Lettere |
Scritta verso il 404.
Pascenzio chiede ad Agostino in tono beffardo di dichiarare quale delle tre Persone divine sia l'unico Dio provocandolo a un dibattito diretto da arbitri.
Pascenzio ad Agostino
1. Avevo sperato, carissimo fratello, che tu abbandonassi la tua errata convinzione; ora invece mi meraviglio che vi persisti ancora, come lo dichiara la lettera da te inviatami.
Vostro Onore rassomiglia a un individuo assetato e riarso per l'eccessiva calura, il quale, imbattendosi in una pozza d'acqua limacciosa, se ne ingozza e, se in seguito trova dell'acqua limpida e fresca e la beve, non può trarne gran giovamento giacché è oppresso da quell'acqua fangosa nel corpo e nell'anima.
Infine, sia detto con tua licenza, la convinzione dell'Eccellenza tua è simile a un albero storto e intricato che non ha in sé nulla di dritto e che fa cadere in errore lo sguardo.
La Santità tua mi scrive di nuovo ch'è Dio il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, ma sono un solo Dio.
Quale dei tre è l'unico Dio? È forse una persona a tre facce quella che viene chiamata con questo nome?
Se tu lo avessi voluto e avessi avuto il coraggio di manifestare la tua fede, ti saresti intrattenuto con me assieme ai tuoi colleghi di episcopato, mossi da animo e spirito puro e pacifico e avresti discusso delle verità riguardanti Dio e delle questioni riguardanti la gloria e la grazia spirituale.
Che bisogno c'è dunque di scrivere e riscrivere cose che non ci edificano?
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