Filocalia |
1. L'uso delle rappresentazioni e delle cose conforme alla ragione illuminata da Dio, porta con sè la castità, l'amore e la conoscenza spirituale; l'uso non conforme alla ragione, conduce alla perdita del dominio di sè, all'odio e all'ignoranza.
2. Il salmo dice: " Tu mi hai preparato la mensa imbandita … unto di olio il mio capo, ed una coppa del miglior vino, la tua misericordia m'accompagna, … la mia dimora sarà nella tua casa per sempre ( Sal 23,5-6 ).
"La mensa" indica la virtù dell'ascesi preparata da Cristo per vincere chi ci opprime.
"L'olio" col quale unge la mente è la contemplazione delle creature;
"La coppa" di Dio è la conoscenza di Dio;
"La sua misericordia" è la Parola che è Dio, che dall'Incarnazione accompagna tutti quelli che giungono a salvezza.
"La Casa" significa il Regno dove abiteranno tutti i santi, per sempre.
3. Il cattivo uso dei poteri dell'anima, cioè della parte concupiscibile ed irascibile e dei pensieri, ci porta al peccato.
Il cattivo uso del potere del pensiero produce ignoranza e follia; il cattivo uso del potere concupiscibile ed irascibile fa nascere l'odio e l'incapacità di controllo.
Il retto uso di essi si chiama sapienza spirituale, giusto discernimento, amore e castità.
Se le cose stanno così, nulla di ciò che ha ricevuto l'esistenza da Dio è male.
4. Il cibo non è male, ma la ghiottoneria; non il generare figli, ma l'impurità; non il denaro, ma la cupidigia; non la gloria, ma la vanagloria.
Così il male non e nelle cose ma nell'abuso di esse; questo nasce dalla nostra mente che è negligente nel seguire con amore la natura, cioè le potenze dell'anima e la loro retta direzione.
5. Secondo il beato Dionisio, il male nasce nel demonio per queste cause: irragionevole suscettibilità, desideri confusi e fantasia sconsiderata.
L'irrazionalità, la confusione e la sconsideratezza negli esseri ragionevoli indica perdita di intelletto, di mente e di circospezione.
Ogni perdita segue il possesso.
Perciò c'è stato un tempo in cui il demonio aveva intelletto, mente e rispettosa circospezione, se è così anche i demoni non sono radicalmente malvagi, ma son divenuti tali per il non giusto uso delle loro naturali potenze.
7. L'impurità nasce dal copioso e raffinato mangiare; la cupidigia e la vanagloria partoriscono l'odio; padre delle une e delle altre è l'egoismo.
8. L'egoismo è l'amore appassionato e irragionevole per il proprio corpo.
Il suo contrario sono l'amore e il dominio di sè, chiaro che l'egoista ha tutte le passioni.
11. Le opere gradite a Dio sono l'amore, la castità, la contemplazione e la preghiera; le opere gradite alla carne sono la ghiottoneria, la perdita del controllo di sè, e tutto ciò che le può favorire.
14. Non prendere la misura della tua bontà confrontandoti con chi è meschino, dilatati nella misura del comandamento dell'amore.
Se prendi gli uomini come termine di paragone finirai nell'arroganza; spingendoti al largo nella regione dell'amore raggiungerai la cima dell'umiltà.
15. Se vigili sull'osservanza del comandamento dell'amore per il tuo prossimo, come potrai impiantare in te l'amarezza della intolleranza nei suoi riguardi?
In questo caso è evidente che tu preferisci l'effimero, e per proteggerlo muovi guerra al fratello.
17. L'amore per le ricchezze è figlio di una di queste tre cose: bramosia di piaceri sensibili, vanagloria e perdita della fede.
La perdita della fede è più grave delle altre due.
18. L'uomo che corre dietro ai piaceri, ama il denaro per poter godere; l'ambizioso, per raggiungere la fama; l'uomo che ha perduto la fede per tenerlo avidamente, mosso dalla paura della fame, della vecchiaia, della malattia, dell'esilio, così ha più fede nella ricchezza che in Dio, Creatore provvido per ogni creatura anche per l'ultimo e insignificante essere.
