molti altri simili a questi contenuti esplicitamente nella rivelazione, sono certo noti alla Chiesa; tuttavia questo non è tutto.
Ci sono diversi giudizi divini che rimangono imperscrutabili e, come abisso sconfinato, sono profondi e celati [ a menti umane ].
Ma non sarà il caso di pensare che anche questi giudizi sono conosciuti dalle membra più insigni di quell'uomo che, insieme col suo Capo e Salvatore, costituisce il Cristo totale?
Essi sarebbero quindi detti imperscrutabili probabilmente perché l'uomo non è in grado di penetrarli con le sole sue forze.
Ma perché dirli imperscrutabili dall'uomo cui il Signore si degna di conferire lo Spirito Santo e i suoi doni?
Analogamente in un passo scritturale si dice: Dia abita in una luce inaccessibile; ( 1 Tm 6,16 ) eppure altrove ci si rivolge l'invito: Avvicinatevi a lui e sarete illuminati. ( Sal 34,5 )
È una antinomia che si risolve avvertendo che Dio è inaccessibile alle nostre sole forze, mentre lo si può raggiungere mediante i suoi doni.
Peraltro, a nessuno dei santi [ individualmente presi ], finché il corpo mortale appesantisce l'anima, ( Sap 9,15 ) è dato conoscere al completo i giudizi di Dio, che effettivamente superano di molto le capacità dell'uomo.
Di fatti, tanto per fare un esempio da cui si può arguire la infinita portata dei disegni divini, non c'è persona deficiente nell'anima o minorata nel corpo che non sia tale per un giudizio di Dio.
Tuttavia la Chiesa, cioè il popolo che Dio s'è conquistato, può dire ( e dirlo con verità ): Nelle mie labbra ho proclamato tutti i giudizi della tua bocca.
Vuol dire: Non ho taciuto alcuno dei tuoi giudizi che tu hai voluto mi fossero manifestati mediante la tua rivelazione; anzi io li ho predicati tutti, proprio tutti, con la mia bocca.
Questo infatti mi sembra che abbia voluto indicare il salmista quando non ha detto: Tutti i tuoi giudizi; ma: tutti i giudizi della tua bocca, cioè quei giudizi che tu mi hai rivelato.
Per " bocca di lui " insomma dobbiamo intendere la sua parola, cioè la rivelazione divina comunicata a noi ad opera dei molti santi dei due Testamenti, che la Chiesa non cessa di proclamare con le sue labbra al completo e in ogni luogo.
Andando avanti soggiunge: Nella via delle tue testimonianze io mi sono rallegrato, quasi possedessi tutti i tesori.
Per " via delle testimonianze di Dio " non intendiamo se non il Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza divina. ( Col 2,3 )
È l'interpretazione più ovvia, più assodata, più semplice e più esauriente.
Infatti non per nulla anche il Salmista si dice rallegrato - o deliziato - in tale via quasi possedesse tutti i tesori.
In realtà sono testimonianze di Dio tutte le prove mediante le quali egli si degna dimostrarci quanto ci ami.
Ora, l'amore di Dio per noi è documentato dal fatto che, mentre noi si era peccatori, Cristo è morto per noi. ( Rm 5,8 )
Parlando di se stesso il Signore diceva: Io sono la via; ( Gv 14,6 ) e praticamente l'umiltà che accompagna la sua nascita nella carne e la sua passione attestano con estrema evidenza la grandezza dell'amore che Dio ha per noi.
Sicché la via delle testimonianze di Dio è senza alcun dubbio il Cristo.
In virtù delle testimonianze divine che vediamo già adempiute in lui, attendiamo con fiducia che si adempiano anche quelle che riguardano il nostro avvenire, cioè le promesse eterne.
Se infatti Dio non risparmiò il suo Figlio diletto ma lo immolò per il bene di noi tutti, come non ci avrà donato insieme con lui tutte le altre cose? ( Rm 8,32 )
Prosegue: Nei tuoi comandamenti profonderò parole e considererò le tue vie.
Il testo greco reca άδολεσχήσω termine che i traduttori latini hanno reso alcuni con " profonderò parole ", altri con " mi eserciterò ".
Sono due termini, a quanto pare, assai lontani l'uno dall'altro; ma se per " esercitarsi " si intende una esercitazione d'ingegno in cui dalla disputa non sia escluso un certo godimento, allora i due termini vengono a coincidere, in quanto i due comportamenti si contemperano l'un l'altro in modo che dall'esercizio non viene esclusa una certa loquacità.
Ai loquaci infatti si dà anche il nome di parolai.
Ora la Chiesa, quando nella persona dei suoi dottori polemizza con abbondanza d'argomenti contro i nemici della fede cristiana e cattolica, si esercita nei comandamenti del Signore al segno di divenire loquace; ma perché tali dispute siano fruttuose a chi le intraprende, non si deve aver di mira altro fuorché le vie del Signore, le quali, come sta scritto, sono misericordia e verità: ( Sal 25,10 ) quella misericordia e verità la cui pienezza si trova in Cristo.
Mediante questo gustoso esercizio si realizza ancora quanto si dice nel verso che segue: Io mediterò nelle vie della tua giustizia né dimenticherò le tue parole.
Le mediterò al fine di non dimenticarle.
Come si dice nel primo salmo, che è beato colui che giorno e notte medita sulla legge del Signore. ( Sal 1,2 )
Da tutto quello che, secondo le nostre possibilità, abbiamo esposto, o carissimi, rimanga impressa nella nostra mente la figura di un uomo che nasconde nel proprio cuore le parole del Signore, che con le sue labbra proclama tutte le disposizioni della sua bocca, che camminando sulla via delle testimonianze divine si allieta come chi possiede tutti i tesori.
Profondendosi in parole - o esercitandosi - nei precetti di Dio, egli ne considera le vie e medita sul come egli ci giustifica, non volendo dimenticare le sue parole.
Da tutto l'insieme si presenta come un uomo addentro nella legge e nella scienza di Dio; eppure egli prega e dice: Sei benedetto, o Signore!
Insegnami le vie della tua giustizia.
Si ricava da ciò che egli non intende chiedere altro se non il soccorso della grazia mediante la quale sappia esprimere con le opere le verità conosciute a parole.
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