Diario di M. Faustina Kowalska

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1934-1935. Ultimo giorno dell'anno.

Ho avuto il permesso di non andare a dormire, ma di pregare in cappella.

Una delle nostre suore mi ha pregato di offrire per lei un'ora di adorazione.

Le ho risposto di sì ed ho pregato per lei un'ora intera.

Durante la preghiera Dio mi ha fatto conoscere quanto Gli è cara quella piccola anima.

La seconda ora di adorazione l'ho offerta per la conversione dei peccatori e specialmente in riparazione delle offese che nel momento presente vengono fatte a Dio.

Quanto viene offeso Iddio!

La terza ora l'ho offerta secondo l'intenzione del mio padre spirituale, ho pregato fervorosamente perché venga illuminato in merito ad una questione particolare.

Suonano infine le dodici, l'ultima ora dell'anno, che ho finito nel nome della SS.ma Trinità, come del resto nel nome della SS.ma Trinità ho cominciato la prima ora dell'Anno Nuovo.

Ho chiesto la benedizione ad ognuna delle Persone ed ho guardato con grande fiducia all'Anno Nuovo, che non sarà certamente avaro di sofferenze.

O Ostia Santa, in cui è contenuto il testamento della Divina Misericordia per noi e specialmente per i poveri peccatori.

O Ostia Santa, in cui è contenuto il Corpo ed il Sangue del Signore Gesù, come dimostrazione dell'infinita Misericordia verso di noi, ma specialmente verso i peccatori.

O Ostia Santa, in cui è contenuta la vita eterna e l'infinita Misericordia elargita in abbondanza a noi, ma specialmente ai poveri peccatori.

O Ostia Santa, in cui è contenuta la Misericordia del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo verso di noi, ma specialmente verso i poveri peccatori.

O Ostia Santa, in cui è contenuto il prezzo infinito della Misericordia, che ripagherà tutti i nostri debiti, ma specialmente quelli dei poveri peccatori.

O Ostia Santa, in cui è contenuta la sorgente di acqua viva, che scaturisce dalla Misericordia infinita per noi, ma specialmente per i poveri peccatori.

O Ostia Santa, in cui è contenuto il fuoco dell'amore più puro, che arde dal seno dell'Eterno Padre, come da un abisso di Misericordia infinita per noi, ma specialmente per i poveri peccatori.

O Ostia Santa, in cui è contenuta la medicina per tutte le nostre debolezze, che sgorga dalla Misericordia infinita come da una sorgente, per noi e specialmente per i poveri peccatori.

O Ostia Santa, in cui è contenuto il vincolo di unione fra Dio e noi, grazie all'infinita Misericordia per noi e specialmente per i poveri peccatori.

O Ostia Santa, in cui sono contenuti tutti i sentimenti del Cuore dolcissimo di Gesù verso di noi e specialmente per i poveri peccatori.

O Ostia Santa, nostra unica speranza in tutte le sofferenze e contrarietà della vita.

O Ostia Santa, nostra unica speranza fra le tenebre e le tempeste inferiori ed esteriori.

O Ostia Santa, nostra unica speranza in vita e nell'ora della morte.

O Ostia Santa, nostra unica speranza fra gli insuccessi e nell'abisso della disperazione.

O Ostia Santa, nostra unica speranza in mezzo alle menzogne ed ai tradimenti.

O Ostia Santa, nostra unica speranza fra le tenebre e le empietà che sommergono la terra.

O Ostia Santa, nostra unica speranza in mezzo alla nostalgia ed al dolore, per il quale nessuno ci comprende.

O Ostia Santa, nostra unica speranza in mezzo alle fatiche ed al grigiore della vita di ogni giorno.

O Ostia Santa, nostra unica speranza quando le nostre aspirazioni e le nostre fatiche vanno in fumo.

O Ostia Santa, nostra unica speranza fra i colpi dei nemici e gli assalti dell'inferno.

O Ostia Santa, confiderò in Te quando le difficoltà della vita supereranno le mie forze ed i miei sforzi risulteranno inutili.

O Ostia Santa, confiderò in Te quando le tempeste sconvolgeranno il mio cuore ed il mio spirito atterrito comincerà a piegarsi verso il dubbio che corrode.

O Ostia Santa, confiderò in Te quando il mio cuore comincerà a tremare ed un sudore mortale mi bagnerà la fronte.

O Ostia Santa, confiderò in Te quando tutto si rivolgerà contro di me e la nera disperazione s'insinuerà nella mia anima.

O Ostia Santa, confiderò in Te quando il mio sguardo si spegnerà per tutto ciò che è terreno, ed il mio spirito vedrà per la prima volta mondi sconosciuti.

