Lettere |
Scritta nel 414/15.
Evodio scrive ad Agostino agitando il problema sulla ragione eterna delle cose in rapporto a Dio stesso ( n. 1-3 ), esponendo la propria opinione secondo cui essa rivela Dio come il Figlio rivela il Padre ( n. 4 ).
Evodio saluta Agostino Vescovo
La perfetta ragione è quella che ci dà la scienza di tutte le cose, soprattutto di quelle eterne che sono comprese dall'intelletto.
La ragione c'insegna e dimostra che essa è e ha dovuto essere eterna, ch'è eterno ciò che non ha principio né subisce mutamento né variazione.
È necessario che sia eterna, non solo perché essa ce lo insegna e dimostra, ma molto più perché l'eternità senza la ragione non potrebbe esistere.
Non ci sarebbe, secondo me, eternità, se la ragione non fosse eterna.
Essa ci dimostra poi che Dio esiste o doveva esistere, né poteva essere diversamente.
Orbene, sia che ci fossero sia che non ci fossero intelligenze capaci di conoscere queste verità, siccome tuttavia Dio è eterno, non c'è dubbio che eterna è la ragione capace d'intendere la necessità dell'esistenza di Dio e di dimostrare ch'è eterna come Lui.
Vi sono cose che necessariamente esistono in virtù della ragione, sicché essa preesiste ed è seguita dall'effetto di ciò che la ragione ci mostra che deve accadere.
Così per esempio, quando fu creato il mondo, c'era una ragione perché fosse creato.
La ragione dunque esiste prima del mondo.
Ciò che la ragione sapeva che sarebbe accaduto è stato la conseguenza della stessa ragione, la quale perciò precede la creazione del mondo.
Ora, poiché la ragione ci rivela l'esistenza di Dio o la necessità della sua esistenza, quale delle due realtà metteremo prima dell'altra? la ragione prima di Dio, la ragione prima del mondo, o Dio prima della ragione, senza la quale non si può affatto provare l'esistenza di Dio?
Poiché, se è in base alla ragione che Dio è eterno, che cos'è la ragione?
Essa perciò o è Dio o un attributo di Dio, come c'insegna essa stessa.
Se s'identifica con Dio, la ragione ci mostra che Dio è ragione e che possono essere coevi e coeterni.
Se invece la ragione è una somiglianza di Dio, essa ci mostra ugualmente che esiste la ragione di Dio.
La stessa ragione ci mostra che la somiglianza di Dio non potrebbe esistere, se Dio non esistesse; ora, se si toglierà la ragione, cosa sacrilega a dirsi, non ci sarà Dio, poiché non ci sarebbe più la ragione a mostrarci la necessità dell'esistenza di Dio.
Per conseguenza Dio esiste quando la sua ragione ce ne dimostra l'esistenza.
Che Dio dunque esiste è senza dubbio la ragione a dimostrarcelo.
Qual è dunque la cosa che per prima - se così si può dire - esiste in Dio, la ragione o Dio?
Ma Dio non esisterà se non c'è la ragione che ci mostri la necessità della sua esistenza.
Così non esisterà neppure la ragione se non esisterà Dio.
In Dio dunque non c'è nulla che esista prima o dopo.
La natura divina possiede, in certo modo, simultaneamente la ragione e Dio: l'una delle due realtà dà origine all'altra: o la ragione a Dio o Dio alla ragione.
Si potrebbe inoltre dire che la sostanza, o nella sostanza, è la ragione e Dio: Dio e la ragione, unica realtà in una sola sostanza.
Giustamente Dio è autore della ragione, la quale ne dimostra l'esistenza.
Dio è compreso dalla ragione, come il Figlio dal Padre, e la ragione è compresa da Dio, come il Padre dal Figlio.
Poiché la stessa ragione con Dio è Dio.
In realtà Dio non è mai esistito senza la ragione né la ragione senza Dio.
Quando c'è la ragione, c'è Dio; quando c'è il Padre, c'è il Figlio: se, come ho già detto, si toglie di mezzo la ragione, cosa empia a dirsi, non esiste neppure Dio.
Infatti a causa della sua ragione v'è la realtà e l'effetto dell'esistenza di Dio.
Ripeto che se non esiste la ragione, non esiste nemmeno Dio e viceversa.
La ragione e Dio, Dio e la ragione sono ugualmente una cosa eterna.
La stretta connessione della ragione con Dio e di Dio con la ragione, del Padre col Figlio e del Figlio col Padre si forniscono per cosi dire a vicenda il principio e la causa dell'esistenza, poiché l'una cosa non può esistere senza l'altra.
Le parole sono insufficienti e tutto ciò che si afferma lo si afferma solo per non tacerne del tutto.
Inoltre diremo forse che Dio è l'origine della ragione o viceversa, dato che non può esistere frutto senza radice e una radice senza frutto non è nulla?
Mi sia permessa la similitudine per dare un'idea, sia pure imperfetta di come concepire Dio, poiché nel granello di frumento sussiste il principio fecondatore per cui non gli è consentito di rimanere sterile: se, d'altra parte, non esistesse il granello di frumento, capace di produrre in virtù di questa forza, non esisterebbe neppure il suo principio fecondatore.
Come dunque dicevamo, la ragione, ch'è Dio, mostra che Dio è la ragione o viceversa, e così l'uno rivela in certo qual modo l'altra: ecco perché il Padre non si rivela che per mezzo del Figlio e il Figlio se non per mezzo del Padre; quando per mezzo del Padre si viene al Figlio, il Figlio resta per così dire in silenzio, cosicché l'uno resta in qualche modo nascosto e l'altro si rivela.
Quando l'uno mostra se stesso, mostra anche l'altro, né si può conoscere l'uno in modo che l'altro resti nascosto; Chi ha veduto me, disse Cristo, ha veduto anche il Padre; e: Nessuno viene dal Padre, se non per me ( Gv 14,9 ); e: Nessuno viene da me, se il Padre non l'attrae. ( Gv 6,44 )
Mi sono assunto un compito arduo e assai difficile per comprendere di Dio qualcosa che io non capisco.
Ma come tutte le cose esistenti non si comprendono e rimangono sconosciute senza qualche immagine, così a maggior ragione senza il Figlio, cioè senza la ragione, Dio resterebbe sconosciuto.
E allora? Forse che il Padre è stato per qualche tempo senza la ragione?
Chi oserebbe dirlo? Per mezzo della ragione, dunque, si deve conoscere ch'esiste un unico Dio nato da Dio o che un unico Dio in un sol Dio è un solo e medesimo Dio, poiché unico è Dio e in Lui dev'essere inseparabile l'amore che la stessa ragione ci mostra e Dio ci comanda di avere sempre verso di Lui.
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