La storia della Chiesa |
1. La vita della Chiesa è, nel senso più profondo del termine, vita di grazia, la quale trova la sua espressione immediata nella pietà.
La storia della Chiesa dovrebbe perciò essere soprattutto storia della pietà, la storia della realizzazione del regno di Dio ( cioè del tendere continuo verso questa realizzazione ), lotta della Chiesa, sia della comunità sia del singolo, per questa realizzazione, e pertanto anche puntualizzazione delle sue deficienze.
E qui molto resta da rivedere.
Ma la vita della grazia è per sua natura misteriosa e la vita di preghiera riesce difficile da penetrare e comprendere nel suo intimo più profondo.
Per questo motivo anche l'adempimento di un simile compito in ambito di storia della Chiesa sarà sempre possibile soltanto in misura insufficiente.
Per evitare quindi di trarre delle conclusioni errate da quanto si andrà dicendo, è necessario tener sempre ben presente che la vita religiosa interiore è assai più ricca, e pertanto assai più problematica di quanto non potrà apparire nella nostra esposizione.
Ma neppure questa ricchezza deve far dimenticare allo studioso di teologia la realtà di fatto fondamentale, che cioè tutta la storia della Chiesa è tesa fra la prima e la seconda venuta del Signore, vale a dire che la sua presenza fra di noi, che è realtà, è sempre da intendere anche in senso escatologico.
L'apoftegma, ispirato a Giovanni ( Gv 1,5 ) che abbiamo premesso a questo volume, assume qui particolare importanza: la luce risplende nelle tenebre e in ciascun uomo, ma soltanto un giorno la sua vittoria sarà piena.
2. Anche in questo compito particolare di illustrare la pietà della nostra epoca la vicinanza dei fatti da esaminare aumenta le difficoltà ( cfr. § 108 ).
Per quanto strano possa sembrare, noi siamo meglio informati sulla pietà dei secoli lontani che non su quella dei nostri contemporanei.
La vera pietà ama tenersi celata nel segreto.
E le notizie che ci vengono dai tempi passati, concernenti prevalentemente le realizzazioni più salienti, ci inducono facilmente a deformare la reale dislocazione delle forze.
Crudamente possiamo esprimere la situazione di ogni tempo con le parole di Lutero: « Un cristiano è un uccello raro » ( 1526 ).
D'altra parte però, attraverso gli esempi e le pratiche di pietà che abbiamo appreso dai nostri genitori, dalla Chiesa, dai manuali di preghiera, dalla biblioteca paterna e dalla pratica personale, siamo ancora abbastanza vicini alla vita più intima dei secoli passati, per poter ricostruire in qualche modo l'atmosfera in cui quella si formò e sviluppò.
3. L'enorme quantità dei singoli elementi della vita di pietà non ci permette che un fugace cenno.
È più importante il tentativo di cogliere e di valutare gli elementi caratteristici.
Poiché il cristiano è essenzialmente uditore della Buona Novella, il fondamento anche della pietà ( cattolica ) è costituito dalla Chiesa che svolge la sua opera di annuncio attraverso i sacramenti e la parola, ossia nella sua liturgia e nella cura d'anime.
Elemento essenziale sia dell'una sia dell'altra è la predicazione.
1. La liturgia della Chiesa culmina nella celebrazione della santa messa.
Si può addirittura dire che in questa essa si presenta in maniera esauriente.
Poiché questa celebrazione, eccettuati i periodi di persecuzione ( rivoluzione francese; Kulturkampf ), si svolse ininterrottamente con un ritmo meraviglioso attraverso i decenni, in tutte le province della Chiesa, la vita e la fonte della vita furono in essa sempre attivamente alimentate.
Quanto espresso in questa semplice asserzione è inesauribile.
È compito del lettore, che sa meditare, tener ben presente questo fatto ( vedi anche cap. 2 ).
D'altra parte, la liturgia, nel corso dei secoli, è stata di una vitalità assai differenziata.
Quando scoppiò la Riforma, essa trovò la pratica della messa ad un livello molto basso.
Lo slancio religioso della Riforma cattolica e della Controriforma fece della messa solenne un mezzo capitale della rinascita ecclesiastica.
Ma rimaneva una grave lacuna: la messa era, come prima, soprattutto monopolio dei sacerdoti; il popolo « ascoltava » la messa249 e ne era anche entusiasta, ma non partecipava attivamente alla celebrazione.
Per quanto riguarda le preghiere e gli usi liturgici, il XIX secolo è un periodo che tradisce una grave stanchezza senza alcuna feconda innovazione.
I tentativi di approfondimento ( scuola di Tubinga ) non riuscirono ad imporsi.