O Ostia Santa, confiderò in Te quando i miei impegni saranno al di sopra delle mie forze e l'insuccesso sarà per me la sorte abituale.

O Ostia Santa, confiderò in Te quando l'osservanza delle virtù mi apparirà difficile e la mia natura si ribellerà.

O Ostia Santa, confiderò in Te quando i colpi dei nemici saranno diretti contro di me.

O Ostia Santa, confiderò in Te quando le mie fatiche ed i miei sforzi non verranno approvati dalla gente.

O Ostia Santa, confiderò in Te quando sopra di me risuonerà il Tuo giudizio; in quel momento confiderò nell'oceano della Tua Misericordia.

+ O Santissima Trinità, confido nella Tua infinita Misericordia.

Iddio è mio Padre, quindi io, come Sua figliola, ho ogni diritto sul Suo Cuore divino e quanto più grandi sono le tenebre, tanto più decisa dev'essere la nostra fiducia.

Non riesco a comprendere come si possa non aver fiducia in Colui che può tutto.

Con Lui tutto, senza di Lui nulla.

Egli, il Signore, non permetterà né lascerà che restino confusi coloro che hanno posto in Lui tutta la loro fiducia.

10.1.1935. + Giovedì.

La sera durante la benedizione, cominciai ad essere tormentata da pensieri di questo genere: tutto quello che dico della grande Misericordia di Dio, non è per caso una menzogna od un'illusione?… e volevo riflettere per un po' su questo argomento, quando all'improvviso sentii nel mio intimo una voce forte e chiara: « Tutto quello che dici della Mia bontà è vero e non ci sono espressioni sufficienti per esaltare la Mia bontà ».

Queste parole furono così piene di forza e così chiare, che darei la vita per esse, per confermare che provenivano dal Signore.

Le riconosco dalla profonda serenità che in quei momenti mi viene trasmessa e che mi rimane anche in seguito.

Tale serenità mi dà una forza ed un'energia così grandi, che nulla sono le difficoltà, le contrarietà, le sofferenze e la morte stessa.

Questa luce mi ha sollevato un lembo di mistero, cioè mi ha fatto capire che tutti gli sforzi che intraprendo perché le anime conoscano la Misericordia del Signore, sono molto graditi a Dio e da ciò è venuta alla mia anima una tale gioia, che non so se in paradiso ce ne possa essere una maggiore.

Oh! se le anime volessero ascoltare almeno un po' la voce della coscienza e la voce, cioè l'ispirazione dello Spirito Santo!

Dico « almeno un po' », dato che una volta che ci consegnamo all'influsso dello Spirito di Dio, Egli stesso completerà quello che manca a noi.

+ Capodanno 1935.

A Gesù piace partecipare alle più piccole circostanze della nostra vita e soddisfa talvolta i miei desideri segreti, quelli che certe volte nascondo anche a Lui, sebbene lo sappia che per Lui non ci può essere nulla di segreto.

A Capodanno da noi c'è l'usanza di estrarre il Patrono163particolare per tutto l'anno.

La mattina, durante la meditazione, mi venne uno di questi segreti desideri, e cioè che Gesù Eucaristico fosse il mio Patrono particolare anche per quest'anno, come per il passato.

Nascosi però questo mio desiderio al mio Diletto; parlai con Lui di tutto, ad eccezione del fatto che Lo volevo come Patrono.

Quando andammo in refettorio per la colazione, dopo aver fatto il segno della croce, ebbe inizio l'estrazione dei Patroni.

Appena mi avvicinai alle immaginette sulle quali erano scritti i Patroni, ne presi una senza pensarci e non la lessi subito.

Volevo mortificarmi per qualche minuto.

All'improvviso sento nel mio intimo una voce: « Sono il tuo Patrono, leggi ».

Allora guardai subito quello che c'era scritto e lessi: « Patrono per il 1935 la Santissima Eucaristia ».

Il cuore mi sobbalzò dalla gioia e mi allontanai alla chetichella dal gruppo delle suore ed andai almeno per un momento davanti al SS.mo Sacramento e là diedi sfogo ai sentimenti del mio cuore.

Gesù però mi fece osservare in modo delicato che in quel momento avrei dovuto essere con le consorelle.

Andai immediatamente, attenendomi alla regola.

O Santa Trinità, Unico Dio, insondabile nella grandezza della Misericordia verso le creature e specialmente verso i poveri peccatori.

Hai mostrato l'abisso insondabile della Tua Misericordia, che nessuna mente, né umana né angelica, è riuscita mai a scandagliare.

