Diario di M. Faustina Kowalska |
Passando, poter entrare in cappella; impiegare i momenti liberi dalle occupazioni nella preghiera.
Prendere, dare, prestare qualche piccola cosa.
Fare una seconda colazione e la merenda.
Qualche volta non potrò partecipare alla ricreazione.
Qualche volta non potrò neppure prendere parte alle preghiere in comune.
Qualche volta non potrò partecipare alle preghiere della sera e del mattino.
Qualche volta rimanere qualche momento dopo le ventuno presso i miei impegni e talvolta fare le pratiche di pietà dopo le ventuno.
Appena ho qualche momento di tempo scrivere o annotare qualche cosa.
Parlare per telefono.
Per uscire di casa.
Quando sono in città, entrare in qualche chiesa.
Visitare le Suore ammalate.
Entrare nelle celle delle altre Suore in caso di necessità.
Qualche volta bere acqua al di fuori dell'orario.
Recitare la coroncina alla Divina Misericordia con le braccia in croce.
Il sabato una parte del rosario con le braccia in croce.
Talvolta una preghiera stesa a terra in forma di croce.
Il giovedì l'ora santa.
Il venerdì una mortificazione maggiore per i peccatori agonizzanti.
O Gesù, amico dei cuori oppressi dalla solitudine.
Tu sei il mio rifugio.
Tu sei la mia pace.
Tu sei l'unica mia salvezza.
Tu sei la quiete nei momenti della lotta e nel mare dei dubbi.
Tu sei il raggio luminoso che illumina la strada della mia vita.
Tu sei tutto per un'anima solitaria.
Tu comprendi le anime, anche se non parlano.
Tu conosci le nostre debolezze e come un buon medico consoli e curi, riducendo le sofferenze da buon intenditore.
Parole del Vescovo,135 che si trovano nella cerimonia dei voti perpetui delle Suore: « Accetta in mano questo cero, in segno di illuminazione celeste e di amore ardente ».
Mentre consegna l'anello: « Ti sposo a Gesù Cristo, Figlio dell'Eterno Padre, che ti conservi senza macchia.
Ricevi quest'anello in segno dell'eterna alleanza che contrai con Cristo, Sposo delle vergini.
Sia per te l'anello della fedeltà, il sigillo dello Spirito Santo, in modo che tu sia chiamata sposa di Cristo e, se l'avrai servito fedelmente, venga incoronata per l'eternità ».
+ O Gesù, confido in Te, confido nell'oceano della Tua Misericordia, Tu sei per me una Madre!
+ Quest'anno 1933 è per me particolarmente solenne, poiché in quest'anno del Giubileo della Passione del Signore ho pronunciato i voti perpetui.
La mia offerta sacrificale l'ho unita in modo speciale al Sacrificio di Gesù sulla Croce, perché divenisse in questo modo più gradita a Dio.
Ogni mia azione la compio con Gesù, per Gesù, in Gesù.
Dopo i voti perpetui sono rimasta ancora a Cracovia per tutto il mese di maggio, poiché la mia destinazione oscillava fra Rabka e Wilno.
Una volta che la Madre Generale mi chiese: « Come mai lei, sorella, se ne sta così silenziosa e non si prepara per partire da nessuna parte? », risposi: « Io voglio la pura volontà di Dio.
Dove mi manda lei, cara Madre, senza ingerenze da parte mia, lì sono certa che è per me la pura volontà di Dio ».
A questo la Madre Generale mi rispose: « Molto bene ».
Il giorno dopo la Madre Generale mi chiamò a sé e mi disse: « Dato che lei voleva la pura volontà di Dio eccola, lei andrà a Wilno ».
Ringraziai e attesi il giorno in cui mi avrebbero detto di partire.
Però gioia e timore assieme m'invasero l'anima.
Sentivo che Dio mi preparava là molte grazie, ma anche molte tribolazioni.
Ad ogni modo fino al 27 maggio rimasi a Cracovia.
Dato che non avevo un lavoro fisso, ma andavo ad aiutare nell'orto e per varie circostanze lavoravo da sola, ebbi la possibilità per tutto il mese di fare gli esercizi spirituali secondo il sistema dei gesuiti.136
Benché partecipassi alle ricreazioni comuni, continuai gli esercizi spirituali di S. Ignazio, durante i quali ottenni molta luce da Dio.
