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Lettera 254

Scritta dopo il 395.

Agostino al medesimo Bennato, intermediario delle nozze per il figlio di Rustico, risponde perché non può promettere ad alcuno la giovinetta.

Io, Agostino, insieme ai fratelli che sono con me invio cristiani saluti a te, Bennato, venerato signore, benamato fratello e collega di episcopato, e ai fratelli che sono con te

1. La fanciulla, di cui mi ha scritto la Santità tua, si trova nella disposizione d'animo che, se avesse già l'età per maritarsi, non s'unirebbe in matrimonio a nessuno.

Essa invece si trova nell'età in cui, anche se avesse intenzione di maritarsi, non dovrebbe essere ancora data in moglie o fidanzata a nessuno.

A ciò, carissimo signore e venerato fratello Bennato, s'aggiunge il fatto che Dio, nella Chiesa, la tiene sotto la sua tutela in modo da proteggerla contro i malvagi e non già in modo che possa essere data a chi voglio io, ma in modo che non possa esser presa con la violenza da chi non è conveniente.

Ecco perché il partito, di cui ti sei degnato mettermi al corrente, non mi dispiace, purché essa abbia intenzione di maritarsi.

Sebbene noi desideriamo piuttosto quanto essa continua a ripetere, per ora tuttavia non sappiamo se avrà intenzione di sposarsi, poiché si trova nell'età in cui il fatto per il quale dice di voler essere monaca è piuttosto uno scherzo di chi ama ciarlare anziché l'impegno di chi si vuole obbligare.

Essa inoltre ha una zia materna, con il cui marito, l'onorabile fratello Felice, discorrendo di questa proposta - io non avrei né potuto né dovuto agire diversamente - non se ne mostrò bensì scontento, anzi se ne rallegrò, ma per il diritto derivante dall'amicizia si dolse non senza ragione che non gli era stato scritto nulla a questo proposito.

In ogni caso potrebbe anche darsi che si facesse vedere anche la madre, che fino a questo momento non si è fatta vedere, la volontà della quale, per le nozze della figlia, a mio avviso, è posta dalla natura al di sopra di tutti gli altri, salvo il caso in cui la suddetta fanciulla sia ormai nell'età di scegliersi da sé il partito che le piacerà, in virtù di un diritto più conforme alla legge.

La Sincerità tua consideri altresì che, qualora mi fosse data la più ampia e completa libertà riguardo alle sue nozze ed essa, già nubile e intenzionata di sposarsi, si affidasse a me perché io la dessi in moglie a chi volessi, affermo - e affermo la verità - che mi piacerebbe cotesto tuo partito, non però fino al punto da poter rifiutarne uno migliore al cospetto di Dio giudice; ma naturalmente è difficile che se ne possa presentare uno migliore.

La tua Carità vede quante ragioni, che devono essere considerate, concorrono per ora a far sì che io non posso promettere ( la ragazza ) a nessuno.

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