Il nostro nulla e la nostra miseria sprofondano nella Tua grandezza.

O Bontà infinita, chi può adorarti degnamente?

Si trova un'anima che possa comprendere il Tuo amore?

O Gesù, tali anime esistono, ma non sono molte.

+ Un giorno, durante la meditazione del mattino, sentii questa voce; « Io Stesso sono la tua guida, sono stato, sono e sarò; ma dato che Mi hai chiesto un aiuto visibile, te l'ho dato.

L'ho scelto Io Stesso ancor prima che Me lo chiedessi, poiché l'esige la Mia causa.

Sappi che le mancanze che commetti contro di lui, feriscono il Mio Cuore.

Guardati bene in modo particolare dall'agire di testa tua; in ogni più piccola cosa ci sia il sigillo dell'obbedienza ».

Col cuore contrito ed annientato chiesi perdono al Signore Gesù per quelle mancanze.

Chiesi perdono anche al padre spirituale e feci il proposito di non far nulla, piuttosto che fare molto e male.

O Gesù buono, Ti ringrazio per questa grande grazia, cioè per avermi fatto conoscere quello che sono per me stessa: miseria e peccato, nient'altro.

Da me stessa posso fare una cosa soltanto, cioè offenderTi, o mio Dio, poiché la miseria non può fare nient'altro da se stessa che offendere Te, o Bontà infinita.

+ Una volta mi venne chiesto di pregare per una certa anima.

Decisi di fare subito una novena alla Misericordia del Signore ed alla novena aggiunsi una mortificazione, che consisteva nel tenere in entrambe le gambe una catenella di ferro164 per la durata della santa Messa.

Erano tre giorni che facevo quella penitenza, quando andai a confessarmi e dissi al padre spirituale che avevo intrapreso quella mortificazione col suo permesso presunto.

Pensavo infatti che il Padre spirituale non avrebbe avuto nulla contro di ciò.

Invece la risposta che ascoltai fu il contrario, cioè che non dovevo far nulla di mia iniziativa, senza il permesso.

O mio Gesù, ecco ho agito di nuovo a mio arbitrio, ma non perdo il coraggio a causa delle mie mancanze; so bene che sono miseria.

A motivo della salute non ottenni il permesso, ed il Padre spirituale si meravigliò che avessi potuto sottopormi a maggiori mortificazioni senza il suo permesso.

Chiesi perdono per il mio comportamento arbitrario, o meglio per aver agito con un permesso presunto e chiesi che mi venisse cambiata quella penitenza in un'altra.

Il Padre spirituale me la cambiò in una mortificazione interiore, invitandomi a riflettere, durante la santa Messa, al motivo per cui Gesù volle essere battezzato.

Quella meditazione non fu una mortificazione per me, dato che pensare a Dio è una delizia, e non una mortificazione; ma in quello c'era la mortificazione della volontà, dato che facevo non quello che piaceva a me, ma quello che mi era stato indicato ed appunto in questo consiste la mortificazione inferiore.

Dopo che mi fui allontanata dal confessionale e cominciai a fare la penitenza, udii queste parole: « Ho concesso la grazia all'anima, per la quale Mi hai pregato, ma non per la tua mortificazione, quella che ti eri scelta da sola, bensì solo per l'atto di obbedienza totale verso il Mio sostituto ho fatto grazia all'anima, per la quale hai interceduto presso di Me e per la quale hai mendicato la Misericordia.

Sappi che quando annienti in te la tua propria volontà, allora la Mia regna in Te ».

O mio Gesù, abbi pazienza con me.

Ora starò più attenta per l'avvenire.

Questo proposito non lo baso su me stessa, ma sulla Tua grazia e bontà, che è così grande verso di me tanto misera.

+ Una volta Gesù mi fece conoscere che quando Lo prego per qualche intenzione, che talvolta mi viene raccomandata, è sempre pronto a concedere le Sue grazie, solo che non sempre le anime le vogliono accettare: « Il Mio Cuore è stracolmo di tanta Misericordia per le anime e soprattutto per i poveri peccatori.

Oh! se riuscissero a capire che Io sono per loro il migliore dei Padri; che per loro è scaturito dal Mio Cuore Sangue ed Acqua, come da una sorgente strapiena di Misericordia; che per loro dimoro nel tabernacolo e come Re di Misericordia desidero colmare le anime di grazie, ma non vogliono accettarle.

Vieni almeno tu il più spesso possibile a prendere le grazie che essi non vogliono accettare e con ciò consolerai il Mio Cuore.