Tutto ciò va di pari passo con una interpretazione troppo superficiale ( neoscolastica e moralistica ) della messa.
Dopo i tentativi del benedettino francese Dom Guéranger di Solesmes e dell'abbazia di Beuron, solo il movimento liturgico, sorto dopo la prima guerra mondiale, ha migliorato sensibilmente la situazione.
Nei paesi di lingua tedesca era all'avanguardia l'abbazia dei Canonici agostiniani di Klosterneuburg, presso Vienna ( i testi tedeschi della messa di Pius Parsch ).
Notevoli impulsi provennero anche dall'attività liturgica delle abbazie benedettine di Beuron e Maria Laach, dapprima mediante il rinnovamento della preghiera liturgica nel proprio convento e poi con la compilazione di messalini in lingua tedesca ( lo « Scott » a Beuron dal 1884; il « Bomm » a Maria Laach dal 1938 ), La Bibbia, la scienza liturgica, la teologia pastorale e l'esegesi costituirono poi delle solide basi per quei risultati consolanti che oggi si riscontrano nella letteratura edificante e nei decreti ufficiali della Chiesa ( Vaticano II, § 126, III ).
2. a) La situazione all'inizio del secolo: l'ordine dei gesuiti è sciolto e così è indebolito, nella sua efficacia, un grandissimo numero di istituti per l'educazione.
A causa della rivoluzione e della secolarizzazione, l'organizzazione ecclesiastica è scardinata; un'alta percentuale di sedi episcopali e di parrocchie rimangono vacanti per moltissimo tempo; la cura d'anime è scarsa e, di conseguenza, debole è la vita di pietà e la vita morale.
È importante tener ben presente che il successivo ripristino dell'organizzazione ecclesiastica mediante i concordati, compreso l'elevato aumento della gerarchia in Francia, Inghilterra, Scandinavia e oltre Oceano per tutto il secolo ( specialmente sotto Leone XIII ) non è sinonimo di rinnovamento religioso.
Essa costituisce piuttosto
a) uno dei suoi presupposti, ma, tuttavia, come documenta una gran parte della storia della Chiesa, lo è come forza decisiva, in linea con la legge della forma;
b) essa non distrugge il razionalismo illuminista; quest'ultimo continua anzi a vivere vigorosamente e si sviluppa tra i cattolici colti ( liberalismo; nel Baden, per esempio, nel '30 e '40 lo spirito di Wessenberg è ancora molto forte in un senso prevalentemente « illuminista »; il clero in Germania, in parte almeno, ha ben poco il senso della Chiesa ed è incline alla chiesa di stato );
c) nel corso del secolo questa organizzazione viene più volte interrotta da reazioni ( moti antiecclesiastici del liberalismo, denunce o limitazioni arbitrarie da parte degli stati250 ); la democrazia liberale ( anche se magnanima ) in Belgio; reazioni in Austria ( Metternich ); breve reazione nella Spagna nel 1835: i monaci vengono espulsi, i beni della Chiesa confiscati, poi restituiti in seguito al concordato del 1851; ma anche più tardi la situazione rimane piuttosto instabile ( cfr. la panoramica politica e politico-ecclesiastica al § 108 ).
b) Tuttavia si può dire che, nel complesso, la vita religiosa riceve un impulso con la fondazione delle nuove diocesi.
Queste si erano rese necessarie, soprattutto in Francia e in Germania, dove la rivoluzione e la secolarizzazione avevano distrutto gli antichi ordinamenti.
In Germania, tale fondazione fu attuata mediante concordati della Santa Sede con i singoli Lànder; in molti casi furono unite o trasferite antiche sedi vescovili ( per es. Monaco-Frisinga al posto di Frisinga, Friburgo invece di Costanza, Magonza ridotta a semplice sede vescovile ), furono costituite nuove parrocchie, furono restaurati i vecchi Ordini, tra gli altri anche i gesuiti ( il cui Ordine era stato ricostituito nel 1814 ) e i redentoristi, e furono fondate nuove Congregazioni ( tutte aventi uno scopo specifico e interessate soprattutto alle necessità sociali ).
Un fattore importante è dato dalla ricostituzione delle abbazie benedettine.
Per la Germania assume particolare importanza, nella seconda metà del secolo, la fondazione di Beuron ( 1863, in un'abbazia già appartenuta agli agostiniani ), innanzi tutto attraverso il rinnovamento della vita liturgica ( v. cap. 1 ).
In uno spazio di tempo assai breve, sotto l'influenza di Beuron fiorirono numerosi altri conventi ( Maria Laach, Neresheim ).