19. Quattro tipi di uomini ammassano le ricchezze: i tre menzionati e il quarto che è il vero amministratore.
Solo quest'ultimo custodisce i beni secondo la verità, e la sua mano non rimarrà mai chiusa davanti a qualunque penuria.
20. Tutti i pensieri passionali o stimolano la parte concupiscibile dell'anima, o provocano quella irascibile, o oscurano il pensiero; per questo la mente diviene cieca alla contemplazione spirituale e all'elevazione della preghiera.
Il monaco, specialmente se è consacrato al silenzio, deve esser vigilante sui suoi pensieri, riconoscerne e trovarne le cause.
Il modo di esaminare i pensieri è questo: supponiamo che la parte concupiscibile dell'anima sia stimolata da un ricordo passionale di donna, esaminandoci scopriamo che la causa è nella mancanza di sobrietà nel cibo e nelle bevande e nel conversare imprudente e troppo frequente con donne.
La cura in questo caso sarà il digiuno, l'astinenza da bevande, la limitazione del sonno e la solitudine.
Supponiamo ora che la parte irascibile sia provocata dal ricordo passionale di qualcuno che ci ha offeso, o che la causa del turbamento sia l'amore alla vita facile, la vanità e l'attaccamento alle cose; l'amarezza deriva dal fatto di non esser riusciti ad ottenerle o dall'averle perdute.
Il rimedio è nel disprezzare tutte queste cose come prive di valore cercando di amare Dio.
25. Dio chiamando all'esistenza la natura dotata di ragione e di intelletto, nella sua Bontà infinita, l'ornò di quattro qualità, onde proteggerla e preservarla: dell'essere, dell'essere senza fine, della bontà e della sapienza.
Le prime due concesse alla natura, le ultime due alla facoltà morale.
Alla natura, l'essere e l'essere senza fine; alla facoltà morale, la bontà e la sapienza, perchè la creatura fosse per partecipazione quello che Dio è per essenza.
La Scrittura dice che l'uomo fu creato ad immagine e somiglianza di Dio, cioè creato ad immagine di Colui che è l'Essere, e così per quanto la creatura non sia senza principio è pertanto senza fine.
Dandogli la bontà lo rese simile a Sè che è per essenza buono, con la sapienza lo rese simile a Sè che è sapiente, l'uomo per grazia è divenuto ciò che Dio è per natura.
Ogni creatura razionale è creata ad immagine di Dio, la somiglianza appartiene solo a chi possiede la bontà e la sapienza.
34. L'impurità della mente è, prima di tutto, nella scienza spirituale non giusta, poi nell'ignoranza di qualcosa in generale, quindi nei pensieri passionali, infine nel consenso dato al peccato.
35. L'impurità dell'anima è nel non operare conformemente alla natura ricevuta da Dio; da questo fatto nascono i pensieri passionali nella mente.
L'anima opera in conformità della sua natura quando le sue potenze passionali, la concupiscibile e l'irascibile, rimangono libere dalle passioni che nascono dall'impulso delle cose o dalle rappresentazioni che da esse derivano.
36. L'impurità del corpo è l'atto peccaminoso.
37. Ama il silenzio chi è invulnerabile al fascino delle realtà esteriori.
Ama tutti gli uomini chi non ama nulla che sia umano …
38. Grande cosa è non avere attaccamenti appassionati alle cose, molto più grande il rimanere distaccati dalle loro rappresentazioni mentali.
39. L'amore e il controllo di sè conservano libera da passioni la mente, sia riguardo alle cose, sia di fronte alle loro rappresentazioni.
40. La mente di chi ama Dio non prende posizione di difesa davanti alle cose o alle loro rappresentazioni, ma di fronte alle passioni connesse colle rappresentazioni.
In altre parole non insorge contro la donna, nè contro chi l'ha ingiuriato, nè contro le loro immagini, ma contro le passioni connesse con dette immagini.
41. L'essenza della pugna che il monaco sostiene contro i demoni consiste nel separare le passioni dalle immagini delle cose; altrimenti non riuscirà a vedere le cose senza passionalità.
42. Una cosa è l'oggetto esterno, un'altra la sua immagine, e un'altra la passione.
L'oggetto può essere un uomo, una donna, l'oro ecc.; l'immagine è la semplice memoria di uno di tali oggetti; la passione è o l'amore irragionevole, o l'odio cieco verso uno di questi oggetti.
