Solitudine - Nell'esperienza degli Istituti Secolari |
Il tema della solitudine sembra essere oggi di grande attualità, anche se è fuori di dubbio che questa esperienza esistenziale, ora cercata e goduta, ora temuta e sofferta, ha inciso da sempre nella vicenda umana.
Un discorso attuale, se non altro perché nella società contemporanea - almeno in quella del mondo occidentale - è sempre più difficile trovare le condizioni favorevoli ad una esperienza di solitudine feconda e rilassante e, d'altro canto, è sempre più facile - purtroppo - trovarsi coinvolti in situazioni di solitudine non voluta e spesso terribilmente pesante.
Appare dunque opportuno che una riflessione su questo tema offerta ai membri degli Istituti Secolari ( ai quali peraltro questo aspetto della vita è congeniale per una libera scelta implicita nel loro progetto vocazionale ) sia collocata in un quadro di più ampio respiro, proprio per un aiuto a prendere coscienza, se ce ne fosse bisogno, di essere chiamati, anche per l'aspetto della solitudine, a condividere con tutti la precarietà che il vivere nel mondo normalmente comporta.
I vari contributi, che in questo volume concorrono ad illuminare il problema della solitudine, sono delle autentiche finestre spalancate su una panoramica ricca e variegata, che forma un'armonia d'insieme, nel cui contesto è forse possibile riscontrare qualche ripetizione peraltro solo apparente.
Una nota emergente da tutti i contributi è il costante riferimento alla realtà contemporanea, pur nell'approfondimento di tematiche di fondo che, per essere attinenti alla natura umana, hanno valore perenne.
Martella Malaspina, partendo dal considerare la solitudine come « realtà ineliminabile dell'esistenza umana », ne analizza i possibili risvolti psicologici, per concludere con una rasserenante prospettiva sulla « solitudine positiva », frutto di una esigenza spirituale ed evangelica.
Anna Riva apre con una documentata descrizione circa il rapporto « capacità di solitudine - capacità di relazione » e l'« aspetto costruttivo della solitudine », ma subito dopo si sofferma a considerare taluni disagi tipici del nostro tempo che possono favorire una condizione di diffusa solitudine esistenziale; presenta infine un quadro assai drammatico, tratto in gran parte dalla sua esperienza professionale, di quelle che l'Autrice chiama « solitudini inaccessibili », che richiedono interventi generosi nel segno della solidarietà dettata dall'amore.
Segue un interessante contributo, più specifico per noi, di Adriana Luppi, che pone in relazione la solitudine di tutti con quella inerente la scelta vocazionale della secolarità consacrata, soffermandosi in particolare sulla solitudine della consacrazione verginale, che l'autrice qualifica con aggettivi molto significativi: « aperta », « abitata », « capace di silenzio », « capace di ricerca e di attesa ».
« La provocazione evangelica delle nuove solitudini » è il tema trattato da Rosanna Bissi, che riprende il concetto di ambivalenza della solitudine ma puntando sull'aspetto positivo, cioè sulla solitudine come valore.
Proprio per vivere tutta la positività di questo valore l'Autrice indica preziosi suggerimenti pedagogici ed ascetici.
Il contributo di Marisa Sfondrini ci presenta dal vivo, attraverso una serie di testimonianze, alcune drammatiche situazioni di solitudine tanto frequenti nella realtà odierna, stimolando la nostra sensibilità e sollecitandoci ad un impegno di aiuto alle persone più sole attraverso la gratuità dell'amore.
Una breve ma succosa riflessione di Augustina Marchetti Dori, tratta da significative pagine bibliche e da un prezioso riferimento a san Francesco, conclude il volume richiamandoci alla consolante certezza della « compagnia » con Dio.
Maria Canepa
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