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Lettera 208

Scritta verso il 423.

Agostino alla vergine Felicia, turbata dai cattivi esempi d'alcuni pastori della Chiesa, esortandola a non lasciarsi fuorviare dagli scandali, di cui tratta a lungo ( n. 1-6 ) e a rimanere salda nella Chiesa affidandosi a Cristo, unica speranza di salvezza ( n. 4 e 6-7 ).

A Felicia, rispettabilissima signora, sua onoranda figlia tra i membri di Cristo, Agostino invia saluti nel Signor

1 - Sollecitudine di Agostino per Felicia

Data la tua fede, non dubito che il tuo animo sia stato turbato dalla debolezza o dalla cattiveria di altri individui, dato che l'apostolo S. Paolo, ripieno di profondi sentimenti di carità, confessa dicendo: Chi mai è infermo senza che lo sia anch'io?

Chi mai rimane scandalizzato senza ch'io bruci? ( 2 Cor 11,29 )

Orbene, poiché sono anche io stesso vivamente addolorato e, poiché mi sta molto a cuore la tua salvezza, che risiede in Cristo, ho creduto mio dovere inviare alla tua Santità la presente lettera di consolazione o di esortazione, per il fatto che nel corpo del Signore nostro Gesù Cristo, ch'è la sua Chiesa e l'unità delle sue membra, ( Col 1,24 ) tu sei diventata veramente una nostra sorella amata quale membro degno d'onore nella sua compagine e vivi insieme con noi del santo Spirito di lui.

2 - Quali i buoni, quali i cattivi pastori

Ti esorto pertanto a non lasciarti impressionare eccessivamente dagli scandali, i quali sono stati predetti appunto perché, ricordandoci, quando avvenissero, che sono stati predetti, non ci lasciassimo turbare troppo.

Così infatti ha predetto il Signore nel Vangelo: Guai al mondo a causa degli scandali, ma guai a colui per mezzo del quale avviene lo scandalo. ( Mt 18,7; Lc 17,1 )

E chi sono questi individui, se non coloro, dei quali l'Apostolo dice che si preoccupano solo del proprio tornaconto e non di Gesù Cristo? ( Fil 2,21 )

Vi sono dunque di quelli che occupano come pastori la cattedra per procurare il bene alle greggi di Cristo, ma ve ne sono anche altri che la occupano per godere dei loro onori temporali e dei vantaggi mondani.

Questi due tipi di pastori, mentre alcuni muoiono e altri nascono, è inevitabile che durino anche nella Chiesa cattolica sino alla fine del mondo e sino al giudizio del Signore.

Orbene, se già ai tempi degli Apostoli vi sono stati di tali individui, tra i quali l'Apostolo si lamentava come di falsi fratelli parlando dei pericoli da parte di falsi fratelli, ( 2 Cor 11,26 ) ch'egli però sopportava con spirito di tolleranza e non li separava con arroganza, quanto più è inevitabile ve ne siano ai nostri tempi dal momento che, durante questa vita la quale si avvicina alla fine, il Signore dice in maniera assai chiara: Poiché abbonderà l'iniquità, la carità di molti si raffredderà. ( Mt 24,12 )

Ci debbono tuttavia servire di conforto le parole che seguono immediatamente: Chi - dice - sarà perseverante sino alla fine, sarà salvo. ( Mt 24,13; Mt 10,22; Mc 13,13 )

3 - Solo Cristo può separare i buoni dai cattivi

Inoltre, come vi sono pastori buoni e cattivi, così anche nelle greggi vi sono buoni e cattivi: i buoni sono indicati col nome di pecorelle, i cattivi con quello di capri; ( Mt 25,32-33 ) essi pascolano mescolati insieme, fino a quando non verrà il Principe dei pastori, che chiamò se stesso l'unico Pastore ( 1 Pt 5,4; Gv 10,16 ) e, secondo la sua promessa, non separerà, come fa il pastore, le pecorelle dai capri. ( Mt 25,32 )

Egli infatti a noi ha ordinato l'unione, a se stesso ha riservato la separazione, poiché il compito di separare spetta a colui che non può sbagliare.