Oh! quanto è grande l'indifferenza delle anime per tanta bontà, per tante prove d'amore!

Il Mio Cuore è ripagato solo con ingratitudine e trascuratezza da parte delle anime che vivono nel mondo.

Hanno tempo per ogni cosa; per venire da Me a prendere le grazie non hanno tempo.

E perciò Mi rivolgo a voi, a voi, anime elette!

Anche voi non comprendete l'amore del Mio Cuore?

E anche qui è rimasto deluso il Mio Cuore.

Non trovo il completo abbandono al Mio amore.

Tante riserve! Tanta diffidenza! Tanta cautela!

Per tua consolazione ti dirò che ci sono anime che vivono nel mondo, che Mi amano sinceramente; dimoro nei loro cuori con delizia.

Ma non sono molte.

Anche nei conventi ci sono tali anime che riempiono di gioia il Mio Cuore; in esse sono impressi i Miei lineamenti e per questo il Padre Celeste guarda a loro con un compiacimento particolare.

Esse saranno la meraviglia degli angeli e degli uomini.

Il loro numero è molto piccolo.

Esse costituiscono una difesa di fronte alla giustizia del Padre Celeste ed impetrano la Misericordia per il mondo.

L'amore di queste anime ed il loro sacrificio mantengono l'esistenza del mondo.

Quello che ferisce più dolorosamente il Mio Cuore è l'infedeltà di un'anima che Io ho scelto in modo particolare.

Quelle infedeltà sono come lame taglienti che trafiggono il Mio Cuore ».

29.1.1935.

Questo martedì mattina, durante la meditazione, ho visto interiormente il Santo Padre che celebrava la santa Messa.

Dopo il « Pater noster » si è messo a parlare con Gesù della causa, di cui Gesù aveva ordinato a me di parlarGli.

Benché io non abbia parlato di ciò personalmente col Santo Padre, dato che l'argomento è stato trattato da qualcun altro,165 in questo momento però io so, per conoscenza interiore, che il Santo Padre sta riflettendo su tale questione, che in breve tempo si evolverà secondo i desideri di Gesù.

Prima degli esercizi spirituali di otto giorni, andai dal mio direttore spirituale, a chiedergli il permesso per certe mortificazioni da fare durante gli esercizi, tuttavia non ottenni il permesso per tutto quello che avevo chiesto, ma solo per alcune. Ottenni l'autorizzazione per un'ora di meditazione sulla Passione del Signore Gesù e per certi atti di umiliazione.

Ero rimasta però un po' insoddisfatta, per non aver ottenuto il permesso per tutto quello che avevo chiesto.

Quando tornammo a casa, entrai un momento in cappella e subito udii nel mio intimo una voce: « Un'ora di meditazione sulla Mia dolorosa Passione ha un merito maggiore di un anno intero di flagellazioni a sangue.

La meditazione sulle Mie Piaghe dolorose è di grande profitto per te ed a Me procura una grande gioia.

Mi stupisce che tu non abbia ancora rinunciato completamente alla tua volontà, ma gioisco enormemente pensando che tale cambiamento avverrà durante gli esercizi spirituali ».

Questo stesso giorno, mentre ero in chiesa ed aspettavo di confessarmi, vidi gli stessi raggi che uscivano dall'ostensorio e si propagavano per tutta la chiesa.

Questo durò per tutto il tempo della funzione.

Dopo la benedizione si proiettarono su entrambi i lati e poi rientrarono nell'ostensorio.

Ad osservarli erano chiari e limpidi come il cristallo.

Chiesi a Gesù che si degnasse di accendere il fuoco del Suo amore in tutte le anime indifferenti.

Sotto questi raggi il cuore si riscalda, anche se fosse freddo come un pezzo di ghiaccio; se fosse duro come la roccia, si ridurrebbe in polvere.

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163 Su delle immaginette o su dei pezzetti di carta si scrivono i nomi delle Persone Divine e di vari santi ed il primo dell'anno, durante la colazione, le suore ne scelgono uno.
Il santo che è scritto sul retro del bigliettino è il patrono per tutto l'anno della suora che l'ha scelto ( Cons. Congr. )
164 « La catenella », come la cintura ( nota 125 ) è fatta con rete pungente di ferro a forma di braccialetto e si usa come strumento di penitenza
165 Da una lettera di novembre del 1937 di Don Sopocko a Santa Faustina, sappiamo che questi aveva parlato col Nunzio Apostolico, S. E. Monsignor Cortesi, dell'istituzione della festa della Divina Misericordia e contava che il Nunzio ne avrebbe parlato al Santo Padre ( L. M8, n. 160)