Lettere |
Scritta forse poco prima del 408.
Agostino consola Italica rimasta vedova ( n. 1-2 ) ricordandole la visione beatifica di Dio, che si potrà vedere nella sua essenza solo se puri di cuore ( n. 3-6 ).
Agostino saluta nel Signore l'esimia e distintissima signora Italica, degna di essere onorata nell'amore di Cristo
Non solo dalla tua lettera, ma pure da quanto mi ha riferito a voce il latore, ho appreso il tuo ardente desiderio di riceverne una anche da me nella convinzione che ti arrechi uno straordinario conforto.
Vedrai tu qual beneficio ne potrai avere; quanto a me, era mio dovere non risponderti con un rifiuto né fartela aspettare.
Il vero conforto però ti venga dalla tua fede e speranza e dalla stessa carità che è diffusa nei cuori delle persone timorate di Dio dallo Spirito Santo, ( Rm 5,5 ) del quale abbiamo già ricevuto come una caparra, ( 2 Cor 1,22; 2 Cor 5,5 ) affinché ne desideriamo la pienezza.
Tu infatti non devi ritenerti desolata, dal momento che hai Cristo abitante per mezzo della fede nell'intimo del tuo cuore, ( Ef 3,16s ) né devi affliggerti come i pagani, che non hanno speranza. ( 1 Ts 4,12 )
Noi invece, quando i nostri cari si dipartono da questa vita, dalla quale siamo destinati a partire noi pure, non li abbiamo perduti, ma mandati innanzi; nutriamo a questo proposito la speranza, avvalorata dalla promessa assolutamente verace di Dio, ch'essi giungeranno alla vita eterna: allora quanto più li conosceremo, tanto più ci saranno cari e li potremo amare senza alcun timore di dovercene separare.
Quaggiù invece il tuo consorte, per la cui morte sei rimasta vedova, ti era bensì familiarissimo e notissimo, ma più che a te lo era a se medesimo.
E come mai era ciò possibile dal momento che tu vedevi l'aspetto fisico del suo volto, mentre egli non poteva vederlo?
La ragione è che la conoscenza più vera di noi stessi risiede nel nostro intimo, dove nessuno conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito intimo all'uomo stesso. ( 1 Cor 2,11 )
Ma quando verrà il Signore, illuminerà i segreti delle tenebre e svelerà i pensieri del cuore; ( 1 Cor 4,5 ) allora niente resterà per noi nascosto nel nostro prossimo, nessuno avrà nulla da svelare ai suoi cari, nulla da nascondere agli estranei, poiché nessuno sarà estraneo agli altri.
Di quale splendore, di quale potenza sarà la luce che illuminerà i segreti che ora rimangono nascosti nei cuori!
Chi mai potrà spiegarlo a parole, chi mai arriverà a comprenderlo con la sua debole intelligenza?
Quella luce è certo Dio stesso, perché Dio è luce ed in lui non vi sono tenebre di sorta. ( 1 Gv 1,5 )
Egli però è la luce delle menti purificate e non di questi occhi di carne!
Allora la nostra mente sarà dunque capace di veder quella luce che adesso non può ancora vedere.
Ma quella luce l'occhio del corpo non può vederla adesso e non potrà vederla mai.
Poiché tutto quel che può vedersi con gli occhi del corpo deve necessariamente stare in un determinato spazio e non può stare tutto dappertutto, ma con la parte minore deve occupare uno spazio minore, e con la parte maggiore uno spazio maggiore.
Non così è Dio invisibile ed incorruttibile, il quale è il solo a possedere l'immortalità e risiede in una luce inaccessibile, che nessuno degli uomini vide né mai può vedere. ( 1 Tm 6,16 )
Dio infatti non può essere veduto con l'organo corporeo con cui si vedono i corpi.
