Esercizi Spirituali |
[218] Prima contemplazione: Cristo nostro Signore appare a nostra Signora
[219]. La solita preghiera preparatoria.
Il primo preludio è il soggetto della contemplazione: dopo che Cristo spirò sulla croce e il corpo rimase separato dall'anima, ma sempre unito con la divinità, la sua anima beata discese agli inferi, ugualmente unita con la divinità; liberò di là le anime giuste e, ritornato al sepolcro e resuscitato, apparve in corpo e anima alla sua Madre benedetta.
[220] Il secondo preludio è la composizione vedendo il luogo: qui sarà vedere la disposizione del santo sepolcro e l'ambiente o la casa di nostra Signora, osservando le sue parti separatamente, per esempio la stanza, il posto di preghiera, e così via.
[221] Il terzo preludio consiste nel domandare quello che voglio: qui sarà chiedere la grazia di allietarmi e gioire intensamente per la grande gloria e gioia di Cristo nostro Signore.
[222] Primo, secondo e terzo punto: sono gli stessi che si sono considerati nell'ultima cena di Cristo nostro Signore.
[223] Quarto punto: considero che la divinità, che nella passione sembrava nascondersi, ora appare e si manifesta così miracolosamente nella santissima risurrezione, attraverso i suoi veri e meravigliosi effetti.
[224] Quinto punto: considero la funzione di consolatore che Cristo nostro Signore esercita, paragonandola al modo solito di consolarsi fra amici.
[225] Colloquio.
Alla fine farò un colloquio o più colloqui, secondo l'argomento trattato, e dirò un Padre nostro.
[226] Prima nota.
Nelle contemplazioni seguenti si continua con tutti i misteri dalla risurrezione fino all'ascensione inclusa, nel modo indicato più avanti; per il resto, in tutta la settimana della risurrezione, si seguono e si mantengono la stessa forma e lo stesso metodo seguiti in tutta la settimana della passione.
Così, per questa prima contemplazione sulla risurrezione, quanto ai preludi ci si regola secondo l'argomento trattato; i cinque punti sono gli stessi, e anche le addizioni che vengono più avanti sono le stesse; per tutto il resto cioè per le ripetizioni, l'applicazione dei cinque sensi, l'allungare o abbreviare i misteri, e così via ci si può regolare con il metodo della settimana della passione.
[227] Seconda nota.
Ordinariamente in questa quarta settimana è opportuno, più che nelle tre precedenti, fare quattro esercizi e non cinque: il primo al mattino appena alzati; il secondo all'ora della messa o prima del pranzo, invece della prima ripetizione; il terzo all'ora dei vespri, invece della seconda ripetizione; il quarto prima della cena, facendo l'applicazione dei cinque sensi sui tre esercizi di quel giorno, fermando l'attenzione e trattenendosi più a lungo sui punti più importanti e dove ciascuno ha sentito maggiori ispirazioni e gusti spirituali.
[228] Terza nota.
In tutte le contemplazioni è stato proposto un determinato numero di punti ( di solito tre o cinque ); tuttavia colui che contempla può fissarne un numero maggiore o minore, come meglio si trova disposto; perciò, prima di incominciare la contemplazione, giova molto prevedere e stabilire un numero determinato di punti da meditare.
[229] Quarta nota.
In questa quarta settimana, fra le dieci addizioni, si devono modificare la seconda, la sesta, la settima e la decima.
La seconda: appena sveglio, mi ricorderò la contemplazione che sto per fare, volendo gioire e allietarmi per la grande gioia e letizia di Cristo nostro Signore.
La sesta: richiamerò alla memoria e penserò cose che suscitano piacere, letizia e gioia spirituale, come per esempio il paradiso.
La settima: procurerò di valermi della luce o delle opportunità della stagione, come il fresco d'estate e il sole e il riscaldamento d'inverno, in quanto penso o prevedo che mi può essere utile per gioire nel mio Creatore e Redentore.
La decima: invece della penitenza, osserverò la temperanza e il giusto mezzo, a meno che non vi sia obbligo di digiuno o di astinenza comandati dalla Chiesa; questi infatti si devono sempre osservare, se non c'è un legittimo impedimento.
[230] Contemplazione per raggiungere l'amore.
Nota.
È necessario premettere due osservazioni.
La prima è che l'amore si deve porre più nei fatti che nelle parole.
[231] Seconda osservazione: l'amore consiste in un reciproco scambio di beni, cioè l'amante dà e comunica all'amato quello che ha o una parte di quello che ha o può, e a sua volta l'amato lo dà all'amante; in questo modo, chi ha scienza, onori, ricchezze, li dà a chi non li ha, e così reciprocamente.
La solita preghiera preparatoria.
[232] Il primo preludio è composizione: qui sarà vedere me stesso alla presenza di Dio nostro Signore, degli angeli e dei santi che intercedono per me.