Ora invece, certi servi superbi i quali si sono arrogati con leggerezza il compito di fare, prima del tempo, la separazione, compito che il Signore ha riservato a se stesso, sono stati proprio loro a separarsi dall'unità cattolica.

In qual modo infatti avrebbero potuto avere un gregge senza macchia essi che s'erano macchiati di scisma?

4 - Non abbandonare la Chiesa a causa degli scandali

Restiamo dunque nell'unità senza lasciarci indurre dagli scandali della paglia ad abbandonare l'aia del Signore, ma continuiamo piuttosto a rimanere frumento sino alla fine della vagliatura; ( Mt 3,12 ) inoltre, resi saldi dal peso della carità, sopportiamo la paglia ridotta in frantumi.

È lo stesso nostro Pastore che, parlando dei pastori buoni nel Vangelo, ( Gv 10,11.14 ) ci ammonisce a non riporre nemmeno in essi la nostra speranza a causa delle loro opere buone, ma a rendere gloria a Colui che tali li ha fatti, ossia al Padre celeste; ( Mt 15,16 ) ( lo stesso ammonimento ci ha dato ) anche a proposito dei cattivi pastori che volle indicare col nome di Scribi e Farisei, i quali insegnavano il bene ma facevano il male. ( Mt 23,2-3 )

5 - Ascolta i cattivi pastori, non imitarne le azioni

Orbene, ecco quel che dice dei pastori buoni: Voi siete la luce del mondo.

Non può rimanere nascosta una città situata sopra una montagna, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio ma sul candelabro e ( così ) fa luce a tutti gli abitanti della casa.

Allo stesso modo risplenda la vostra luce agli occhi della gente affinché, vedendo le vostre opere buone, ne diano gloria al Padre vostro celeste. ( Mt 5,14-16 )

Parlando invece dei cattivi pastori, così esorta le pecorelle: Siedono sulla cattedra di Mosè: fate quel che vi dicono ma non fate quel che fanno, perché dicono ma non fanno. ( Mt 23,2-3 )

Dopo aver udito questi avvertimenti, le pecorelle di Cristo ascoltano le sue parole anche dalla bocca dei cattivi pastori e non abbandonano la sua unità, poiché il bene che sentono proclamare da essi, non è di loro, ma di lui.

In tal modo esse pascolano nella sicurezza poiché, anche sotto la guida di pastori cattivi, sono nutrite dai pascoli del Signore; non fanno però le malefatte dei cattivi pastori, poiché tali azioni sono proprie di quelli e non di lui.

Quando invece esse vedono dei pastori buoni, non solo ne ascoltano le salutari istruzioni, ma ne imitano altresì le buone azioni.

Uno di questi era l'Apostolo che diceva: Siate miei imitatori come io lo sono di Cristo. ( 1 Cor 11,1; 1 Cor 4,16 )

Egli sì ch'era davvero una lampada resa splendente dalla Luce eterna, cioè dallo stesso Signore Gesù Cristo, ed era stata posta sul candelabro, poiché riponeva la sua gloria solo nella croce di Cristo, per cui diceva: Quanto a me, non mi vanterò assolutamente di null'altro che della croce del Signore nostro Gesù Cristo. ( Gal 6,14 )

Poiché inoltre egli non andava in cerca dei propri interessi ( Fil 2,21 ) ma di quelli di Gesù Cristo, esortava bensì coloro che aveva generati per mezzo del Vangelo ( 1 Cor 4,15 ) ad imitarlo, ma rimproverava aspramente quanti, servendosi del nome degli Apostoli, provocavano scissioni e biasimava perciò quanti andavano dicendo: Io sono di Paolo, ma egli dice loro: È stato forse Paolo ad essere crocifisso per voi?