L'Austria ( Seckau ) e il Belgio ( Maredsous ) partecipano a questa fioritura, in cui si inseriscono anche molti monasteri femminili.
c) Nello stesso tempo migliorava la cultura del clero; chi ne trasse vantaggio fu il popolo nelle molte scuole nuove ( sviluppo dei catechismi e della catechesi251 ).
Il prestigio del clero aumenta e, con esso, il prestigio della Chiesa.
In rapporto all'affermarsi progressivo della industrializzazione, questo clero più preparato si prende cura dei singoli ceti sociali, con un genere tutto particolare di prediche e di conferenze, in associazioni professionali e di categoria ( associazioni delle madri, dei giovani, cura d'anime tra i lavoratori ); in tempi più recenti si aggiunge l'intenso movimento dei ritiri specializzati per categorie e delle missioni popolari.
Alla fine del secolo, il problema « Chiesa e intellettuali » non era ancora risolto.
Mentre in questo settore si annunciava un miglioramento nel XX secolo ( accompagnato comunque dalla progressiva generale secolarizzazione ), il problema insoluto « Chiesa e proletariato », « Chiesa e lavoratori » venne riconosciuto, in tutta la sua importanza, solo in tempi più recenti, soprattutto nel conflitto col marxismo ateo.
Specialmente nei paesi neolatini, il problema venne compreso nella sua importanza esistenziale soltanto con molto ritardo e dopo infinite esitazioni.
Per la conquista della classe colta è di straordinaria importanza l'assistenza agli studenti nelle città universitarie.
Essa dovette lottare a lungo per poter ottenere il riconoscimento che le spettava.
Un settore sempre efficace per l'istruzione religiosa fu dato, per tutto il secolo, dalle Congregazioni mariane.
Oggi ci si studia di trovare nuove forme ( per es. lavoro giovanile ) che possano corrispondere allo spirito, ormai trasformato, della vita e al clima spirituale fortemente mutato dell'uomo moderno.
3. Questo sviluppo della situazione generale e religiosa del clero in Germania fu molto diversa nei singoli stati e nelle diverse parti della Germania.
a) Nel Baden ( e in generale nella Germania meridionale ) esplose una forte corrente contraria al celibato,252 causata dalla scarsa selezione degli anni della rivoluzione e della guerra e dalle idee illuministiche ( negli anni '20 e '30 molti professori di teologia erano ancora razionalisti ), e la loro corrente fu pure appoggiata da un certo numero di laici cattolici.
Il movimento provocò il passaggio di un considerevole gruppo di ecclesiastici al protestantesimo.
Ancora intorno al 1840 l'arcivescovo di Friburgo si vide costretto a lanciare un appello ( steso da Hirscher ): « Ciò che, in maniera confidenziale e fiduciosa, si dovrebbe raccomandare a un sacerdote, il quale sia incline alla tentazione attuale di lasciare la Chiesa cattolica ».
In occasione dell'esposizione della « Santa Tunica » a Treviri nell'agosto del 1844, un sacerdote della Slesia, Giuseppe Ronge ( + 1887 ), organizzò un movimento dissidente, il « cattolicesimo tedesco »;253 passò come un principe per quasi tutta la Germania e raccolse numerosi proseliti;254 ma il movimento « cattolico-tedesco » era, in fondo, puramente politico e si camuffava soltanto ( anche per ovviare alla censura ) con un linguaggio religioso-illuministico.
Quando, nel 1848, la trasformazione politica era avvenuta, i « cattolici tedeschi », ad eccezione delle comunità della Sassonia, si disgregarono e si qualificarono « liberi-religiosi »; il « cattolicesimo tedesco » era morto.
b) Assai più rilevante di questi fenomeni effimeri è il fatto che la vita religiosa, nella Germania confessionalmente divisa, si sviluppò considerevolmente meglio che non in Italia e in Francia, nazioni essenzialmente cattoliche.
La ragione fondamentale sta nel contrasto esistente fra ambienti ecclesiastici e il movimento nazionale e sociale, e, per la Germania, nella stimolante concorrenza da parte del protestantesimo.
c) In Italia, come abbiamo visto, sotto Gregorio XVI e Pio IX si levò la reazione contro le novità del secolo da parte del governo pontificio.
Fintanto che il clero detenne il potere politico, molti si avvicinarono alla Chiesa, in base a considerazioni economiche e sociali; quando il vantaggio materiale cessò, si manifestò tutta la fragilità dell'unione.
L'opposizione della Chiesa purtroppo non si diresse soltanto contro gli eccessi, ma si volse contro la stessa essenza del movimento nazionale.255
La lotta radicale generò, per reazione, una ostilità profonda che si rifugiò nelle società segrete.