[233] Il secondo preludio consiste nel chiedere quello che voglio: qui sarà chiedere un'intima conoscenza di tutto il bene ricevuto, perché, riconoscendolo interamente, possa in tutto amare e servire la divina Maestà.
[234] Primo punto.
Nel primo punto richiamo alla memoria i benefici ricevuti: la creazione, la redenzione, i doni particolari; esamino con molto amore quanto Dio nostro Signore ha fatto per me e quanto mi ha dato di quello che ha; poi ancora quanto egli desidera darsi a me, in tutto quello che può, secondo la sua divina disposizione.
Quindi rifletto su me stesso, considerando che cosa è ragionevole e giusto che io, da parte mia, offra e doni alla sua divina Maestà, cioè tutte le mie cose e me stesso con esse, come chi offre con molto amore e dice: "Prendi, o Signore, e accetta tutta la mia libertà, la mia memoria, il mio intelletto, la mia volontà, tutto quello che ho e possiedo.
Tu me lo hai dato; a te, Signore, lo ridono.
Tutto è tuo: di tutto disponi secondo la tua piena volontà.
Dammi il tuo amore e la tua grazia, e questo solo mi basta".
[235] Secondo punto.
Nel secondo punto osservo come Dio è presente nelle creature: negli elementi dando l'esistenza, nelle piante dando la vita, negli animali dando la sensibilità, negli uomini dando l'intelligenza; e così è presente in me, dandomi l'esistenza, la vita, la sensibilità, l'intelligenza; inoltre fa di me un suo tempio, poiché sono creato a immagine e somiglianza della sua divina Maestà.
Quindi rifletto di nuovo su me stesso, come è indicato nel primo punto o in un altro modo che mi sembri migliore.
Lo stesso farò in ciascuno dei punti seguenti.
[236] Terzo punto.
Nel terzo punto considero come Dio opera ed è attivo per me in tutte le realtà di questo mondo, a somiglianza di uno che lavora: così, per esempio, nei cieli, negli elementi, nelle piante, nei frutti, negli armenti, e via dicendo, dando l'esistenza, la conservazione, la vita, la sensibilità, e così via.
Quindi rifletto su me stesso.
[237] Quarto punto.
Nel quarto punto osservo come tutti i beni e i doni discendono dall'alto: per esempio, la mia limitata potenza discende da quella somma e infinita di lassù, e così la giustizia, la bontà, la pietà, la misericordia, e via dicendo, come i raggi discendono dal sole, le acque dalla sorgente, e così via.
Termino riflettendo su me stesso, nel modo indicato.
Alla fine farò un colloquio e dirò un Padre nostro.
[238] Tre modi di pregare: primo modo.
Primo sui comandamenti.
Il primo modo di pregare è sopra i dieci comandamenti, i sette vizi capitali, le tre facoltà dell'anima e i cinque sensi del corpo.
Questo modo di pregare consiste, piuttosto che nel dare un procedimento o un metodo di preghiera, nel fornire un procedimento, un metodo e degli esercizi con cui l'anima si prepari e progredisca, per rendere la preghiera gradita a Dio.
[239] Per prima cosa faccio l'equivalente della terza addizione della seconda settimana: prima di incominciare la preghiera, distendo lo spirito sedendo o passeggiando, come mi sembra meglio, e pensando dove vado e a che scopo.
Questa addizione si osserverà all'inizio di tutti i modi di pregare.
[240] Una preghiera preparatoria: per esempio, chiedo a Dio nostro Signore la grazia di conoscere in che cosa ho mancato riguardo ai dieci comandamenti e l'aiuto per emendarmi in avvenire; domando pure una perfetta conoscenza dei comandamenti, per osservarli più fedelmente e per la maggior gloria e lode della divina Maestà.
[241] Riguardo al primo modo di pregare, incomincio a considerare il primo comandamento, e rifletto come l'ho osservato e in che cosa l'ho trasgredito, prendendo come misura il tempo che si impiega a dire per tre volte il Padre nostro e l'Ave Maria; se in questo tempo scopro qualche mancanza, ne chiedo perdono e dico un Padre nostro.
Faccio allo stesso modo per ciascuno dei dieci comandamenti.
[242] Prima nota.
Quando uno, riflettendo su un comandamento, trova che in questo non ha alcuna abitudine di peccare, non è necessario che vi si trattenga per molto tempo; ma, secondo che uno si trova più o meno in colpa riguardo a quel comandamento, deve soffermarsi più o meno a lungo a considerarlo ed esaminarlo.
Lo stesso si deve osservare per i vizi capitali.
[243] Seconda nota.
Dopo aver terminato la considerazione già indicata sui dieci comandamenti, mi accuso su questi e chiedo la grazia e l'aiuto per emendarmi in avvenire.
Alla fine farò un colloquio con Dio nostro Signore, secondo l'argomento trattato.
[244] Secondo: sui vizi capitali.