O siete stati forse battezzati nel nome di Paolo? ( 1 Cor 1,12-13; 1 Cor 3,4 )

6 - Riponi la speranza solo in Cristo

Da ciò si comprende che i pastori buoni non vanno in cerca del proprio tornaconto, ma di quello di Gesù Cristo, ( Fil 2,21 ) e che le pecorelle buone, pur imitando le azioni dei pastori buoni, non ripongono la propria speranza in essi per il ministero dei quali sono state adunate nel gregge, ( Sal 78,7 ) ma piuttosto nel Signore, dal cui sangue sono state riscattate.

In tal modo, anche se s'imbattono in cattivi pastori che predicano la dottrina di Cristo, ma nello stesso tempo compiono il male spinti dalla propria cattiva volontà, mettono bensì in pratica quanto dicono quelli, ma non imitano le loro cattive azioni ( Mt 23,3 ) e, a causa di tali persone, amiche dell'iniquità, non abbandonano i pascoli dell'unità.

Ora, nella Chiesa cattolica, ch'è diffusa non solo in Africa, come la setta di Donato, ma è sparsa e diffusa fra tutte le genti ( Gen 22,18; Gen 24,6 ) secondo la promessa di Dio, e progredisce in tutto il mondo portando frutti e crescendo, ( Col 1,6 ) come dice l'Apostolo, ci sono tanto i buoni che i cattivi; ma una volta che si sono separati da essa, fin quando la pensano in modo contrario a essa, non possono essere buoni, poiché, anche se uno può sembrare buono per la sua lodevole condotta, è reso perverso proprio dallo scisma, dato che il Signore dice: Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. ( Mt 12,30 )

7 - Si affidi a Cristo, non si turbi per gli scandali

T'esorto quindi, mia rispettabile signora e figlia degna d'essere onorata tra i membri di Cristo, di conservare fedelmente quanto hai ricevuto dal Signore, d'amare con tutto il tuo cuore Lui e la sua Chiesa, poiché non ha permesso che tu perdessi o andasse perduto il frutto della tua verginità tra i perversi. ( Dt 6,5; Mt 22,37; Mc 12,30; Lc 10,27 )

Se tu, infatti, uscissi da questo mondo separata dall'unità del Corpo di Cristo, a nulla ti servirebbe l'aver conservata l'integrità del tuo corpo.

Ma Dio, pieno di misericordia, ( Ef 2,4 ) ha fatto per te ciò che dice il Vangelo nella parabola degli invitati al gran pranzo del padre di famiglia; poiché gli invitati s'erano rifiutati di accettare l'invito con diversi pretesti, egli ordinò ai suoi servi: Uscite per ogni strada e per i viottoli e spingete dentro la mia casa tutti quelli che incontrerete. ( Lc 14,18.23 )

Sebbene quindi tu debba amare sinceramente anche i buoni servi di lui, per mezzo dei quali sei stata spinta ad entrare nella Chiesa, devi tuttavia riporre la tua speranza solo in Colui che ha preparato il banchetto riguardo al quale anche tu sei turbata aspirando alla vita e alla felicità eterna.

Se a lui affiderai il tuo cuore, il tuo programma di perfezione religiosa, la tua santa verginità, la tua fede, speranza e carità, non ti lascerai impressionare dagli scandali, che si moltiplicheranno sino alla fine del mondo, ma ti salverai grazie alla tua salda e virile pietà e sarai glorificata nel Signore, se sarai perseverante sino alla fine nell'unità del suo Corpo mistico. ( 1 Cor 13,13 )

Con una tua risposta fammi sapere come hai accolto questa mia affettuosa preoccupazione verso di te, che ho cercato di farti capire con le parole di cui sono stato capace.

Ti protegga ognora la misericordia e la grazia di Dio.

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