+ Sono passati quattro giorni dai voti perpetui.
Ho cercato di fare l'ora santa.
Era il primo giovedì del mese.
Appena entrata in cappella, la presenza di Dio s'impossessò di me.
Sentivo chiaramente che il Signore era accanto a me.
Dopo un momento vidi il Signore tutto coperto di ferite, che mi disse: « Vedi chi hai sposato ».
Io compresi il significato di queste parole e risposi al Signore: « O Gesù, Ti amo maggiormente vedendoTi così ferito ed annientato, più che se Ti vedessi nella Tua Maestà ».
Gesù mi domandò: «
Risposi: « Una grande Maestà spaventa me che sono piccola; sono una nullità e le Tue Piaghe mi attirano verso il Tuo Cuore e mi parlano del Tuo grande amore per me ».
Dopo questo colloquio subentrò il silenzio.
Osservai attentamente le Sue sante Piaghe e mi sentii felice soffrendo con Lui.
Soffrendo non soffrivo, perché ero felice di conoscere la profondità del Suo amore e passò un'ora, che per me fu come un minuto.
+ Non giudicare mai nessuno: per gli altri avere occhi pieni d'indulgenza, per sé occhi severi.
Per ogni cosa fare riferimento a Dio ed ai miei occhi sentirmi quella che sono, cioè la più grande miseria e nullità.
Nelle sofferenze conservare la pazienza e la serenità, sapendo che col tempo tutto passa.
+ Di quello che ho vissuto nei momenti in cui ho fatto i voti perpetui, non conviene parlare.
Sono in Lui ed Egli è in me.
Nel momento in cui Mons. Vescovo mi ha messo l'anello, Iddio è penetrato in tutto il mio essere e non sapendolo descrivere sorvolo in silenzio su quel momento.
Dopo i voti perpetui il mio rapporto intimo con Dio è tanto stretto, quanto non è stato mai in precedenza.
Sento che amo Dio e sento che Egli ama me.
La mia anima dopo aver gustato Iddio, non saprebbe vivere senza di Lui.
Per me è più piacevole un'ora sola passata ai piedi dell'altare nella più grande aridità di spirito, che cento anni di piaceri nel mondo.
Preferisco essere uno zimbello insignificante in convento, piuttosto che una regina nel mondo.
+ Nasconderò agli occhi della gente tutto ciò che farò di buono, in modo che Dio solo sia la mia ricompensa.
Come una modesta violetta nascosta fra l'erba, che non ferisce il piede dell'uomo che la calpesta, ma emana profumo e, dimenticando completamente se stessa, cerca di essere gentile con la persona che l'ha calpestata.
Per la natura umana ciò è molto gravoso, ma la grazia di Dio ci viene in aiuto.
+ Ti ringrazio, Gesù, di questa grande grazia, perché m'hai fatto conoscere tutto l'abisso della mia miseria; so di essere una voragine di nullità e se la Tua santa grazia non mi sostenesse, in un attimo sarei annientata.
Perciò con ogni battito del cuore Ti ringrazio, o Dio, per la grande Misericordia che hai verso di me.
Domani debbo partire per Wilno.
Oggi sono andata a confessarmi da Padre Andrasz, un Sacerdote che ha un profondo spirito di Dio, quello che mi ha sciolto le ali per poter volare verso le altezze più inaccessibili.
Mi ha tranquillizzato in tutto e mi ha imposto di credere nella Provvidenza Divina: « Abbia fiducia ed avanzi con coraggio! ».
Dopo la confessione ho sentito in me una misteriosa forza divina.
Il Padre mi ha esortato insistentemente ad essere fedele alla grazia di Dio ed ha detto: « Se continuerà a conservare la semplicità e l'obbedienza, non le accadrà nulla di male.
Abbia fiducia in Dio; è sulla buona strada e in buone mani, nelle mani di Dio ».
+ La sera sono rimasta un po' più a lungo in cappella.
Ho parlato col Signore di una certa anima.
Incoraggiata dalla Sua bontà ho detto: « Gesù, mi hai dato questo Padre, che mi ha compreso per quanto riguarda queste ispirazioni e me lo togli di nuovo.
Che potrò fare io a Wilno? Non conosco nessuno, non capisco nemmeno come parla quella gente ».137
Ed il Signore mi ha detto: « Non temere, non ti lascerò sola ».
