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Lettera 286

Agostino saluta nel Signore il padre Aurelio, signore beatissimo, santo fratello, degno di venerazione per la carità che gli è dovuta, e suo collega nell'episcopato

1 - Ag. invia al primate cartaginese Aurelio due discorsi …

Non essendosi presentata alcuna occasione, t'invio per mezzo del nostro [ *** ] due sermoni, uno sul Natale del Signore e l'altro sull'Epifania per i quali ho potuto rubare [ il tempo ] a tutte le mie occupazioni; con l'occasione ti chiedo di continuare a pregare per noi, accettando volentieri l'ossequio del nostro saluto.

Veramente tu lo fai anche senza che noi te lo chiediamo o ti esortiamo a farlo, signore felicissimo e padre santo, degno di venerazione per la carità che ti è dovuta.

Se per caso la Santità tua ha inteso qualcosa a proposito dei fratelli, dei quali aspettiamo il ritorno dalla corte [imperiale] ti prego di farcelo sapere per mezzo di questo latore.

2 - … e riferisce le notizie del promemoria di Alipio circa l'indulto per i Cartaginesi e altre questioni

Noi poi, dal promemoria inviato dal fratello Alipio a Tagaste - poiché la stessa nave è approdata al nostro porto - abbiamo appreso che un silenziario è stato già inviato a Cartagine con la concessione dell'indulto e [ Alipio ] dice d'aver ottenuto questa concessione per lettera, poiché non era ancora tornato dalla Gallia l'illustrissimo [ magistrato imperiale ], alla cui presenza fa sapere che gli resta di trattare questa sola faccenda: che venga tolta la paura anche a coloro che si rifugiarono in una chiesa.

Credo però che la tua Venerabilità avrà potuto avere qualche notizia sicura anche a proposito di essi; poiché non sono mancati presso di noi dei messaggeri più recenti i quali ci hanno riferito che nostro fratello Alipio, per mezzo di un vescovo della Numidia chiamato Renato, ha indirizzato una copia del rescritto di grazia che - dicevano - era stata già concessa al nostro figlio Largo.

Ma io ignoro se si tratti piuttosto dell'indulto che, nel suo promemoria per Tagaste, Alipio annuncia essere stato inviato per tramite del silenziario oppure di un'altra cosa ch'egli aveva ottenuto in favore di coloro che si erano [ rifugiati ] in una chiesa; penso però che ormai il suddetto vescovo sia potuto arrivare a Cartagine.

3 - Il papa Bonifacio ha condannato il pelagianismo; la circolare di Aurelio non è ancora giunta in Numidia

Ecco perché noi aspettiamo piuttosto di venire a sapere qualche notizia sicura da costì mediante una risposta della Beatitudine tua per le mani del giovane che t'inviamo con la presente. Io però non dubito che, avendocelo riferito lui stesso, la Santità tua abbia sentito dalla bocca del vecchio vescovo Prisco della Mauritania Cesariense che cosa ha fatto a Roma il papa Bonifacio riguardo ai pelagiani e quanto salutare severità abbia usato [ nei loro confronti ].

Non so per qual motivo non è arrivata nelle regioni della nostra Numidia, cioè della Proconsolare, la Tractoria della Beatitudine tua, mentre so che è stata inviata quando io mi trovavo ancora a Cartagine, salvo che il primate Valentino non abbia ritenuto di doverla inviare.

Propongo che la tua Venerabilità faccia un'indagine e, qualora sia stata commessa una trascuratezza, la si corregga.

Poiché detta lettera deve arrivare senz'altro anche al primate della Numidia e da questi indirizzata ai fratelli appartenenti alla stessa assemblea [ provinciale dei vescovi ].

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