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Lettera 227

Scritta nell'anno 428/429.

Agostino ad Alipio sul recente battesimo di Gabiniano e sulla conversione dell'archiatra Dioscoro avvenuta in seguito a miracoli.

Agostino ad Alipio

1 - Obbligo d'osservare i voti. Tenere a mente il Simbolo

Paolo, fratello nostro, è qui con noi, gode buona salute ed è occupato nel curare i suoi affari bene avviati; speriamo che il Signore gli conceda la grazia di portarli a termine.

Egli vi porge tanti saluti e ci ha raccontato la gioia provata per Gabiniano, per il fatto che questo, liberato per misericordia del Signore da quella sua faccenda, è divenuto non solo Cristiano, ma è anche un fedele molto devoto, dopo essere stato battezzato nella Pasqua passata; inoltre non fa che parlare della grazia che ha ricevuta e che conserva nel cuore. ( Rm 10,8 )

Non potrei proprio farti capire quanto desidero vederlo, ma d'altra parte sai da te stesso quanto io gli voglio bene.

Anche Dioscoro, protomedico della Corte, è divenuto un Cristiano fedele e ha ricevuto la grazia del battesimo insieme con Gabiniano; senti anche in qual modo ciò è avvenuto.

Solo un prodigio poteva piegare quel presuntuoso, quella linguaccia!

La sua figliola, unico suo conforto, era ammalata ed era giunta - come dichiarò lo stesso suo padre - al punto che non c'era più alcuna speranza di salvarla.

Ecco dunque che cosa si narra e risulta vero per avermelo riferito, anche prima del ritorno del nostro fratello Paolo, il conte Peregrino, personaggio degno di lode e buon Cristiano, il quale era stato battezzato nello stesso tempo con gli altri due suddetti.

Si narra dunque che quel vecchio, piegatosi una buona volta a implorare la misericordia di Cristo, s'impegnò con un voto a diventare Cristiano se avesse vista salva la sua figliola.

Così avvenne, ma egli trascurava di adempiere il suo voto, quand'ecco intervenire ancora una volta la mano di Dio, ( Es 14,8; Nm 33,3 ) ed egli rimase improvvisamente cieco, e subito gli venne in mente quale fosse la causa di quel castigo e la riconobbe ad alta voce facendo nuovamente voto di adempiere la promessa già fatta, appena avesse recuperato la vista.

La recuperò, mantenne la promessa.

Ma ecco una seconda volta la mano di Dio!

Egli non aveva tenuto a mente il Simbolo della fede o forse aveva rifiutato d'impararlo a memoria e si scusava dicendo che non ci era riuscito e Dio ne era testimone.

Subito dopo tutte le solenni cerimonie con cui era stato accolto nella Chiesa rimase paralizzato in quasi tutte le membra e anche nella lingua.

Essendo allora stato avvertito in sogno, dichiarò, per iscritto, che gli era stato detto d'aver meritato quel castigo per non aver recitato a memoria il Simbolo della fede.

Dopo questa dichiarazione gli venne reso l'uso di tutte le membra ad eccezione della sola lingua.

Colpito da quel medesimo castigo dichiarò allora per iscritto allo stesso modo d'avere imparato il Simbolo e perciò di tenerlo ancora a mente: in tal modo cancellò quella leggerezza di carattere, la quale, come sai, offuscava la sua bontà per così dire naturale e lo portava a lanciare scherni sacrileghi contro i Cristiani.

Che altro dovrei dirti se non che dobbiamo elevare un inno al Signore, ed esaltarlo per i secoli? ( Dn 3,57-58 ) Così sia.

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