La vittoria del nazionalismo divenne quindi una vittoria sulla Chiesa, il movimento passò in mano agli elementi radicali; il trionfo del Piemonte fu seguito dalla espulsione degli ordini religiosi e dalla confisca dei beni ecclesiastici: l'anticlericalismo divenne imperante e il clero si trovò per molteplici cause nella impossibilità di procurarsi una cultura adatta.
I seminari erano troppo numerosi e in essi la volontà di istruire e formare era tanto scarsa quanto la possibilità di impartirla: numero estremamente esiguo di professori, conseguenza del numero troppo elevato di diocesi.
Leone XIII e Pio X apportarono un sensibile miglioramento alla situazione, istituendo numerosi seminari regionali; Pio XI intervenne in maniera ancor più radicale.
d) In Francia il clero rimase troppo attaccato al ricordo dei tempi anteriori alla rivoluzione.
La restaurazione aveva vinto attuandosi unilateralmente; il cattolicesimo divenne sinonimo di monarchia.
La repubblica cadde perciò in mano ai liberali, ai socialisti e agli ebrei.
Fu questa opposizione che provocò, al principio del XX secolo, la separazione ostile tra Chiesa e Stato ( 1905 ).
Il clero rimase assente anche sul terreno della vita sociale.
In pieno contrasto col luminoso esempio dato dal laico Federico Ozanam nel campo della « caritas sociale », non riconobbe la necessità della pastorale sociale.
Rimase in sagrestia e tutt'al più entrò nei castelli.
Perciò il popolo di un mondo in via di industrializzazione seguì la propria strada.
Il risultato si manifestò sullo scorcio del secolo: la scristianizzazione e l'apatia religiosa - anche nelle campagne - avevano raggiunto in Francia proporzioni così spaventose, quali non si riscontravano in alcuna zona cattolica della Germania.
A questo proposito s'impone tuttavia un'importante precisazione: la Francia possiede, più d'ogni altro paese, un potenziale di pietà eroica e mistica.
Ne fornisce la prova la metropoli di Parigi, ove accanto alla più radicale amoralità scorre una vasta corrente di pietà mistica che esercita un'enorme forza d'attrazione.
Una simile forza nascosta è di immenso valore e, sotto taluni punti di vista, più proficua di una vita associativa bene organizzata.
I fatti stanno a dimostrarlo: a partire dalla fine del secolo, si ha una quantità di sacerdoti e di laici colti, i quali lottano fino all'abnegazione, per riconquistare alla Chiesa l'anima del popolo francese.
In campo letterario la « vittoria »256 sul liberalismo vi si è affermata assai più che in qualsiasi altra nazione.
Anche la teologia francese, che fino intorno al 1910 viveva, si può dire, di risultati e di metodi tedeschi, ha assunto oggi un ruolo guida; si hanno teologi e filosofi cattolici d'avanguardia: Reginaid Garrigou-Lagrange ( + 1964 ), Ernest Hello, A. Sertillanges ( + 1948 ), Alfred Baudrillart, Pierre Battiffol, Henri de Lubac, Yves Congar, Etienne Gilson, Jacques Maritain ( + 1973 ).
Centri di vita religiosa sono: il Centro de Pastorale Liturgique di Parigi, Le Saulchoir presso Parigi ( domenicani ), la Vacuile jésuite de Théologie de Lyon-fourvières.
Importanti riviste: Maison Dieu, Révue Thomiste, Rechercbes des Sciences Religieuses, Révue Biblique.
E infine la pastorale ha scoperto in Francia uno dei suoi settori di maggior rilievo, il mondo operaio.
Dopo un energico tentativo degli arcivescovi Baudrillart e Verdier di dotare di chiese i quartieri scristianizzati di Parigi ( les chantiers du Cardinal ), il card. Emmanuel Célestin Suhard avviò l'esperimento dei preti-operai.
Sacerdoti condividevano la vita operaia dei lavoratori nelle fabbriche, nei laminatoi, nelle miniere cercando di offrire con la vita, la loro testimonianza a Cristo, in un ambiente radicalmente a-cristiano, anticlericale e a-religioso.
Non può stupire che un tale esperimento comportasse dei rischi e perfino delle perdite.
La sospensione di questo esperimento da parte di Pio XII e di Giovanni XXIII colpisce la forma e non la più profonda sostanza di esso.
In questa o in altra nuova forma, dovrà essere ripreso il tentativo di vivificare dal di dentro con lo spirito cristiano la classe proletaria ormai così estranea alla Chiesa.