D'altronde, se fosse inaccessibile alle menti dei buoni, la sacra Scrittura non direbbe: Avvicinatevi a Lui e sarete illuminati. ( Sal 34,6 )
Se poi Dio fosse invisibile alle menti dei buoni, la Scrittura non direbbe neppure: Lo vedremo com'è in se stesso. ( 1 Gv 3,2 )
Orbene, considera detta frase nel contesto dell'espressione che si trova nella stessa lettera di Giovanni: Carissimi - egli dice - fin d'ora noi siamo figli di Dio, ma non è ancora manifesto quel che saremo.
Sappiamo che quando ci sarà manifesto, saremo simili a Lui, perché lo vedremo com'è in se stesso. ( 1 Gv 3,2 )
Vedremo quindi Dio nella misura in cui saremo simili a Lui, allo stesso modo che anche adesso lo vediamo tanto meno quanto più siamo dissimili da Lui.
Ma chi sarà così stolto da dire che siamo e saremo simili a Dio per il corpo?
La somiglianza con Lui risiede quindi nell'uomo interiore, il quale si rinnova ad immagine e somiglianza del suo creatore mediante la sua conoscenza di Dio. ( Col 3,10 )
E tanto più simili a Lui diventiamo, quanto più progrediamo nella conoscenza e nell'amore di Lui, poiché anche se il nostro uomo esterno [ cioè il corpo ] si va disfacendo, quello interno [ l'anima ] si rinnova di giorno in giorno. ( 2 Cor 4,16 )
Qualunque sarà il nostro progresso in questa vita, esso è sempre assai lontano dalla perfezione della somiglianza necessaria per vedere Dio a faccia a faccia, ( 1 Cor 13,12 ) come dice l'Apostolo.
Se in queste parole volessimo intendere la faccia del corpo, ne verrebbe la conseguenza che anche Dio avrebbe una faccia come l'abbiamo noi e vi dovrebbe essere una certa distanza tra la nostra e la sua, quando lo vedremo faccia a faccia.
Inoltre se c'è una distanza, ci sarà pure un limite ed una forma delimitata delle membra, e così dicasi di altre simili conseguenti immaginazioni altrettanto empie a pensarsi quanto assurde ad affermarsi: immaginazioni con cui l'uomo animale, che non capisce nulla di ciò che concerne lo spirito di Dio, ( 1 Cor 2,12-14 ) diviene zimbello delle più stupide fandonie.
Alcuni di coloro che buttano fuori simili storie, come quelle arrivate alle mie orecchie, dicono che noi adesso vediamo Dio con la mente, allora invece lo vedremo col corpo; arrivano anzi a sostenere che lo vedranno pure gli empi allo stesso modo!
Vedi fino a qual punto sono arrivati a spingere la sfrenata stravaganza del loro linguaggio, senza alcun limite né di timore né di pudore.
Prima dicevano che soltanto alla loro carne Cristo aveva concesso il privilegio di veder Dio con gli occhi del corpo; in seguito aggiunsero che tutti i santi, una volta recuperati i propri corpi nella risurrezione, vedranno Dio allo stesso modo; ora hanno estesa tale possibilità anche agli empi.
Regalino pure ciò che vogliono a chi vogliono; poiché chi mai oserebbe opporsi a gente che regala del proprio?
Chi infatti dice una menzogna parla secondo la sua natura. ( Gv 8,44 )
Tu però, insieme a quelli che si attengono alla santa dottrina, non osare metterti in testa nessuna idea di costoro e farla tua, ma quando leggi: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio, ( Mt 5,8 ) intendi che gli empi non lo vedranno, perché non sono né beati né puri di cuore.
Così pure quando leggi: Vediamo adesso come in uno specchio ed in un modo enigmatico, ma allora lo vedremo faccia a faccia, ( 1 Cor 13,12 ) intendi pure che allora lo vedremo faccia a faccia con lo stesso organo con cui lo vediamo adesso come in uno specchio ed in modo enigmatico.
Queste sono tutte e due funzioni dell'uomo interiore, sia durante questo pellegrinaggio in cui camminiamo per mezzo della fede che ci serve da specchio e da enigma, sia in quella patria in cui contempleremo Dio nella visione diretta, ad indicare la quale è usata l'espressione " faccia a faccia ".
