Trattato della vera devozione alla S. Vergine |
[134] Bisogna vedere, adesso, il più brevemente possibile, i motivi che devono farci apprezzare questa devozione, gli effetti meravigliosi che produce nelle anime fedeli e le sue pratiche.
Primo motivo che ci mostra l'eccellenza della consacrazione di noi stessi a Gesù Cristo per le mani di Maria.
Se non si può concepire sulla terra compito più elevato del servizio di Dio, se l'infimo servo di Dio è più ricco potente e nobile di tutti i re e gli imperatori della terra, qualora non siano servi di Dio, quali non saranno le ricchezze, la potenza e la dignità del fedele e perfetto servo di Dio,1 che si dedica al suo servizio, interamente, senza riserva e per quanto è in suo potere?
Tale è un fedele schiavo d'amore di Gesù in Maria, dedicatosi completamente al servizio del Re dei re, per le mani della sua santa Madre, senza nulla ritenere per sé.
Tutto l'oro del mondo e le bellezze dei cieli non bastano a pagarlo.
[136] Le diverse congregazioni, associazioni e confraternite istituite in onore di Nostro Signore e della sua santa Madre e che fanno tanto bene nella cristianità, non obbligano a dare tutto senza riserva.
Prescrivono ai loro membri certe pratiche e azioni in adempimento degli obblighi assunti e li lasciano liberi per tutte le altre azioni e gli altri tempi del loro vivere.
Questa devozione, invece, esige che si diano senza riserva a Gesù e a Maria tutti i propri pensieri, parole, azioni e sofferenze e tutti i momenti della propria vita.
Ne consegue che, si vegli o si dorma, si beva o si mangi, si compiano le azioni più importanti o le più ordinarie, si può sempre dire con verità che quanto si fa, sebbene non ci si pensi, tutto appartiene a Gesù e a Maria, in virtù di tale offerta, a meno che non la si sia ritrattata esplicitamente.2
Quale consolazione!
[137] Come ho già detto, non vi è pratica più indicata di questa per disfarsi in modo facile di quel certo spirito di proprietà che s'insinua impercettibilmente anche nelle migliori azioni.
E il nostro buon Gesù concede questa grande grazia in ricompensa dell'atto eroico e disinteressato che si è fatto cedendogli l'intero valore delle buone opere, per le mani di Maria.
Se egli dà il centuplo, anche in questo mondo, a coloro che per suo amore lasciano i beni esterni, temporali e caduchi, ( Mt 19,29 ) quale centuplo non darà a colui che gli fa sacrificio perfino dei suoi beni interni e spirituali?
[138] Gesù, nostro grande amico, si è dato a noi senza riserva, corpo e anima, virtù, grazie e meriti: "Mi ha conquistato interamente, dandosi interamente a me", diceva san Bernardo.3
Non è dunque per noi un dovere di giustizia e di riconoscenza dargli tutto quanto gli possiamo dare?
Egli è stato generoso con noi per primo, siamolo anche noi, in contraccambio, con lui, e lo sperimenteremo ancora più generoso durante la nostra vita, nella nostra morte e per tutta l'eternità: "Con l'uomo generoso tu sei generoso". ( Sal 18,26 )
Ecco il secondo motivo che fa vedere come sia giusto in se stesso e vantaggioso, per il cristiano, il consacrarsi interamente alla santissima Vergine con questa forma di devozione, al fine di consacrarsi più perfettamente a Gesù Cristo.
Questo buon Maestro non disdegnò di rinchiudersi nel seno di Maria come prigioniero e schiavo d'amore e di esserle sottomesso e obbediente per trent'anni.
Lo spirito umano, ripeto, qui si smarrisce, se riflette seriamente su questa condotta della Sapienza incarnata.
Questa non volle, benché potesse farlo, darsi direttamente agli uomini, ma preferì darsi per mezzo della Vergine santa.
Né volle venire al mondo all'età d'uomo perfetto, indipendente dagli altri, ma come povero e piccolo bambino, bisognoso delle cure e del sostentamento della Madre.
Questa Sapienza infinita, che aveva un desiderio immenso di glorificare Dio suo Padre e di salvare gli uomini, non trovò mezzo più perfetto e più breve a tale scopo, che quello di sottomettersi in ogni cosa alla santa Vergine, non soltanto nei primi otto, dieci o quindici anni di vita, come gli altri fanciulli, ma per trent'anni.
E diede maggior gloria a Dio suo Padre durante tutto quel tempo di sottomissione e di dipendenza da Maria, che non gliene avrebbe data impiegando quei trent'anni ad operare miracoli, a predicare per tutta la terra, a convertire tutti gli uomini.
Altrimenti l'avrebbe fatto! Oh, come glorifica altamente Dio chi si sottomette a Maria, sull'esempio di Gesù!