Il monaco deve armarsi contro tali passioni.
43. L'immagine passionale è il pensiero composto dalla passione e dalla rappresentazione mentale dell'oggetto; separando la rappresentazione dalla passione rimane in noi il pensiero puro.
Separiamo l'uno dall'altro, se vogliamo, per mezzo dell'amore spirituale e del controllo di noi stessi.
44. Le virtù liberano la mente dalle passioni; la contemplazione spirituale libera la mente dalle semplici rappresentazioni; la preghiera pura presenta la mente a Dio stesso.
46. … Dio ha chiamato le creature dal non essere all'essere, non perchè Egli abbia bisogno di qualcosa, ma perchè, esse, partecipando alla sua beatitudine nella misura dell'essere loro concesso, avessero gioia, e Lui stesso ne avesse gaudio vedendo la loro felicità e saziandole alla sua sorgente inesauribile.
47. Molti poveri ha il mondo, ma non nel senso evangelico;
molti che fanno cordoglio, ma solo per la perdita di beni o di parenti;
molti sono miti, ma nei confronti delle passioni impure;
molti hanno fame e sete, ma per usurpare ingiustamente ciò che non è loro o per raccogliere disonesti profitti;
molti sono misericordiosi, ma per il loro corpo e ciò che lo concerne;
molti sono puri di cuore, ma per vanagloria;
molti sono i portatori di pace, ma sottomettono l'anima alla carne;
molti sono i perseguitati, ma per le loro malefatte;
molti sono ingiuriati, ma per i loro vergognosi peccati.
Beati sono soltanto quelli che soffrono con Cristo e ad imitazione di Cristo …
52. Quando vedi l'anima tua agire con rettitudine e con giustizia in mezzo ai pensieri mondani, sappi che il tuo corpo si conserva puro e libero dal peccato.
Se però vedi la tua mente occupata da pensieri di peccato e sottomessa ad essi, sappi che il tuo corpo presto soccomberà.
54. Non saremo invasi da terrore, tremore e quasi storditi sentendo che "Dio non giudica nessuno, avendo rimesso nelle mani del Figlio ogni giudizio", ( Gv 5,22 )?
Ed il Figlio che grida: "Non giudicate e non sarete giudicati" ( Lc 6,37 ); e l'Apostolo: "Non giudicate prima del tempo, finchè il Signore venga" ( 1 Cor 4,5 ) e, "Quando giudichi un altro, condanni te stesso" ( Rm 2,1 )?
Nonostante queste gravi parole, l'uomo dimentica di piangere i suoi peccati e, togliendo il potere giudiziario dalle mani del Figlio, giudica gli altri e condanna, come se fosse senza peccato.
I cieli son pieni di orrore e la terra trema, e l'uomo, tanto insensibile, non prova vergogna!
57. L'egoismo è il genitore di tutte le passioni, l'orgoglio ne è l'ultimo figlio.
L'egoismo è l'amore irragionevole del proprio corpo.
Chi lo estirpa, sradica anche tutte le passioni che nascono da lui.
59. Quando riesci a superare una passione volgare come la ghiottoneria, l'impurità, l'ira, l'avidità del possesso, immediatamente sarai assalito da pensieri vanagloriosi; quando avrai sorpassato il loro girone, diventi l'oggetto degli assalti della superbia.
60. Quando le passioni volgari signoreggiano l'anima, tengono lontano il pensiero della vanità, quando stanno per sgombrare il terreno gli aprono le porte dell'anima.
61. La vanità partorisce la superbia, sia essa bandita o no dal territorio dell'anima.
Quando vi è bandita vi genera un'alta stima di se stessi, quando vi resta vi genera l'arroganza.
62. La vanità è vinta dall'operare segretamente il bene, e l'orgoglio con l'attribuire a Dio tutto il bene fatto.
63. Chi ha avuto il dono della conoscenza di Dio e ne ha gustato veramente la soavità, trascura gli allettamenti che vengono dal desiderio del potere.
64. Chi è governato dalle bramosie della terra ha questi desideri: cibo raffinato, soddisfazione dei movimenti al di sotto del ventre, plauso dagli uomini, ricchezze e simili cose.