L'uomo inebriato da questi pensieri carnali cerchi d'ascoltare quel che dice Cristo: Spirito è Dio, e perciò quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità. ( Gv 4,24 )
Se dunque Dio si deve adorare in spirito, quanto più si dovrà vederlo in spirito?
Chi infatti oserebbe affermare che la sostanza di Dio si vede col corpo, dal momento che egli non ha voluto essere adorato col corpo?
Ma a tali individui sembra di avere acutezza di spirito e di metterci alle strette quando sotto pretesto di interrogare incalzano: " Poté o non poté Cristo concedere alla sua carne il privilegio di vedere il Padre con gli occhi del corpo? ".
Se rispondiamo di no, dicono che noi in tal modo facciamo torto all'onnipotenza di Dio; se rispondiamo di sì, traggono dalla nostra risposta un argomento di conferma alla loro affermazione.
Quanto è più tollerabile la stoltezza di coloro i quali sostengono che la carne sarà cambiata nella sostanza di Dio e diverrà quel che è Dio stesso; in tal modo per lo meno la rendono idonea a vedere allora Dio stesso, mentre adesso è tanto dissimile e diversa da Lui!
Credo però che costoro rigettino dalla loro fede e forse anche dalle loro orecchie questa falsità!
Se però venissero incalzati con una domanda sulla medesima questione, se cioè Dio possa o non possa fare ciò, faranno forse torto alla potenza di Dio se risponderanno che non lo può, oppure riconosceranno che accadrà se ammetteranno che Dio lo può?
Ma al modo stesso che scanserebbero questo tranello teso loro da noi, così scansino quello teso da loro a noi.
E poi perché sostengono che un tale privilegio è stato concesso unicamente agli occhi fisici di Cristo e non anche agli altri sensi di lui?
Potrà dunque Dio essere puro suono che sarà possibile percepire anche con gli orecchi?
Sarà forse pure un liquido che possa bersi? Sarà forse pure un ammasso corporeo che si possa toccare?
Essi rispondono di no. E perché? Forse che Dio può far quello e non questo?
Se risponderanno che non lo può, perché mai fanno torto in tal modo all'onnipotenza di Dio?
Se invece risponderanno che lo può, ma non lo vuole, perché mai sono ben disposti verso gli occhi, mentre vedono di malocchio gli altri sensi del corpo di Cristo?
Forse perché vogliono delirare quanto loro piace?
Quanto meglio invece facciamo noi che abbiamo considerato senza limiti la loro insipienza, e tuttavia desideriamo che non siano affatto insipienti.
Molti altri argomenti potrebbero addursi per confutare questi errori pazzeschi.
Se però talvolta essi verranno a molestare le tue orecchie, leggi a codesti pazzi questa mia lettera e, se puoi, non ti dispiaccia di farmi sapere con un tuo scritto le risposte che ti daranno.
Eccoti un'altra prova. Perché mai i nostri cuori vengono purificati dalla fede, ( At 15,9 ) se non perché come ricompensa della stessa fede ci è promessa la visione di Dio?
Se essa avvenisse mediante la vista fisica, inutilmente l'anima dei santi compirebbe esercizi ascetici per conseguirla; anzi l'anima che nutre sentimenti così erronei non si dedica ad esercizi ascetici ma è tutta immersa nella carne.
Dove potrebbe infatti fissare in modo più tenace e più saldo la sua dimora, se non nella carne, per mezzo della quale è convinta di arrivare alla visione di Dio?
Quanto ciò sia certamente male lo lascio considerare alla tua intelligenza, anziché sforzarmi di spiegarlo con un lungo discorso.
Il tuo cuore rimanga sempre sotto la protezione di Dio, esimia e davvero stimatissima signora e figlia onoranda dell'amore di Cristo.
Ricambia, con la deferenza dovuta ai vostri meriti, i saluti ai tuoi figli onorandi ed amatissimi non solo a te, ma anche a me.
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