La storia della Chiesa

Indice

§ 55. Il diritto canonico

La pienezza del potere papale

1. Lo sviluppo degli studi giuridici a Bologna ( § 51,5a ) riuscì di vantaggio al diritto ecclesiastico, canonico.

Molti Papi fin dall'antichità avevano convalidato i canoni dei concili; talvolta ( Leone I, § 24,5 ) in lettere o in « Decretali » avevano anche definito importanti questioni dogmatiche o disciplinari, come era loro dovere e diritto, in quanto guide della Chiesa costituite da Cristo e custodi del deposito della fede.

Come la coscienza dei Papi fosse cresciuta col crescere di questo diritto, e viceversa, come questo diritto fosse riconosciuto o anche confutato dalla cristianità e perfino dai rè e dagli imperatori, l'abbiamo già visto in molti avvenimenti.

a) Ora si stava preparando un importante sviluppo, e la massa di tanta produzione giuridica attendeva di essere raccolta ed esaminata.

Quando furono accolte insieme le decisioni della Chiesa, era naturale che si includessero anche le sentenze papali.

Questo l'aveva fatto già lo Pseudo-Isidoro ( § 42 ); e lo stesso fece il vero e proprio fondatore del diritto canonico, il monaco Gravano nel XII secolo, in quello che fu poi denominato Decreto di Graziano.300

A questa raccolta, nel secolo XIII, si aggiunsero ulteriori collezioni, in cui trovarono posto particolarmente le decisioni in fatto di giurisdizione di Alessandro III, Innocenzo III e più tardi quelle di Gregorio IX e Bonifacio VIII.

Nel loro insieme esse costituirono infine il codice ufficiale della Chiesa, il Corpus juris canonici i cui singoli elementi sono venuti crescendo in uno sviluppo organico tra il 1140 e il 1503, e che, come espressione del dominio universale del romano Pontefice, trovò posto alla pari accanto al diritto romano antico e a quello di Giustiniano, anzi lo superò di gran lunga come importanza.

In questo diritto ( nelle sue parti essenziali e prima degli abusi giuridico-formali a partire dal XIV secolo ) l'elemento precipuo non era dato dalla formula, bensì dal concetto di giustizia inferiore e di equità.

b) A partire da Gregorio VII le singole Chiese nei vari Paesi furono assai meno di prima dipendenti dai sovrani politici.

Anche se non mancarono, come abbiamo visto, rinnovati tentativi ( anche massicci ) da parte di prìncipi cristiani di disporre dei beni ecclesiastici ( soprattutto attraverso l'assegnazione di vescovadi e abbazie ) a loro proprio vantaggio.

Nel complesso però, fu al Papa che lo sviluppo apportò una crescente influenza sulla nomina alle sedi vescovili in tutte le Chiese.

A partire da Alessandro III i vescovi dovettero essere confermati dal Papa.

Il diritto alla conferma dei vescovi, d'altro canto, rimase per tutto il secolo XIII competenza del metropolita.301

Innocenze III ottenne che i vescovi e gli arcivescovi prestassero il giuramento di obbedienza.

Legati ponfici furono inviati nelle singole Chiese302 rendendo così immediatamente operante il supremo potere del Papa.

Per comprendere la sorprendente continuità dello sviluppo, nonostante tutte le contrarietà, basta pensare a san Bonifacio, sotto il quale tutte queste istituzioni erano già presenti, sia pur in embrione, nella Chiesa franca; solo che a partire dalla riforma gregoriana erano state elaborate in maniera molto più sistematica ed erano enormemente cresciute come effettiva autorità.

2. a) L'alta posizione spirituale del successore di Pietro e il potere ecclesiastico-religioso da esso derivante, già in passato avevano spinto monasteri e interi paesi a porsi sotto la particolare protezione del Papa ( cioè di san Pietro ) ( in territorio tedesco per prima Fulda, in Borgogna Cluny ).

Essi, con questo atto, entravano in un certo rapporto di dipendenza effettuale « politica » con il vescovo di Roma, al quale più tardi, a partire dal X secolo, rimettevano delle imposte ( dette « recognitiones » ) per la protezione accordata; con ciò venivano contemporaneamente sciolti da ogni altra dipendenza ( temporale o anche ecclesiastica ) e assicurati contro ogni violazione che da questa parte potesse provenire: divenivano esenti.

L'esenzione può avere vario contenuto ( cfr. § 34 a proposito della « chiesa privata » ).

Il suo sviluppo e la relativa codificazione giuridica nel senso del potere universale dei Papi dell'alto e del tardo Medioevo nei confronti delle singole Chiese e dei singoli monasteri della cristianità hanno inizio con Alessandro III.

b) Il potere diretto potofco-ecclesiastico dei Papi, sempre più crescente a partire dal secolo XII, accelerò questo movimento e ampliò la sua estensione: soprattutto nel secolo XIII.