Con un esempio così chiaro e universalmente noto davanti ai nostri occhi, saremo tanto stolti da credere di poter trovare un mezzo più perfetto e più rapido per glorificare Dio, che quello di sottomettersi a Maria ad imitazione di suo Figlio?
[140] A prova della dipendenza che dobbiamo avere dalla Vergine santa, si ricordi quanto ho detto sopra,4 riferendo gli esempi che ci danno il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo in riferimento alla dipendenza che dobbiamo avere da Maria.
Il Padre ha dato e dà il suo Figlio soltanto per mezzo di lei e comunica le sue grazie soltanto per mezzo di lei.
Dio Figlio è stato formato per tutti in generale solo per mezzo di Maria; ogni giorno è formato e generato solo per mezzo di lei, unitamente allo Spirito Santo; comunica i suoi meriti e le sue virtù solo per mezzo di lei.
Lo Spirito Santo ha formato Gesù Cristo soltanto per mezzo di lei; forma i membri del suo corpo mistico soltanto per mezzo di lei.5
Dopo tanti e così incalzanti esempi della santissima Trinità, come potremmo, senza un estremo accecamento, fare a meno di Maria e non consacrarci a lei e a dipendere da lei per andare a Dio e a Dio sacrificarci?
[141] Ecco alcuni passi dei Padri6 che ho scelto a riprova di quanto sto dicendo:
"Maria ha due figli: un uomo Dio e un semplice uomo. Del primo è madre corporalmente, del secondo spiritualmente".7
"Questo è il volere di Dio, il quale ha voluto che noi ricevessimo tutto per mezzo di Maria.
Se dunque abbiamo una qualche speranza, una qualche grazia, una qualche salvezza, riconosciamo che tutto ci proviene da lei".8
"Essa distribuisce a chi vuole, quando vuole, come vuole e quanto vuole tutti i doni, virtù e grazie dello Spirito Santo".9
"Tu eri indegno di ricevere, per questo è stato dato a Maria quanto avresti avuto, perché tu lo riceva per mezzo di lei".10
[142] Al dire di san Bernardo, Dio ci vede indegni di ricevere le grazie immediatamente dalla sua mano; perciò le dà a Maria affinché riceviamo da lei quanto egli ci vuole dare.
E Dio trova anche la sua gloria nel ricevere dalle mani di Maria il tributo di riconoscenza, di rispetto e di amore che gli dobbiamo per i suoi benefici.
E dunque giustissimo imitare tale condotta di Dio, perché aggiunge lo stesso san Bernardo "la grazia ritorni al suo autore per lo stesso canale per cui ci è giunta".11
E quanto precisamente avviene in questa nostra devozione.
Con essa offriamo e consacriamo alla Vergine santa tutto il nostro essere ed ogni nostro avere, affinché Nostro Signore riceva per suo intervento la gloria e la riconoscenza che gli dobbiamo.
Ci riconosciamo indegni ed incapaci di avvicinarci da soli alla sua infinita Maestà e, per questo, ricorriamo all'intercessione di Maria.
[143] Inoltre, questa forma di devozione è una pratica di grande umiltà, e l'umiltà è una virtù che Dio ama sopra ogni altra.
Un'anima che s'innalza, abbassa Dio; un'anima che si umilia, glorifica Dio.
"Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia". ( Gv 4,6 )
Se ti abbassi, stimandoti indegno di comparirgli dinanzi e di accostarti a lui, Dio discende, si abbassa per venire a te, per compiacersi in te ed innalzarti anche tuo malgrado.
Se invece osi accostarti a Dio senza mediatore, Dio si ritrae e tu non lo potrai raggiungere.
Oh, quanto egli ama l'umiltà del cuore!
Proprio a tale umiltà ci impegna questa devozione.
Essa ci insegna a non avvicinarci mai da soli a Nostro Signore, per quanto dolce e misericordioso egli sia.
Ci insegna invece a ricorrere sempre all'intercessione della Vergine santa, sia per presentarci a Dio, sia per parlargli e andargli incontro, sia per offrirgli qualcosa, sia per unirci e consacrarci a lui.
Terzo motivo. Vedendo il dono di chi si offre tutto a lei per onorarla e servirla e si spoglia di quanto ha di più caro perché lei ne sia ornata, Maria questa Madre di dolcezza e di misericordia, che non si lascia mai vincere in amore e generosità risponde con il dono ineffabile di tutta se stessa.
Sommerge colui che a lei si dona nell'abisso delle sue grazie, l'adorna dei suoi meriti, lo sostiene con la sua potenza, lo rischiara con la sua luce, l'accende del suo amore, gli comunica le sue virtù: umiltà, fede, purezza, ecc. e si costituisce sua garanzia, suo supplemento, suo tutto presso Gesù.