La mia anima si è immersa in una preghiera di ringraziamento per tutte le grazie che il Signore mi ha concesso per mezzo di Padre Andrasz.
Tutto ad un tratto mi è venuta in mente quella visione nella quale avevo visto un Sacerdote fra il confessionale e l'altare.
Mentre speravo di poterlo conoscere un giorno, mi sono tornate molto chiare in mente le parole, che avevo sentito allora: « Egli ti aiuterà a fare la Mia volontà sulla terra ».
Oggi 27 maggio 1933 parto per Wilno.
Quando sono uscita davanti alla casa, mi sono girata a guardare tutto l'orto e il fabbricato; quando ho diretto lo sguardo verso il noviziato, all'improvviso mi sono venute le lacrime agli occhi.
Pensavo a tutti i benefici ed alle grazie che il Signore mi aveva concesso.
Ad un tratto inaspettatamente, presso un'aiuola, vidi il Signore, che mi disse: «
La presenza di Dio, che m'investì mentre il Signore Gesù parlava, durò per tutto il tempo del viaggio.
Avevo il permesso di fermarmi a Czestochowa.138
Per la prima volta vidi la Madonna allorché mi recai, alle cinque del mattino, ad assistere allo scoprimento dell'immagine.
Rimasi là a pregare senza interruzione fino alle undici e mi sembrava d'essere appena arrivata.
La Superiora del luogo139 mandò una Suora a cercarmi perché andassi a colazione e perché si preoccupava che non facessi tardi al treno.
La Madre di Dio mi disse molte cose.140
Affidai a Lei i miei voti perpetui.
Sentivo di essere la Sua bambina e che Lei era mia Madre.
Non mi rifiutò nulla di quello che Le chiesi.
+ Oggi sono già a Wilno.
Il convento è costituito da casette sparse qua e là.
La cosa mi fa un effetto un po' strano, dopo i grandi edifici di Józefów.
Vi sono solo diciotto suore.
La casetta è piccola, ma l'affiatamento in questa comunità è una gran cosa.
Tutte le suore mi hanno accolta molto cordialmente e ciò mi è stato di grande incoraggiamento per affrontare le fatiche che mi attendevano.
Suor Giustina141 aveva perfino passato lo straccio sul pavimento per il mio arrivo.
+ Quando andai alla Benedizione Gesù m'illuminò sul modo di comportarmi con certe persone.
Mi strinsi con tutte le forze al Cuore dolcissimo di Gesù, vedendo che sarei stata esposta esternamente a distrazioni, in conseguenza del compito che ho da svolgere nell'orto e per il quale debbo avere rapporti con persone esterne.
+ È giunta la settimana della confessione ed ho visto con gioia quel Sacerdote, che avevo conosciuto prima di venire a Wilno.
L'avevo conosciuto in visione.
All'improvviso sentii nell'anima queste parole: «
Io però non mi sono fatta conoscere da lui, come desiderava il Signore.
E per un certo tempo ho lottato con la grazia.
In ogni confessione la grazia di Dio m'investiva misteriosamente, ma io non gli svelai la mia anima ed avevo intenzione di non confessarmi da quel Sacerdote.
Dopo tale proposito un'inquietudine tremenda s'impadronì della mia anima.
Dio mi rimproverò energicamente.
Quando svelai tutta la mia anima a quel Sacerdote, Gesù riversò sulla mia anima tutto un mare di grazie.
Ora comprendo quello che è la fedeltà ad una singola grazia e come essa attiri una serie di altre grazie.
+ O mio Gesù, tienimi accanto a Te.
Vedi come sono debole; da sola non faccio nemmeno un passo avanti.
Per questo, o Gesù, devi stare continuamente con me come una madre presso un bambino debole e anche di più.
Sono cominciate le giornate di lavoro, di lotte e di tribolazioni.
Tutto procede secondo il ritmo di una casa religiosa.
Si è sempre novizi; si debbono imparare e conoscere molte cose, poiché, sebbene la regola sia la stessa, ogni casa ha le sue usanze e perciò ogni cambiamento è un piccolo noviziato.
Festa della Madre di Dio della Misericordia.142
Oggi ho ottenuto una grande ed incomparabile grazia, puramente interiore, per la quale ringrazierò Dio in questa vita e per tutta l'eternità …
Gesù mi aveva detto che Gli sarebbe piaciuto soprattutto che meditassi la Sua dolorosa Passione.
