Imitazione di Cristo |
1 - Gesù ha molti che amano il suo regno celeste, ma pochi che portano la sua croce.
Ha molti che desiderano le consolazioni, ma pochi le sofferenze.
Ne trova molti per assidersi con lui a mensa, ma pochi per essergli compagni nell'astinenza.
Tutti bramano di godere con lui, pochi vogliono patire per lui qualche cosa.
Molti seguono Gesù fino alla frazione del pane, ma pochi sino a bere il calice della passione.
Molti ammirano i suoi miracoli, pochi lo seguono nell'ignominia della croce.
Molti amano Gesù sin quando non hanno sventure.
Molti lo lodano e lo benedicono finché da lui ricevono consolazioni.
Se poi Gesù si nasconde e per un poco li abbandona, cadono in lamentele o in profondo scoramento.
Quelli che invece amano Gesù per Gesù e non per una loro personale consolazione, lo benedicono in ogni evenienza dolorosa e in ogni angoscia di cuore come nei momenti di gioia.
E anche se egli non volesse mai dare loro alcun conforto, sempre lo loderebbero e sempre lo ringrazierebbero.
Oh, quanto può l'amore di Gesù se è puro, se è scevro di amore di sé o del proprio interesse!
Non sono da dirsi tutti mercenari quelli che sempre cercano consolazioni?
Non dimostrano di amare più sé stessi di Cristo coloro che sempre pensano ai loro vantaggi e alla loro utilità?
Dove si troverà uno che gratuitamente voglia servire Dio?
Raramente si incontra un uomo tanto progredito nella vita spirituale che di tutto si sia spogliato.
Chi troverà un vero povero di spirito e distaccato da ogni creatura?
« Il suo pregio è quello delle cose rare, venute dagli estremi confini della terra » ( Pr 31,10 ).
Sarebbe ancora nulla se l'uomo desse ai poveri tutti i suoi averi.
Sarebbe ancora poco se facesse asperrime penitenze.
E se acquistasse ogni sapere, sarebbe ancora lontano dalla mèta.
E se avesse una grande virtù, una devozione ardentissima, gli mancherebbe ancora molto, cioè la sola cosa che gli è sommamente necessaria.
E quale?
Che dopo aver rinunziato a tutto, rinunzi a sé stesso, muoia totalmente a sé e non gli resti nulla dell'amore di sé medesimo.
E quando avrà fatto tutto quello che sapeva di dover fare, sappia che non ha fatto nulla.
Non dia gran peso a ciò che altri può tenere in estimazione, ma sinceramente si dichiari un servo inutile, come afferma la Verità: « Quando avrete fatto tutte le cose che vi sono comandate, dite: Siamo servi inutili » ( Lc 17,10 ).
Allora egli potrà davvero essere spoglio e povero nello spirito e ripeterà col profeta: « Ecco solitario e infelice io Sono » ( Sal 25,16 ).
Eppure nessuno è più ricco, nessuno più potente, nessuno più libero di colui che sa abbandonare sé stesso e ogni cosa e collocarsi sullo scalino più basso.
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