Infine, poiché una persona così consacrata è tutta di Maria, anche Maria è tutta di lei.
Pertanto si può ripetere di questo perfetto servo e figlio di Maria quanto san Giovanni Evangelista dice di sé, ossia che ha preso la Vergine santissima come ogni suo bene: "Il discepolo l'accolse tra i suoi beni". ( Gv 19,27 )12
[145] Fedelmente custodito, questo atteggiamento fa nascere nell'anima molta diffidenza, disprezzo e odio di sé e insieme grande fiducia e abbandono nella Vergine santa, sua amata sovrana.
L'anima allora non fa più assegnamento, come prima, sulle proprie disposizioni, intenzioni, meriti, virtù e opere buone.
Ne ha fatto sacrificio completo a Gesù Cristo tramite questa Madre buona e quindi ora possiede un unico tesoro.
Questo tesoro, che racchiude tutti i suoi beni e non si trova più presso di sé, è Maria.
Questo atteggiamento muove l'anima ad avvicinarsi a Nostro Signore senza alcun timore servile o scrupoloso e a pregarlo con molta fiducia.
E le fa condividere i sentimenti del devoto e dotto abate Ruperto, il quale, con allusione alla vittoria riportata da Giacobbe sopra un angelo, ( Gen 32,23-33 ) rivolge alla santissima Vergine queste belle parole: "O Maria, mia principessa e Madre immacolata del Dio-Uomo Gesù Cristo, io desidero lottare con questo Uomo, cioè con il Verbo di Dio, armato non già dei miei meriti, ma dei tuoi".13
Oh, come si è potenti e forti presso Gesù Cristo, quando si è armati dei meriti e della intercessione di una degna Madre di Dio, la quale, al dire di sant'Agostino,14 vinse amorosamente l'Onnipotente!
[146] Con questa devozione si offrono tutte le opere buone a Nostro Signore per le mani della sua santa Madre.
Così questa amabile padrona le purifica, abbellisce, presenta e fa accettare dal suo Figlio.
1) Le purifica da ogni macchia di amor proprio e dall'impercettibile attaccamento alla creatura che si insinua insensibilmente nelle migliori azioni.
Dal momento che si trova fra le sue mani purissime e feconde, queste stesse mani che non furono mai sterili ed oziose e purificano quanto toccano, tolgono al dono offerto quanto ci può essere di guasto o di imperfetto.
[147] 2) Le abbellisce, ornandole dei suoi meriti e virtù
Immaginate un contadino che per cattivarsi la simpatia e la benevolenza del re va dalla regina e le presenta una mela tutta la sua ricchezza! perché la offra al re.
La regina accetta il povero e piccolo dono del contadino, pone la mela al centro di un grande e bel vassoio d'oro e l'offre così al re a nome del contadino stesso.
Avviene che la mela, sebbene non degna di essere presentata a un re, diventa un dono degno di sua Maestà, in considerazione del vassoio d'oro15 su cui si trova e della persona che la presenta.
[148] - 3) Le presenta a Gesù Cristo
Maria nulla ritiene per sé di quanto le si offre, quasi fosse lei il fine ultimo, ma tutto trasmette fedelmente a Gesù Cristo.
Dare a lei è dare necessariamente a Gesù.
Quando viene lodata e glorificata, subito lei loda e glorifica Gesù.
Oggi, come un giorno davanti alle lodi di santa Elisabetta, sentendosi lodata e benedetta, canta: "L'anima mia magnifica il Signore". ( Lc 1,46 )16
[149] 4) Maria fa accettare queste buone opere da Gesù, per quanto tenue e povero sia il dono offerto a questo Santo dei santi e Re dei re.
Quando uno presenta qualche cosa a Gesù, da solo, fidandosi nelle proprie capacità e disposizioni, Gesù esamina il dono e spesso lo respinge per le macchie d'amor proprio di cui è contaminato, come un tempo respinse i sacrifici dei Giudei pieni di volontà propria. ( Eb 10,5-7 )
Quando, invece, gli si presenta qualcosa per le mani pure e verginali della sua Diletta, lo si prende per il suo lato debole, se è lecito esprimersi così.
Allora, egli non considera tanto la cosa che gli viene offerta, quanto la sua amata Madre.
Né guarda tanto da dove proviene il dono, quanto colei che glielo presenta.
Così Maria, mai respinta e sempre bene accolta dal Figlio, fa accettare dalla sua Maestà tutto quanto gli presenta, piccolo o grande che sia.
Basta che Maria presenti qualcosa perché Gesù l'accetti e gradisca.