Se la sua mente non scopre mai qualcosa di meglio di queste cose, sulle quali trasferisce il suo desiderio, non riuscirà mai, fino al termine dei suoi giorni, ad abbandonarli.
Ciò che è infinitamente migliore è la conoscenza di Dio e delle realtà divine.
65. Quelli che trascurano i piaceri della vita lo fanno, o per la paura, o per la speranza o per realizzare il loro nulla, o per amore di Dio.
66. La conoscenza delle cose divine, priva di impegno devoto, non conduce la mente alla noncuranza completa delle realtà terrene.
La sua azione assomiglia alla rappresentazione semplice di un oggetto sensibile, per questo che s'incontrano molti che possedendo una grande conoscenza spirituale, si svoltolano nella passione carnale come scrofe nella melma ( 2 Pt 2,22 ).
Avendo essi raggiunto un certo grado di purificazione, quando ricercavano il bene con impegno, in seguito son divenuti preda della pigrizia … ed hanno cominciato a condurre una vita non degna.
68. Nessuno che abbia superato le passioni e reso semplici i suoi pensieri può affermare di essere, per questo solo fatto, orientato del tutto verso il sacro.
Non è più attaccato alle cose umane ma non lo è ancora alle cose divine; questo succede all'uomo la cui vita è consacrata soltanto agli esercizi ascetici, e che, per essere unicamente legato ad essi, non ha ancora raggiunto la conoscenza spirituale; e che frena le passioni per questi motivi: paura dell'inferno, speranza del paradiso.
69. Noi camminiamo nella luce della fede, non in quella della perfetta visione del mistero di Dio.
Per questo la conoscenza spirituale è per noi come se guardassimo attraverso uno schermo, ancora tenebroso.
Dobbiamo esercitarci a lungo su questa conoscenza, cosicchè il lungo studio e la diuturna applicazione ci renda saldamente esperti nella contemplazione ininterrotta.
70. Se, riuscendo per un po' di tempo a far tacere le passioni, ci diamo all'esercizio della contemplazione e non consacriamo ad essa tutto il nostro tempo facendone l'unica nostra occupazione, senza difficoltà torneremo verso le nostre passioni carnali; e se saremo riusciti a cogliere soltanto il frutto della semplice conoscenza mescolato alla stima di noi stessi, finiremo con l'oscurare la stessa conoscenza raggiunta e col ritornare alle realtà materiali.
72. Dio creò il mondo visibile e quello invisibile, l'anima e il corpo.
Se il mondo visibile è così meraviglioso, quanto più lo sarà quello invisibile!
E se questo è tanto più splendido del primo, quanto di più sarà Dio, il Creatore di entrambi!
Se il Creatore di tutto ciò che è bello supera in bellezza tutto il creato, come mai la mente ha abbandonato il meglio e per occuparsi del peggio, le passioni carnali?
Non è forse perchè si è abituata ad esse, vincolata com'è fin dalla nascita al male e non avendo mai sperimentato ciò che è il vero bene?
Ma quando, attraverso una lunga astinenza dal piacere dei sensi, lentamente si spoglia dell'abitudine al male e, avanzando, si orienta sempre più verso il sacro, scoprirà la sua vera dignità e infine farà omaggio a Dio di tutte le sue capacità di offerta.
73. Chi parla, senza passionalità, del peccato di uno dei fratelli lo fa solo per queste due ragioni per correggerlo o per istruire un altro.
Se ne parla per diverso motivo, o allo stesso che è caduto in peccato o ad altri, lo fa per biasimare o per denigrare il suo fratello.
Un tale uomo non potrà evitare l'abbandono di Dio e infallibilmente cadrà nel peccato del fratello o in un altro; così verrà additato e condannato dagli altri, con grande sua confusione.
76. La passione della cupidigia si rivela quando uno accetta con gioia e dona con tristezza.
Un tale uomo non potrà essere un buon amministratore.
78. Una cosa è l'esser liberi dalle immagini, un'altra esser liberi da passioni.
Spesso l'uomo è libero dalle immagini quando l'oggetto delle passioni non è davanti ai suoi occhi, ma le passioni rimangono nascoste nella anima e insorgono all'apparire del loro oggetto.
