Imitazione di Cristo |
1 - Perché cerchi la quiete, mentre sei nato alla fatica?
Disponiti più alla pazienza che alle consolazioni, a portare la croce più che a gioire.
Chi, anche fra le persone del mondo, non accoglierebbe volentieri la letizia e le consolazioni spirituali se per sempre le, potesse avere?
Le gioie dello spirito sorpassano tutte le delizie del mondo e i piaceri dei sensi.
Tutti i godimenti mondani sono vani e abbietti; quelli spirituali invece sono i soli giocondi e onesti: hanno origine dalla virtù e sono da Dio infusi nell'anima pura.
Ma nessuno può godere a suo piacimento di queste divine consolazioni, perché ben presto viene il tempo della tentazione.
La falsa libertà di spirito e la soverchia confidenza in sé sono un grande ostacolo alle visite celesti, Dio fa bene quando da all'uomo la grazia della consolazione, ma l'uomo fa male quando non attribuisce tutto a Dio e non lo ringrazia.
Ecco perché non possono riversarsi copiosamente in noi i doni della grazia: siamo ingrati al loro autore, né facciamo tutto risalire alla prima vera sorgente.
Spettano sempre nuove grazie a chi degnamente ringrazia, e Dio toglie al superbo ciò che suole dare all'umile.
Non voglio la consolazione che mi tolga la compunzione, né aspiro alla contemplazione che mi conduca all'orgoglio.
Poiché non tutto ciò che è alto è santo, né tutto ciò che è dolce è buono, né ogni desiderio è puro, né ogni cosa a noi cara è gradita a Dio.
Accetto volentieri la grazia che mi renda più umile, più timorato e più disposto a rinnegare me stesso.
Chi ha sperimentato la dolcezza della grazia e l'amarezza di esserne privato non oserà attribuire a suo merito alcunché di bene, ma piuttosto si confesserà povero e nudo.
Da a Dio ciò che è di Dio e attribuisci a te ciò che è tuo; cioè ringrazia Dio per la sua grazia, e riconosci che è soltanto tuo il peccato e che perciò devi scontarne le pene adeguate.
Mettiti sempre all'ultimo posto e sarai sollevato al più alto, perché ciò che è in alto non si sostiene senza ciò che sta in basso.
I santi più grandi dinanzi a Dio sono i più piccoli ai loro occhi, e quanto più sono avvolti di gloria tanto più sono umili dentro di sé.
Ricchi di verità e di gloria celeste, non ambiscono la gloria vana.
Fondati in Dio e in lui stabiliti, per nessuna ragione possono insuperbirsi.
E siccome a Dio attribuiscono tutto il bene ricevuto, non cercano la gloria l'uno dall'altro, ma la gloria che solo da Dio procede; desiderano sopra ogni cosa che Dio sia glorificato in loro stessi e nei suoi santi; sempre questo hanno di mira.
Sii dunque riconoscente anche per le più piccole grazie e sarai degno di riceverne di maggiori.
Sia per tE uguale il minimo dono come il massimo e ciò che è più spregevole come fosse elargizione singolare.
Se guardi alla dignità del Donatore, nessun dono suo ti sembrerà modesto o di poco pregio.
Non è mai di poco pregio ciò che ci viene dal sommo Dio.
Anche se egli desse castighi e pene, dovremmo essergliene grati, perché qualunque cosa permette che avvenga, sempre lo fa per la nostra salvezza.
Chi desidera conservare la grazia di Dio sia riconoscente quando gli è data e paziente quando gli è tolta.
Preghi perché ritorni ; sia prudente e umile per non perderla.
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