Chiese, monasteri, vescovi si rivolgevano a Roma per la concessione di favori, dispense, ecc. oppure riproponevano davanti al tribunale della sede romana i giudizi ad essi non graditi ( appello ).

La Curia papale in Laterano diviene la corte di giustizia del mondo.

Innocenzo III l'aveva chiaramente affermato: « Il Signore ha trasmesso a san Pietro il dominio non solo su tutta la Chiesa, ma su tutto il mondo ».

Quella auto-attribuzione causò un ingente lavoro e rese necessaria la creazione di una burocrazia sempre più crescente.

Era giusto che le spese richieste da un tale lavoro venissero coperte da coloro che chiedevano favori e dagli appellanti.

I proventi dello Stato della Chiesa infatti, non erano sufficienti.

Si giunse pertanto a imposte ecclesiastiche ordinarie e straordinarie, che furono estese a tutta la cristianità e si stabilì una tassa per le singole azioni giuridiche promosse presso la corte pontificia.303

3. La centralizzazione della Chiesa e di tutte le singole Chiese attorno al Papato ( § 35 ) si compiva in modo brillante.

Ma quell'evoluzione nascondeva dei gravi pericoli per la vita religiosa, pericoli che dovevano ben presto venire alla luce: Gregorio VII aveva eliminato la simonia, Bernardo aveva messo in guardia di fronte alla politica e al denaro, e accanto a lui Gero di Reichersberg, Walter Mappes ( + 1209 ), Tommaso Becket ( + 1170 ).304

Ora riapparve più minaccioso di prima il pericolo che la gerarchia ( e non solo per umana fragilità ma per la logica interna dei fatti )305 si invischiasse troppo negli affari temporali, nella politica, nel diritto e nel denaro.

La china immanente all'idea di potere si fece sentire così come il diretto appesantimento della Chiesa - cresciuto con lo sviluppo storico, difficilmente evitabile e schiettamente medievale - prodotto dal potere politico e dalla ricchezza economica.

Ci troviamo di fronte a pericoli inerenti alla struttura stessa della Chiesa che il Divin Fondatore espressamente non volle togliere dal mondo ( Gv 17,15 ); pericoli che esistono in ogni tempo e richiamano incessantemente alla vigilanza e al controllo di se stessi, nella penitenza ( metanoia ).

Abbiamo potuto spesso costatare in che misura ciò rappresentasse una minaccia immanente per la Chiesa.

A partire dalla riforma gregoriana, e con essa, e poi con la vittoria del Papato sugli Hohenstaufen, essa andò aumentando.

A partire dal tardo Medioevo, da Avignone e dall'organizzazione fiscale ora compiuta dalla Curia nei confronti delle singole Chiese ( § 64 ) si tramutò in un pericolo gravissimo.

Solo dei Santi potevano portare la salvezza.

Dio li aveva già donati alla sua Chiesa e con essi aveva costituito un tesoro che ora, prima ancora della grande decadenza, avrebbe rinvigorito la Chiesa, e un giorno, superati i tempi oscuri, l'avrebbe fatta risorgere.

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300 Il titolo esatto ne caratterizza molto bene contenuto e metodo; Concordantia discordantium canonum.
Insigni canonisti furono il discepolo di Graziano Paucapalea ( da lui prendono il nome di paleas le aggiunte al Decreto ), Rotando Bandinelli ( il futuro Papa Alessandro III ), Stefano di Tournai ( + 1210 ), autore di una « Summa in Viecretum Grattane »; Gandolfo da Bologna compilò tra il 1160 e 1170 delle glosse a Graziano.
Per il titolo si pensi al « Sic et No» » di Abelardo § 51,3a.
301 La conferma del Papa è un diritto formalmente riconosciuto solo a partire dal 1418.
Nello stesso anno il giuramento di obbedienza di tutto l'episcopato diviene un obbligo nei confronti del Papa ( fino allora questo valeva soltanto per i metropoliti ).
302 Cfr. per esempio la Legazione inviata in Germania sotto Barbarossa, presieduta dal cardinale Rolando § 52,2c; cfr. anche le legazioni contro gli eretici nella Francia meridionale ( § 57; Domenico ).
303 Già dalla corrispondenza di san Bonitacio ci è documentata l'esistenza di tali diritti romani di cancelleria.
304 Anche nel 1245, a Lione, furono soprattutto gli Inglesi a protestare contro lo sfruttamento finanziario della loro Chiesa da parte della Curia.
305 A questo proposito bisogna pensare anche al lavoro e all'atteggiamento psicologico della burocrazia curiale e all'ambiente come tale, contro i quali si era già rivolta esplicitamente la critica di san Bernardo.