È bene osservare la mente quando sono presenti gli oggetti ed apprendere quali passioni essi risvegliano.
81. Se vuoi essere insieme saggio e umile ed evitare la schiavitù della stima di te stesso cerca sempre quello che la tua ragione ignora.
Scoprendo quante e quali cose non conosci, ti stupirai della tua ignoranza e sarai umile nelle tue pretese.
Conoscendo il tuo nulla imparerai molte e meravigliose cose.
L'illusione sulla tua conoscenza è impedimento ad apprendere nuove cose.
82. Può sinceramente attendere la guarigione chi non rifugge i medicamenti; nella via spirituale i medicamenti sono i patimenti e le tribolazioni che accompagnano le avversità.
Chi cerca di schivare le avversità, non conosce la natura del commercio che svolge sulla terra, nè sa quali profitti potrebbe ricavarne.
84. La vanità di un monaco si manifesta nel vantarsi che fa delle sue virtù; la sua superbia appare nell'orgoglio di sentirsi perfetto, nel disprezzo degli altri, nell'attribuire il successo a se stesso e non agli altri.
Per l'uomo di mondo, oggetto di vanagloria e superbia è la bellezza, la ricchezza, il potere, l'astuzia, il buon senso mondano.
85. Il successo dell'uomo mondano è fallimento per il monaco, e viceversa il successo del monaco è fallimento per l'uomo di mondo.
Per quest'ultimo il successo è la ricchezza la fama, il potere, il piacere, il benessere fisico, figli numerosi e simili altre cose; un monaco coinvolto in esse fallisce.
Il successo del monaco è la povertà, l'essere ignorato, la mancanza del potere, l'astinenza, la mortificazione, la privazione del necessario e cose simili la involontaria sottomissione a queste cose è una grave sciagura per chi ama il mondo, infatti quando le subisce è spesso tentato di suicidio, come molti hanno fatto.
86. Il cibo serve come nutrimento e come rimedio.
Chi ne usa per altri scopi, al di fuori di questi, vien condannato come amante del piacere.
In tutte le cose l'abuso è peccato.
87. L'umiltà è figlia della preghiera pura, accompagnata da lacrime e da pentimento.
La preghiera che è la continua invocazione dell'aiuto di Dio, non deve stoltamente vincolarsi alla nostra forza e sapienza, nè esaltare noi al di sopra degli altri, queste due cose sono le tremende malattie della passione dell'orgoglio.
90. Se provi del rancore contro qualcuno, prega per lui; con la preghiera puoi superare l'amarezza derivante dal torto ricevuto e in questo modo fermare il movimento della passione.
Quando riuscirai a far sorgere in te un sentimento di amicizia e di affetto verso chi ti ha offeso, potrai bandire del tutto la passione dal cuore.
Se qualcuno ti tratta con perfidia, opponigli gentilezza e umiltà, vivi in pace con lui e lo libererai dalla sua passione maligna.
91. Ardua cosa è liberare uno dalle afflizioni dell'invidia, perchè riguarda come una disgrazia capitatagli ciò che invidia in te.
Forse l'unico modo per renderlo calmo, è il nascondere a lui la cosa che può muoverlo ad invidia.
Però se questa cosa è utile a molti e causa tristezza ad uno, come dobbiamo comportarci?
Bisogna prendere la via dell'utilità dei molti.
Per quanto è possibile non bisogna trascurare quell'uomo perchè non sia preso nei trabocchetti della passione, tu devi aiutare non la passione ma l'uomo che ne soffre.
Sii umile e consideralo al di sopra di te stesso, dagli la preferenza in tutte le circostanze, in tutti i posti e negli affari …
97. Quando la mente è in vera comunione con Dio rimane del tutto priva di immagini e di forma.
Contemplando l'Immutabile diventa, essa stessa, immutabile e tutta luminosa.
98. L'anima è perfetta quando tutte le sue capacità di desiderare sono dirette verso Dio.
100. Il tempo è diviso in tre parti.
L'amore si estende su tutte e tre, la speranza su una, la fede su due.
La fede e la speranza hanno dei limiti, ma l'amore che unisce ciò che è oltre ogni fine e sempre in espansione, rimane attraverso le ere illimitate.
Per questo la più grande realtà è l'amore.
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