Le diverse questioni a Simpliciano

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Libro 2 - Questione 5

5 - Le parole di Elia per la morte del figlio della vedova

Nelle parole del beato Elia, in cui dice: Signore, testimone di questa vedova presso la quale io abito come ospite, tu hai fatto male, facendo morire suo figlio, ( 1 Re 17,20 ) nulla ci dovrebbe turbare se si mantenesse il vero significato.

Non è infatti linguaggio di uno che rimprovera Dio di aver trattato così malamente quella vedova che aveva accolto il Profeta con tanta pietà, soprattutto durante il tempo in cui egli si trovava là e lei gli aveva messo a disposizione tutto il suo scarso nutrimento in una così grande ed estrema povertà.

Elia ha detto dunque quelle parole come per dire: " Signore, testimone di questa vedova, presso la quale io abito come ospite, le avrai fatto forse del male, facendo morire suo figlio? ", così da sottintendere che certamente il Signore, conoscitore del cuore di quella vedova, dove notava la grande pietà, e proprio per questo le aveva inviato Elia, l'aveva privata del figlio non per affliggerla ma per mostrare un prodigio a gloria del suo nome ed esaltare un così grande profeta davanti ai contemporanei e ai posteri.

Allo stesso modo il Signore dice che Lazzaro non era morto per la morte ma perché Dio fosse glorificato nel suo Figlio. ( Gv 11,4 )

Il seguito degli avvenimenti e anche la fiducia stessa, con la quale Elia credeva, provano che il fatto non era successo per affliggere crudelmente la sua ospite ma era piuttosto avvenuto perché Dio rivelasse splendidamente alla vedova che grande servitore di Dio aveva ospitato.

La Scrittura prosegue, dicendo: Elia soffiò tre volte sul bambino e invocò il Signore e disse: " Signore Dio mio, l'anima di questo fanciullo torni ora in lui ". E così avvenne. ( 1 Re 17,21-22 )

Questa preghiera, con cui Elia implorò così brevemente e fiduciosamente che il fanciullo rivivesse, indica quindi a sufficienza con quale sentimento siano state pronunciate le parole precedenti.

Anche la donna stessa dimostra che suo figlio era morto proprio allo scopo che si era prefisso Elia, quando aveva pronunciato quelle parole non in senso affermativo ma negativo.

Riavuto vivo suo figlio, ella dice: Ora so che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore sulla tua bocca è verissima. ( 1 Re 17,24 )

Nella Scrittura ci sono molti passi che, se non sono enunciati in questo modo, si prestano ad un senso contrario.

Ad esempio: Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. ( Rm 8,33 )

Se tu rispondessi affermativamente, ti accorgi a quale grave perversità dia origine.

Bisogna dunque enunciarla così, come se si dicesse: È forse Dio che giustifica? sottintendendo: no, di certo!

In conclusione ritengo chiara quella frase di Elia, che una imperfetta esposizione rendeva oscura.

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