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Lettera 210

Scritta verso il 423.

Agostino a Felicita e a Rustico sul dovere di sopportare i cattivi ( n. 1 ) e su quello della correzione fraterna ( n. 2 ).

Agostino e coloro che sono con lui salutano nel Signore la dilettissima e santissima madre Felicita, il fratello Rustico e le sorelle che sono con essi

1 - Benefici concessi da Dio ai malvagi

Buono è il Signore ( Lam 3,25 ) e diffusa per ogni luogo è la sua misericordia, che ci consola per mezzo della vostra carità, radicata nell'amore profondo di Lui.

Quanto egli ami coloro che credono e sperano in lui e lo amano amandosi a vicenda, lo dimostra in modo speciale col fatto che perfino agl'infedeli, a coloro che non hanno speranza e perfino ai malvagi, ai quali minaccia il fuoco eterno in compagnia del diavolo ( Mt 25,41 ), se rimangono sino alla fine della loro vita ostinati nella perversa loro volontà, tuttavia in questa vita accorda tanti benefici, poiché fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi e fa cadere la pioggia sui giusti e sugli ingiusti; ( Mt 5,45 ) questa breve espressione è tale da farci immaginare tanti altri benefici.

Chi potrebbe infatti contare tutti i favori e i doni gratuiti che gli empi ricevono da Dio, sebbene sia da loro disprezzato?

Tra questi doni è grande quello per cui Dio, intercalando come castigo le tribolazioni ch'egli, al pari di un bravo medico, mescola alle dolcezze di questo mondo, li esorta, qualora volessero prestare attenzione, a scampare dal giudizio finale ( Mt 3,7; Lc 3,7 ) e, mentre sono ancora in viaggio, ossia in questa vita, a mettersi d'accordo con i precetti di Dio, che si sono resi nemico con la loro cattiva condotta. ( 1 Pt 4,11 )

Orbene, che cosa dal Signore Iddio, mosso dalla sua misericordia, non viene largito agli uomini, dal momento che perfino la tribolazione è un beneficio?

La prosperità infatti è un dono di Dio con cui ci vuole consolare, mentre l'avversità è un dono di Dio con cui ci vuole avvertire.

E se Dio concede questi benefici - come ho detto - anche ai malvagi, che cosa mai tiene preparato per coloro che lo aspettano?

Rallegratevi perché anche voi, per sua grazia, siete stati riuniti nella comunità religiosa, sopportandovi a vicenda con amore, preoccupati di conservare l'unità dello spirito mediante il vincolo della pace. ( Ef 4,2-3 )

Non vi mancherà infatti l'occasione di soffrire vicendevolmente fino a quando il Signore, inghiottita la morte nella vittoria, non vi purificherà in modo che Dio sia tutto in tutti. ( 1 Cor 15,57.54.28 )

2 - Correzione fraterna: difficile ma necessaria

Non dobbiamo mai compiacerci dei dissensi, ma è pur vero che talora sono provocati dalla carità verso i nostri fratelli, o sono una prova della carità.

Ove trovare infatti uno disposto a lasciarsi rimproverare?

O dove trovare quel sapiente di cui la Scrittura dice: Rimprovera il sapiente e te ne sarà grato? ( Pr 9,8 )

Ciò nonostante, dovremmo forse per questo tralasciare di riprendere e correggere il fratello per evitare che s'avvii alla rovina senza preoccuparcene?

Può darsi infatti, anzi accade spesso, che nel ricevere il rimprovero uno si rattristi, anzi vi si opponga ribattendo le proprie ragioni; in seguito però riflette nel silenzio della sua anima, ove non c'è altri che Dio e lui stesso, e non teme di dispiacere alla gente per il fatto di ricevere una reprimenda, ma teme solo di dispiacere a Dio per il fatto ch'egli non si emenda; può accadere inoltre che in seguito si astenga dal male di cui è stato rimproverato e, nella stessa misura che ha in odio il proprio peccato, ami il fratello che s'accorge essere soltanto nemico del suo peccato.

Se invece appartiene al numero di coloro dei quali la Scrittura dice: Riprendi lo stolto e non farà che odiarti, ( Pr 9,8 sec. LXX ) non è dalla carità di chi rimprovera che nasce il dissenso, ma è il rimprovero a mettere in atto e dimostrare la carità di chi fa il rimprovero, poiché non lo si ripaga con l'odio, ma persiste immutato l'affetto che spinge a rimproverare anche quando chi ha ricevuto il rimprovero sente risentimento nel suo cuore.

Se poi chi fa il rimprovero vuol rendere male per male a colui che si sdegna contro di lui che lo rimprovera, costui non era degno di fare il rimprovero ma piuttosto ben meritava d'essere rimproverato anche lui.

Comportatevi così tra voi in modo che non sorgano tra voi aspri risentimenti e, caso mai sorgessero, stroncateli sul nascere ristabilendo immediatamente la mutua concordia.

Mettete maggiore impegno nell'andare d'accordo che nel rimproverarvi, poiché allo stesso modo che l'aceto guasta il recipiente in cui è lasciato a lungo, così l'ira guasta il cuore se vi dura fino al giorno seguente.

Mettete dunque in pratica questi avvisi e il Dio della pace sarà con voi; ( Fil 4,9 ) nello stesso tempo pregate anche per me, affinché anch'io possa mettere animosamente in pratica i buoni ammonimenti che v'indirizzo.

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