Diario di M. Faustina Kowalska |
+ G.M.G.
Wilno, 4.II.1935
O Gesù, Re di Misericordia, ecco di nuovo un momento in cui rimango faccia a faccia con Te.
Per questo T'imploro per tutto l'amore di cui arde il Tuo Cuore Divino, annienta in me completamente l'amor proprio ed in cambio infiamma il mio cuore del fuoco del Tuo amore purissimo.
Verso sera, finita la predica, udii queste parole: «
Nella meditazione fondamentale sullo scopo, cioè sulla scelta dell'amore, l'anima deve amare, ha bisogno di amare; l'anima deve riversare il suo amore, non nel fango, non nel vuoto, ma in Dio.
Come gioisco quando rifletto su questo, poiché sento che nel mio cuore c'è soltanto Lui.
Gesù solo ed unico; e amo le creature in quanto mi aiutano ad unirmi a Dio.
Amo tutti gli uomini per questo, poiché vedo in essi l'immagine di Dio.
+ G.M.G.
Wilno, 4.II.1935
Nel momento in cui m'inginocchiai per depennare la volontà come
mi aveva ordinato il Signore, udii nel mio intimo questa voce: «
+ G.M.G.
Wilno, 4.II.1935
Da oggi, faccio la Volontà di Dio, ovunque, sempre, in tutto.166
+ G.M.G.
Wilno, 8.II.1935
Lavoro interiore particolare, cioè esame di coscienza.
Sul rinnegamento di se stessa, della propria volontà.
I. Rinnegamento dell'intelletto, cioè sua sottomissione all'intelletto di coloro che per me qui in terra sostituiscono Dio.
II. Rinnegamento della volontà, cioè fare la volontà di Dio, che a me si manifesta nella volontà di coloro che per me sostituiscono Dio e che è contenuta nelle regole del nostro ordine.
III. Rinnegamento del giudizio, cioè accettare immediatamente senza pensarci su, senza analizzarlo, senza discuterlo, ogni ordine che mi viene dato da coloro che per me sostituiscono Dio.
IV. Rinnegamento della lingua.
Non le darò la più piccola libertà; in un solo caso gliela darò completa, cioè quando si tratta di proclamare la gloria di Dio.
Ogni volta che mi accosto alla santa Comunione, prego che Gesù rafforzi e purifichi la mia lingua, in modo che io non ferisca il prossimo con essa.
Per lo stesso motivo tengo nella massima considerazione la regola che mi parla del silenzio.
O Gesù mio, ho fiducia che la Tua grazia mi aiuti a mettere in pratica questi propositi.
Benché i punti suddetti siano compresi nel voto di obbedienza, tuttavia desidero esercitarmi in essi in modo del tutto particolare, in quanto costituiscono l'essenza della vita religiosa.
Gesù Misericordioso, Ti prego ardentemente, illumina il mio intelletto, perché possa conoscere meglio Te, che sei l'Essere Infinito, e possa conoscere meglio me stessa, che sono il niente personificato.
Dalla santa confessione dovremmo ricavare due benefici.
Alla confessione andiamo: primo, per essere guariti; secondo, per essere educati.
La nostra anima ha bisogno di essere educata continuamente, come un bambino.
O mio Gesù, comprendo profondamente queste parole e so per esperienza che un'anima con le proprie forze non arriva lontano, si affatica molto, non fa nulla per la gloria di Dio; sbaglia continuamente, poiché la nostra mente è ottenebrata e non riesce a distinguere i fatti suoi.
Avrò un'attenzione particolare per due cose: la prima è quella di scegliere per la confessione quello che mi umilia di più, anche se si tratta di una piccola cosa, che però mi costa167 e per questo ne parlerò; la seconda è quella di esercitarmi nella contrizione; non solo prima di confessarmi, ma in ogni esame di coscienza cercherò di suscitare in me il dolore perfetto e ciò soprattutto prima di mettermi a riposare.
Ed una parola ancora: l'anima che desidera veramente progredire sulla via della perfezione, deve attenersi scrupolosamente ai consigli che le vengono dati dal direttore spirituale.