E questo il grande consiglio che san Bernardo dava a quelli e a quelle che guidava verso la perfezione: "Se vuoi offrire qualche cosa a Dio, abbi cura di offrirla per le mani graditissime e degnissime di Maria, a meno che non t'importi di ricevere un rifiuto".17
[150] - Non è forse questo ciò che la stessa natura ispira ai piccoli nei confronti dei grandi, come dicevamo prima?
Perché, dunque, la grazia non dovrebbe portarci a seguire la stessa norma con Dio, infinitamente superiore a noi e davanti al quale siamo meno di atomi?
Abbiamo un'avvocata così potente che non è mai respinta, così avveduta che conosce ogni segreto per conquistare il cuore di Dio, così buona e caritatevole che non rigetta alcuno per quanto piccolo e cattivo.
Più avanti riporterò la storia di Giacobbe e Rebecca, come figura espressiva delle verità che vado esponendo.
Quarto motivo. Questa devozione fedelmente osservata è un eccellente mezzo per dirigere il valore di tutte le nostre buone opere alla maggior gloria di Dio.
Quasi nessuno agisce per questo nobile fine, anche se vi si è obbligati, sia perché non si sa dove stia la maggior gloria di Dio, sia perché non la si vuole.
La Vergine santissima, cui si cede il valore e il merito delle nostre buone opere, conosce perfettamente dove sta la maggior gloria di Dio e tutto opera a tal fine.
Ne consegue che il perfetto servo di tale ottima Signora cui si è consacrato totalmente può affermare con audacia che il valore di tutte le sue azioni, pensieri e parole è impegnato per la maggior gloria di Dio, a meno che non revochi espressamente la propria offerta.
Si può forse trovare qualcosa di più consolante per un'anima che ama Dio con cuore puro e disinteressato e stima la gloria e gli interessi di Dio più dei propri?
Indice |
1 | Si veda, in Lumen Gentium 56, ciò che il Conc. Vat. II dice sul servizio regale del cristiano |
2 | VD 110 |
3 | Serm. 22 de Diversis, De quadruplici debito, n. 6, PL 183, 598: "Se toto totum me comparavit" |
4 | VD 14-39 |
5 | "Maria diede alla luce il Figlio, che Dio ha posto quale primogenito tra i molti fratelli, cioè tra i fedeli, alla rigenerazione e formazione dei quali essa coopera con amore di madre" ( Lumen Gentium 63 ) |
6 | Di questi passi il Montfort riporta solo il testo latino, che noi trascriviamo nelle note seguenti |
7 | "Duo filii Mariae sunt, homo Deus et homo purus; unius corporaliter; et alterius spiritualiter mater est Maria" (Corrado di Sassonia, Speculum BVM, lect. 3, par. 1, 2; ORIGENE, cf In Ps. 86, 5, PG 12, 1547) |
8 | "Haec est voluntas Dei, qui totum nos voluit habere per Mariam ac proinde, si quid spei, si quid gratiae, si quid salutis ab ea noverimus redundare" (San Bernardo, Serm.: in Nativ. BMV: de aquaeductu, n. 7 e 6, PL 183, 441) |
9 | "Omnia dona, virtutes et gratiae ipsius Spiritus Sancti, quibus vult, quando vult, quomodo vult et quantum vult per ipsius manus administrantur" (San Bernardo, Serm. de 12 Priv., 1.2, c.8. Serm. in Nativ. BMV, art. un., c. 8) |
10 | Qui indigrus eras cui daretur, datum est Mariae, ut per eam acciperes quidquid haberes" (San Bernardo, Serm. 3, in Vigilia Nativ. Domini, n. 10, PL 183, 100) |
11 | San Bernardo, Serm. in Nativ. BMV: de aquaeductu, n. 18, PL. 183, 448 |
12 | VD 179; La Bibbia C.E.I. traduce "Da quel momento il discepolo la prese nella sua casa". Gli studi esegetici di vari autori (Braun, De la Potterie, Serra…) traducono con maggiore fedeltà al testo greco: "da quell'ora il discepolo l'accolse tra le cose proprie", cioè tra i beni o doni spirituali lasciati da Cristo ai suoi discepoli |
13 | Testo latino riferito dal Montfort: "O Domina, Dei Genitrix, Maria, et incorrupta Mater Dei et hominis, non meis, sed tuis armatus meritis, cum isto Viro, scilicet Verbo Dei, luctari cupio" (Ruperto, proemia In Cantica Cant. de Incarn. Domini, PL 168, 837-838) |
14 | S. Agostino (inter opera), In fest. Assumpt. B.M., (PL 39 2 130-2131) |
15 | SM 37 |
16 | VD 225 |
17 | Testo latino: "Modicum quod offerre desideras, manibus Mariae offerendum tradere cura, si non vis sustinere repulsam" (San Bernardo Serm. in Nativ. BMV: de aquaeductu, n. 18, PL 183, 448) VD 142 e SM 37 |