In seguito a questa meditazione molta luce si riversa sulla mia anima.
Chi vuole imparare la vera umiltà, mediti la Passione di Gesù.
Quando medito la Passione di Gesù, riesco ad aver chiara la nozione di molte cose, che prima non riuscivo a capire.
Io desidero essere simile a Te, o Gesù, a Te crocifisso, maltrattato, umiliato.
O Gesù, imprimi nella mia anima e nel mio cuore la Tua umiltà.
Ti amo, Gesù, alla follia.
Amo Te annientato, come Ti descrive il profeta, ( Is 53,2-9 ) che per le grandi sofferenze non riusciva a scorgere in TE l'aspetto umano.
In tale stato Ti amo, Gesù, alla follia.
Dio Eterno ed immenso, che cosa ha mai fatto di Te l'amore? …
Ho cercato di fare l'ora santa ma l'ho cominciata con grande difficoltà.
Una certa nostalgia cominciò a lacerarmi il cuore.
La mia mente ne fu talmente offuscata che non riuscivo a comprendere nemmeno le semplici formule delle preghiere.
E in questo modo passò per me un'ora di preghiera, o meglio di lotta.
Decisi di pregare un'altra ora, ma le sofferenze ulteriori aumentarono: una grande aridità ed un grande sconforto.
Decisi di pregare per una terza ora.
In questa terza ora di preghiera, che decisi di fare in ginocchio senza alcun appoggio, il mio corpo cominciò a reclamare un po' di riposo.
Io però non cedetti in nulla.
Misi le braccia a forma di croce e senza pronunciare una parola, andai avanti così con la forza della volontà.
Dopo un po' mi tolsi l'anello dal dito e chiesi a Gesù di guardare quell'anello, che è il segno della nostra unione eterna ed offrii a Gesù i sentimenti che avevo il giorno dei voti perpetui.
Poco dopo sentii che il mio cuore era inondato da un'onda d'amore; all'improvviso il raccoglimento dello spirito; il silenzio dei sensi; la presenza di Dio che investe l'anima.
So questo soltanto, che ci siamo Gesù ed io.
L'ho visto con lo stesso aspetto che aveva quando lo vidi qualche momento dopo i voti perpetui, mentre facevo l'ora santa.
Gesù si è presentato improvvisamente davanti a me privo delle vesti, coperto di piaghe su tutto il corpo, con gli occhi inondati di sangue e di lacrime, col volto deturpato, coperto di sputi.
D'un tratto il Signore mi ha detto: «
Compresi queste parole fino in fondo.
Qui non c'è possibilità di alcun dubbio.
La mia somiglianza con Gesù deve avvenire attraverso la sofferenza e l'umiltà.
«
Una volta che avevo fatto una novena allo Spirito Santo riguardo al
confessore, il Signore mi rispose: «
Ed io mi comportai secondo il desiderio di Dio ed una profonda pace regnò nella mia anima.
Ora comprendo quanto Dio difenda i confessori, e quanto stia dalla loro parte.
Un consiglio del reverendo dr. Sopocko.
« Senza umiltà non possiamo piacere a Dio.
Esercitati nel terzo grado dell'umiltà,145 cioè non solo non ricorrere a spiegazioni e giustificazioni, quando ci rimproverano qualche cosa, ma rallegrarsi dell'umiliazione.
Se le cose di cui mi parli, provengono veramente da Dio, prepara la tua anima a grandi sofferenze.
Incontrerai disapprovazioni e persecuzioni; ti considereranno un'isterica ed una stravagante; ma Dio non ti risparmierà la Sua grazia.
Le vere opere di Dio incontrano sempre difficoltà e sono contraddistinte dalla sofferenza.
Se Dio vuole realizzare qualche cosa, prima o poi la realizza, nonostante le difficoltà e gli ostacoli; e tu frattanto armati di tanta pazienza ».
Quando il reverendo dr. Sopocko andò in Terra Santa,146 in quel periodo confessò la comunità il padre gesuita Dabrowski.147
In una delle mie confessioni mi domandò se mi rendevo conto della vita superiore che c'è nella mia anima e che è ad un grado estremamente alto.
Risposi di rendermene conto e di conoscere quello che avviene nel mio intimo.
