Lettere |
Scritta nel 426.
Agostino invia a Firmo i XXII libri de La città di Dio con un riassunto generale dei singoli libri, indicandogli a chi darli a copiare.
Agostino invia cristiani saluti a Firmo, signore egregio e degno d'onore oltre che venerabile figlio
1 - Come ti avevo promesso, ti ho inviato i libri sulla Città di Dio, che mi avevi chiesti con immensa premura, dopo che li ho riletti; cosa questa che ho fatto sì con l'aiuto di Dio, ma dietro le preghiere di Cipriano, tuo fratello germano e figlio mio, così insistenti come io avrei desiderato mi fossero rivolte.
Sono ventidue quaderni ch'è difficile ridurre in un solo volume; se poi vuoi farne due volumi, devi dividerli in modo che uno contenga dieci libri e l'altro dodici.
Eccone il motivo: nei primi dieci sono confutati gli errori dei pagani, nei restanti invece è dimostrata e difesa la nostra religione, quantunque ciò sia stato fatto anche nei primi dieci, dov'è parso più opportuno, e l'altra cosa sia stata fatta anche in questi ultimi.
Se invece preferisci farne non solo due ma più volumi, allora è opportuno che tu ne faccia cinque volumi, di cui il primo contenga i primi cinque libri nei quali si discute contro coloro i quali sostengono che, alla felicità della vita presente, giova il culto non proprio degli dèi ma dei demoni; il secondo volume contenga i seguenti altri cinque libri i quali confutano coloro che credono debbano adorarsi, mediante riti sacri e sacrifici, numerosissimi dèi di tal genere o di qualunque altro genere, in grazia della vita che verrà dopo la morte.
Allora i seguenti altri tre volumi dovranno contenere ciascuno quattro dei libri seguenti.
Da noi, infatti, la medesima parte è stata distribuita in modo che quattro libri mostrassero l'origine della Città di Dio e altrettanti il suo progresso, o come abbiamo preferito chiamarlo, sviluppo, mentre i quattro ultimi mostrano i suoi debiti fini.
Se poi, come sei stato diligente a procurarti questi libri, lo sarai anche a leggerli, comprenderai, per la tua esperienza personale, anziché per la mia assicurazione, quanto aiuto potranno arrecare.
Ti prego di degnarti volentieri di dare, a coloro che li chiedono per copiarli, i libri di quest'opera sulla Città di Dio, che i nostri fratelli di costì a Cartagine ancora non hanno.
A ogni modo non li darai a molti, ma solo a uno o al massimo a due; questi poi li daranno a tutti quanti gli altri.
Inoltre, il modo con cui darli, non solo ai fedeli cristiani tuoi amici che desiderano istruirsi, ma anche a quanti siano legati a qualche superstizione, dalla quale potrà sembrare che possano essere liberati per mezzo di questa nostra fatica in virtù della grazia di Dio, veditelo da te stesso.
Io farò in modo - se Dio vorrà - di scriverti spesso per chiederti a quale punto sei giunto nel leggerli.
Istruito come sei, non ignori quanto giovi una lettura ripetuta per comprendere quel che si legge.
In realtà non v'è alcuna difficoltà di comprendere o è certo minima quando esiste la facilità di leggere, la quale diventa tanto maggiore quanto più la lettura è ripetuta, di modo che mediante la continua ripetizione [ si capisce chiaramente quello che, per mancanza di diligenza ], era stato duro da intendere.
Mio venerabile figlio Firmo, signore esimio e degno, d'essere onorato, ti prego di rispondermi per farmi sapere in qual modo sei arrivato a procurarti i libri Sugli Accademici scritti da me poco dopo la mia conversione, poiché in una lettera precedente l'Eccellenza tua mi ha fatto credere che ne era a conoscenza.
Quanti argomenti poi comprenda l'opera scritta nei ventidue libri lo indicherà il sommario che t'ho inviato.
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