Tanta è la santità, quanta la dipendenza.
Una volta, mentre parlavo col direttore della mia anima, in un lampo più veloce di quello di un fulmine, vidi interiormente la sua anima in una grande tribolazione, in un tale tormento, che sono poche le anime che Iddio prova con tale fuoco.
Tali sofferenze gli provengono da quest'opera.168
Verrà un momento nel quale quest'opera, che pure Dio raccomanda tanto, sembrerà in completo sfacelo ed all'improvviso seguirà l'azione di Dio con grande energia, la quale darà testimonianza alla verità.
Essa, l'opera, sarà un nuovo splendore per la Chiesa, sebbene esistesse già da molto tempo in essa.
Che Dio sia infinitamente misericordioso, nessuno può negarlo.
Egli desidera che questo lo sappiano tutti, prima che torni come Giudice; vuole che le anime Lo conoscano prima come Re di Misericordia.
Quando si verificherà questo trionfo, noi saremo già nella nuova vita, dove non ci sono sofferenze.
Ma prima la tua anima sarà saziata d'amarezze al vedere la distruzione dei tuoi sforzi.
Questa distruzione però sarà soltanto apparente, poiché Iddio non cambia quello che ha stabilito una volta.
Ma anche se la distruzione sarà apparente, le sofferenze invece saranno reali.
Quando ciò avverrà, non lo so; quanto durerà, non lo so.169
Ma Dio ha promesso una grande grazia specialmente a te
e a tutti170 «
Durante un'adorazione, Gesù mi promise: «
Non faccio alcun movimento, alcun gesto perché piace a me, perché sono vincolata dalla grazia; continuamente attendo a ciò che è più gradito a Gesù.
Durante una meditazione sull'obbedienza udii queste parole: «
Cercai di ascoltare con la massima attenzione ed applicai tutto al mio cuore, come faccio per ogni meditazione.
Quando il sacerdote pronunciò queste parole, che un'anima obbediente si riempie della forza di Dio, udii quanto segue: «
Io dissi al Signore: « Gesù, illumina Tu la mia anima, poiché diversamente capirò ben poco di queste parole ».
So che non vivo per me, ma per un gran numero di anime.
So che le grazie date a me, non sono soltanto per me, ma anche per le anime.
O Gesù, l'abisso della Tua Misericordia si è riversato nella mia anima, che è l'abisso stesso della miseria.
Ti ringrazio, Gesù, per le grazie e le piccole croci che mi dai in ogni momento della vita.
All'inizio degli esercizi spirituali sul soffitto della cappella vidi Gesù crocifisso che guardava alle suore con tanto amore, ma non a tutte.
C'erano tre suore,172 alle quali il Signore guardò con uno sguardo severo.
Non so, non so per quali motivi, so soltanto che è una cosa terribile vedere uno sguardo simile che è lo sguardo del Giudice severo.
Quello sguardo non riguardava me, eppure allibii per lo spavento, mentre scrivo tremo ancora tutta.
Non ebbi il coraggio di dire una sola parola a Gesù, mi vennero a mancare le forze fisiche e pensavo che non avrei resistito fino alla fine della predica.
Il giorno dopo vidi la stessa cosa, come la prima volta, e osai proferire queste parole: « Gesù, quanto è grande la Tua Misericordia! ».
Il terzo giorno si ripeté ancora lo stesso sguardo su tutte le suore con grande amabilità, ad eccezione di quelle tre suore.
Allora presi il coraggio che proveniva dall'impulso verso l'amore del prossimo e dissi al Signore: « Tu sei la Misericordia personificata, come Tu stesso mi hai detto.
Ti scongiuro quindi per la potenza della Tua Misericordia, rivolgi il Tuo sguardo benigno anche su quelle tre suore, e se ciò non s'accorda con la Tua sapienza, Ti prego di fare uno scambio: il Tuo sguardo benevolo verso la mia anima, sia per loro, e il Tuo sguardo severo verso le loro anime, sia per me.