Alla mia risposta il Padre replicò: « Non le è lecito, sorella, distruggere quanto ha dentro l'anima, né mutarlo di sua iniziativa.
Non in tutte le anime è evidente la grande felicità, che si trova nella vita interiore, la quale presso di lei, sorella, è visibile perché vi è in un grado altissimo.
Stia attenta, sorella, a non sciupare queste grandi grazie di Dio, grande per loro [ la frase è rimasta interrotta ].
Però questo Padre in precedenza mi aveva sottoposto a molte prove.
E quando gli dissi che il Signore voleva da me quelle cose,148 si prese gioco di me e mi ordinò di andare a confessarmi alle otto di sera.
E quando andai alle otto, il frate converso stava chiudendo la chiesa.
E quando gli dissi di far sapere al Padre che ero venuta e che era stato il Padre a dirmi di andare a quell'ora, il buon fraticello andò ed avvertì il Padre.
Il Padre gli ordinò di rispondere che a quell'ora i Padri non confessano.
E me ne tornai a casa senza aver fatto niente e non mi confessai più da lui, ma feci per lui un'ora di adorazione e certe mortificazioni, per impetrargli da Dio lumi per conoscere le anime.
Ma quando il reverendo dr. Sopocko partì e lui lo sostituì, fui costretta ad andare a confessarmi da lui.
Eppure, sebbene prima non avesse voluto riconoscerle, ora mi obbliga ad una grande fedeltà a queste ispirazioni spirituali.
Talvolta Dio permette che avvenga così, ma sia lodato in ogni cosa.
Occorre tuttavia una grande grazia per non vacillare.
Indice |
134 | Nella CSBVMM c'era l'usanza che le suore ogni mese chiedevano alla superiora il permesso per fare delle piccole mortificazioni, la recita di preghiere non in uso in congregazione, la dispensa dall'osservanza di certe norme alle quali temporaneamente non potevano sottostare e molte altre cose, secondo le necessità di ogni singola suora |
135 | Si tratta di Mons. Rospond ( nota 28 ) |
136 | I Padri Gesuiti durante la terza probazione, prima di emettere i voti solenni, fanno trenta giorni di esercizi spirituali |
137 | I Lituani che abitavano a Wilno facevano normalmente uso della lingua lituana, mentre i Polacchi del posto parlavano un loro dialetto, che si differenziava dalla corretta lingua polacca |
138 | La città presso la quale si trova da oltre 600 anni il celeberrimo santuario nazionale della « Madonna Nera », mèta di centinaia di pellegrini da ogni parte del mondo; cuore pulsante della Polonia cattolica |
139 | Madre Serafina Kukulska (1873-196-11 (A. CSBVMM. C e LM) |
140 | Nella lettera, scritta subito dopo il suo arrivo a Wilno al P. Giuseppe Andrasz, Santa Faustina ci fa sapere alcune cose dettele dalla Madonna durante la sua lunga sosta in preghiera nel santuario: « Non aver paura di nulla. Mia figlia fedele. Parla coraggiosamente della misericordia di Dio per gli uomini, affinché le anime acquistino fiducia verso di Lui. La misericordia è il più grande ornamento del Trono divino » (L. SF., p. 61) |
141 | Sr. Giustina Golofit, nata nel 1908, entrata in congregazione nel 1927, amica di Santa Faustina fin dal noviziato. Ha lavorato in cucina a Varsavia, Wilno e Radom. È stata teste nel processo informativo della Santa. È morta a Varsavia il 28 aprile 1989 |
142 | È la festa patronale della congregazione, che si celebra il 5 agosto |
144 | Diario, Q. I, pp. 19 e 24 |
145 | I maestri della vita spirituale dividono la virtù dell'umiltà in vari gradi. Nella CSBVMM le suore modellano la loro vita sull'ascosi di Smt'Ignazio, che enumera tre gradi di umiltà |
146 | Nota 99 |
147 | Padre Casimiro Dabrowski S.J., nato 1'8 febbraio 1890. Ordinato sacerdote il 29 maggio 1920, dopo sei anni di lavoro in diocesi entrò nella Compagnia, di Gesù, dove lavorò come missionario, conferenziere e confessore |
148 | Cioè che venisse dipinta l'immagine della Divina Misericordia, fissata la festa della Divina Misericordia e fondata una nuova congregazione |