In questo spirito e in simile modo ( condividendo radicalmente e spontaneamente le condizioni di vita dei poveri ) lavorano alla cristianizzazione dell'ambiente paganizzato i Peiits frères de Jésus e le Petites soeurs de Jésus, fondati dall'ex ufficiale Charles de Foucauld, già sfrenato gaudente ed esploratore del Marocco, e quindi eremita nel Sahara e vivente immagine di san Francesco.
Cerchie di élite nelle quali sorge un rapporto, più approfondito con il primato della grazia e la Chiesa che la comunica, vanno formandosi nei diversi ceti sociali.
La gioventù operaia cristiana ha trovato un nuovo ideale in una vigorosa pietà personale e nell'apostolato consapevole della propria responsabilità.
Fu riconosciuta l'importanza di una nuova organizzazione della parrocchia e furono creati i presupposti per essa.
Centri di irradiazione furono soprattutto il Belgio e la Francia ( Cardjin, Suhard, Michonneau ), ma l'importanza del problema fu attivamente sentita dappertutto e si cercò di venirvi incontro con molteplici iniziative a ogni livello.
Il giudizio di Pio XI aveva colpito giusto e aveva risvegliato un maggior senso di responsabilità; si era compresa la verità delle sue parole « Il grande scandalo del XIX secolo è la perdita della classe operaia ».
e) Lo sviluppo in Austria fu condizionato, per lunghissimo tempo, dalle conseguenze del giuseppinismo.
Il fatto poi che gli austriaci fossero stati cacciati dall'Italia con l'intervento dei francesi, creò un'atmosfera per nulla favorevole alla definizione del Vaticano I; il Concordato fu denunciato per volere della maggioranza liberale del parlamento257 nel 1870.
Come in altri paesi, così anche in Austria, la coscienza nazionale fu sfruttata ai danni della Chiesa.
Forti aspirazioni nazionalistiche, contro le quali il clero combattè, promossero il movimento del Los-von-Rom, appoggiato e sfruttato dal protestantesimo per la propria causa.
Sulla fine del secolo ci furono circa 75.000 conversioni al protestantesimo e circa 20.000 alla Chiesa vecchio-cattolica.
Il successo è da ascriversi all'istigazione anticlericale.
Una minaccia assai più seria per la Chiesa e per la religione in genere rappresentò e rappresenta l'affermarsi di correnti e di movimenti moderni che, sotto denominatori vari, inneggiano tutti all'incredulità: il liberalismo, il materialismo, il socialismo, il laicismo e il libertinismo, specialmente nelle grandi città moderne.
Tuttavia anche la grande città di Vienna va menzionata tra quei centri nei quali - sempre in mezzo alla progressiva secolarizzazione della vita - sia nella guida prettamente politico-religiosa sia nel vero e proprio settore religioso e pastorale, si annuncia nel XX secolo una trasformazione positiva dei metodi pastorali.
Indice |
249 | Quanto è significativa l'espressione, usata ufficialmente quasi senza eccezione fino a poco tempo fa: « Ascoltare la Messa con devozione ». |
250 | Per esempio in Baviera nel senso dell'Editto di religione del 1818 ( § 110,7 ) il quale, nonostante l'esplicita richiesta dei vescovi del 1850, non fu revocato. |
251 | Un vero rinnovamento, fecondato dalla Sacra Scrittura, lo possiamo però costatare soltanto da pochi decenni. Riguardo al nuovo Catechismo Tedesco ( 1955 ), d'importanza veramente storica, § 125, II, 4 b. |
252 | Nel 1831 fu fondata, nel Wùrttemberg, un'associazione contraria al celibato, con circa 200 soci; nel 1832 fu proibita da un decreto del rè. |
253 | Nell'ottobre del 1844, fu inviata al vescovo Arnold di Treviri una pubblica lettera di protesta per la Santa Tunica; Ronge, scomunicato nel 1854, promosse poi una « libera assemblea nazionale » che doveva muoversi contro la gerarchia. |
254 | Nel 1847 i mèmbri erano circa 60.000. |
255 | Assai discusso dagli storici è il provvedimento con cui la Santa Sede nel '74 impegnava i cattolici italiani alla formula del « non expedit » che sanciva il motto « ne eletti, ne elettori ». |
256 | La parola è da intendersi nel senso che la grande letteratura religiosa riuscì a conquistarsi un posto alla pari di quella non impegnata. |
257 | Il Concordato tuttavia era molto antiquato su importanti questioni: non esisteva una equiparazione civile dei protestanti. Per gli ebrei esistevano gravi limitazioni. Nelle trattative che portarono alla denuncia, la politica curiale fu poco elastica. |