All'istante Gesù mi disse queste parole: «
E subito avvolse le tre suore con uno sguardo misericordioso.
Alla vista della bontà di Dio, il cuore mi cominciò a battere per la grande gioia.
Quando feci l'adorazione dalle 9 alle 10 erano rimaste anche altre quattro suore.
Mentre mi avvicinavo all'altare e meditavo sulla Passione del Signore Gesù, in quello stesso momento un dolore tremendo inondò la mia anima, a causa dell'ingratitudine di un gran numero di anime che vivono nel mondo, ma mi addolorava specialmente l'ingratitudine delle anime scelte in modo particolare da Dio.
Non c'è modo di esprimerla, né di confrontarla.
Alla vista di quella ingratitudine, che è la più nera, sentii come se il cuore mi si schiantasse, mi vennero a mancare completamente le forze fisiche e caddi con la faccia a terra, senza nascondere un pianto dirotto.
Ogni volta che rievocavo la grande Misericordia di Dio e l'ingratitudine delle anime, il dolore trafiggeva il mio cuore e comprendevo quanto ciò ferisse il Cuore dolcissimo di Gesù.
Con cuore ardente rinnovai il mio atto di offerta per i peccatori.
Con gioia e desiderio ho accostato le mie labbra al calice dell'amarezza, che prendo ogni giorno dalla S. Messa.
La piccola porzione, che Gesù mi ha assegnato per ogni momento, anche quella non la cederò a nessuno.
Conforterò continuamente il dolcissimo Cuore Eucaristico; suonerò canti di riconoscenza sulle corde del mio cuore; la sofferenza è il tono più armonioso.
Cercherò con cura di capire con che cosa posso rallegrare oggi il Tuo Cuore.
I giorni della vita non sono uniformi; quando le nuvole nere mi copriranno il sole, cercherò come l'aquila di attraversare la loro barriera, per far conoscere agli altri che il sole non si spegne.
Sento che Iddio mi permette di scostare i veli, affinché la terra non abbia dubbi sulla Sua bontà.
Iddio non va soggetto ad eclissi, ne a cambiamenti; rimane per l'eternità Uno e sempre lo Stesso.
Niente può opporsi alla Sua volontà.
Sento in me una forza sovrumana, sento il coraggio e l'energia che mi viene attraverso la grazia che dimora in me.
Comprendo le anime che soffrono perché prive di speranza, poiché ho provato su di me questo tormento.
Iddio però non da prove al di sopra delle forze.
Spesso ho vissuto di speranza contro ogni speranza ed ho spinto la mia speranza fino alla totale fiducia in Dio.
Avvenga di me quello che ha stabilito dall'eternità.
Indice |
166 | Qui e alla pagina precedente è stato riprodotto, secondo il manoscritto del Diario, il modo in cui Santa Faustina: ha eseguito quello che Gesù le ha chiesto di fare |
167 | Questo proposito dimostra l'intenso lavoro inferiore di Santa Faustina. Talvolta una piccola cosa costa molto al nostro amor proprio |
168 | « Quest'opera… », cioè il complesso degli elementi che costituiscono la « Devozione alla Divina Misericordia »: l'immagine, la testa, la novena, la coroncina, ecc. (cfr. anche Diario, Q. V, p. 31) |
169 | Vedi Appendice n. 3 |
170 | A questo punto Santa Faustina è passata dalla descrizione della visione alla citazione delle parole del Signore senza dirlo esplicitamente |
171 | Dalla parola « sì » Santa Faustina, senza alcun segno grafico; comincia a riferire le parole di Gesù che ha ascoltato nel suo intimo |
172 | A Wilno allora c'erano diciassette suore. Per gli esercizi spirituali venivano suore anche da altre case. È impossibile quindi stabilire di chi si trattasse. Don M. Sopocko aveva raccomandato a Santa Faustina di non scrivere i nomi delle suore nel diario. Lui stesso non conosceva di chi si trattasse (cfr. L. MS. del 31.III.1972) |