Circa i setti vizi capitali, dopo l'addizione faccio la preghiera preparatoria nel modo già indicato, cambiando soltanto il soggetto: qui sono i peccati da evitare, mentre prima erano i comandamenti da osservare.
Seguo inoltre il procedimento e la misura sopra indicati e faccio il colloquio.
[245] Per conoscere più facilmente le mancanze commesse circa i vizi capitali, tengo presenti i loro contrari; e così, per evitarli più facilmente, mi propongo e procuro con santi esercizi di acquistare e possedere le sette virtù ad essi contrarie.
[246] Terzo: sulle facoltà dell'anima.
Modo.
Per le tre facoltà dell'anima si segue lo stesso procedimento e la stessa misura già seguiti per i comandamenti, si osserva l'addizione corrispondente, si fa la preghiera preparatoria e il colloquio.
[247] Quarto: sui cinque sensi del corpo.
Modo.
Circa i cinque sensi del corpo, si mantiene lo stesso procedimento, cambiando l'argomento.
[248] Nota.
Chi nell'uso dei propri sensi vuole imitare Cristo nostro Signore, nella preghiera preparatoria si raccomandi alla sua divina Maestà, e dopo aver considerato ciascuno dei sensi dica un'Ave Maria o un Padre nostro.
Chi nell'uso dei sensi vuole imitare nostra Signora, nella preghiera preparatoria si raccomandi a lei, perché gli ottenga grazia per questo dal suo Figlio e Signore, e dopo aver considerato ciascuno dei sensi dica un'Ave Maria.
[249] Secondo modo di pregare: contemplare il significato di ogni parola della pregiera.
[250] La stessa addizione del primo modo di pregare si osserverà anche in questo secondo modo.
[251] La preghiera preparatoria si farà tenendo presente la persona a cui si rivolge la preghiera.
[252] Il secondo modo di pregare consiste in questo: stando in ginocchio o seduto, come ciascuno si sente meglio disposto e trova maggiore devozione, tenendo gli occhi chiusi o fissi su un punto senza muoverli qua e là, si dice "Padre"; su questa parola ci si sofferma a riflettere finché si trovano significati e paragoni, gusto e consolazione nelle considerazioni che si riferiscono ad essa.
Si fa lo stesso con ogni parola del Padre nostro o di qualunque altra preghiera che si vuole recitare in questo modo.
[253] Prima regola.
Si rimane per un'ora, nel modo sopra indicato, su tutto il Padre nostro; finito questo, si dirà l'Ave Maria, il Credo, l'"Anima di Cristo" e la Salve Regina vocalmente o mentalmente, nel modo solito.
[254] Seconda regola.
Se, contemplando il Padre nostro, in una o due parole si trova molta materia per riflettere, con gusto e consolazione, non bisogna preoccuparsi di andare avanti, anche se si impiegasse tutta l'ora in quello che si è trovato; passata l'ora, si dirà il resto del Padre nostro nel modo solito.
[255] Terza regola.
Se uno si è trattenuto per un'ora intera su una o due parole del Padre nostro, un altro giorno, quando vorrà ritornare su questa preghiera, dirà quell'una o due parole nel modo solito e incomincerà a contemplare, come è indicato nella seconda regola, con la parola che segue immediatamente.
[256] Prima nota.
Terminato il Padre nostro in uno o più giorni, si farà lo stesso con l'Ave Maria e poi con le altre preghiere, in modo da esercitarsi sempre, per qualche tempo, su una di esse.
[257] Seconda nota.
Terminata la preghiera, rivolgendosi alla persona a cui essa era diretta, si chiederà la virtù o la grazia di cui si sente maggiore necessità.
[258] Terzo modo di pregare: a ritmo.
L'addizione sarà la stessa del primo e del secondo modo di pregare.
La preghiera preparatoria sarà come nel secondo modo di pregare.
Il terzo modo di pregare consiste in questo: ad ogni anelito o respiro si prega mentalmente dicendo una parola del Padre nostro o di un'altra preghiera che si vuole recitare; così, tra un respiro e l'altro, si pensa principalmente al significato di quella parola, o alla persona a cui è rivolta, o alla propria pochezza, o alla distanza fra quella grandezza e la propria pochezza.
Con lo stesso procedimento e la stessa misura si continua con le altre parole del Padre nostro; infine si dicono nel modo solito le altre preghiere, cioè l'Ave Maria, l'"Anima di Cristo", il Credo e la Salve Regina.
[259] Prima regola.
In altro giorno o in altra ora in cui si vuole pregare, si dice l'Ave Maria con questo ritmo e le altre preghiere nel modo solito; si continua poi allo stesso modo con le altre.
[260] Seconda regola.
Chi vuole trattenersi più a lungo nella preghiera a ritmo, può dire tutte le preghiere precedenti o parti di esse, seguendo lo stesso procedimento del respiro a ritmo, come si è spiegato.
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