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Scritta verso il 424/425.
Agostino raccomanda a Quintiliano una vedova e la figliola vergine che portavano le reliquie del martire S. Stefano.
Agostino invia cristiani saluti al beatissimo fratello Quintiliano, suo collega d'episcopato e degno d'essere ossequiato
1 - Le onorabili serve di Dio e preziose membra di Cristo, Galla, che ha abbracciato il programma dell'ideale religioso e sua figlia Simpliciola, vergine consacrata a Dio, sottomessa per l'età alla madre, ma superiore per virtù, noi le abbiamo nutrite della parola di Dio, per quanto abbiamo potuto; ora per l'amore che ti porto in Cristo, le raccomando e, per così dire, di mia propria mano le affido all'Eccellenza tua, perché le consoli e le aiuti in tutto ciò che richiede la loro utilità o necessità; la Santità tua lo farebbe certo ugualmente anche senza che io le raccomandassi.
Se infatti per amore della celeste Gerusalemme ( di cui noi tutti siamo concittadini, ( Gal 4,26; Eb 12,22 ) e nella quale esse hanno avuto la brama d'occupare un posto più elevato di santità ) noi siamo loro debitori non solo dell'affetto che si ha fra concittadini, ma anche di quello che si ha tra fratelli, quanto più lo dovete essere voi che siete loro concittadini anche per la stessa patria terrena, nella quale queste signore disprezzano la nobiltà del secolo per amore del Cristo?
Ti prego, altresì, di voler accogliere per il loro tramite il mio doveroso saluto, con la medesima carità con cui io stesso te l'invio, e ricordarti di me nelle tue preghiere.
Esse portano con loro le reliquie del beatissimo e gloriosissimo martire Stefano; la santità tua sa bene quanto dobbiate onorarle, come abbiamo fatto anche noi.
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