Imitazione di Cristo |
« Parlerò al mio Signore, benché io sia polvere e cenere » ( Gen 18,27 ).
Se io mi stimo più di quel che sono, ecco tu stai contro di me; le mie iniquità danno una tale testimonianza che io non la posso contraddire.
Se invece mi farò vile, mi abbasserò fino al nulla, rinuncerò a ogni personale riputazione, mi ridurrò in polvere, come realmente sono, mi sarà propizia la tua grazia e vicina al mio cuore la tua luce; ogni stima, quantunque minima, che io abbia di me sarà sommersa nella valle della mia nullità e scomparirà per sempre.
È qui che tu riveli me a me stesso, che cosa sono, che cosa fui e donde vengo; perché « ero niente e non lo sapevo » ( Sal 73,22 ).
Se sono abbandonato a me stesso, eccomi un niente, tutto debolezza; ma se tu mi dai uno sguardo, subito divento fonte e trabocco di nuovo gaudio.
Ed è meraviglioso che così all'improvviso sia sollevato al tuo abbraccio, mentre sempre sono tratto verso il basso dal mio peso.
È, questa, opera del tuo amore, che gratuitamente mi previene, mi soccorre in moltissime necessità, mi custodisce da gravi pericoli e mi strappa da mali davvero innumerevoli.
Amandomi infatti di un amore sregolato, io mi sono perduto, mentre, cercando tè solo e amandoti sinceramente, ho trovato a un tempo me e te e a causa di tale amore sono rientrato ancora più profondamente nel mio nulla.
Perché tu, dolcissimo Signore, fai con me sopra ogni mio merito e sopra ciò che io osi sperare e chiedere.
Sii benedetto Dio mio, che quantunque io sia indegno di ogni bene, pure la tua generosità e la tua infinita bontà mai non cessano di beneficare gli ingrati, quelli che t'hanno voltato le spalle e ti stanno più lontani.
Facci tornare a te affinché diveniamo riconoscenti, umili e devoti, perché tu sei la nostra salvezza, la nostra virtù e la nostra forza.
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