Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio ) |
La salma di Fratel Teodoreto, esposta in camera ardente nel parlatorio, dalle quindici del 13 maggio alle del 15 maggio fu ininterrottamente visitata e vegliata, giorno e notte, da innumerevoli persone venute più a pregare che a suffragare.
Adulti e giovani e bambini andavano a gara nel toccare e fargli toccare oggetti di divozione, senza il menomo senso di timore, perché tutti si sentivano a contatto con le reliquie di un santo autentico, che saprà anche ottenere grazie e miracoli, intercedendoli da Gesù Crocifisso.
Dal Cardinale al Preside della Provincia, al Sindaco..., è stato un affluire ininterrotto di oranti ammirati e fiduciosi.
"Alle dieci di sabato 15 maggio, il corteo funebre si snodò nei corridoi del Collegio.
La salma, portata da tre Fratelli e da tre Catechisti, passò dinanzi agli allievi schierati e riverenti, entrò nella cappella che vide le lunghe ore di prostrazione di Fratel Teodoreto, il quale ogni mattina vi assisteva a tutte le messe celebrate successivamente per i vari gruppi di alunni.
"La Messa funebre fu solenne e devota. Poi l'accompagnamento, - che avrebbe dovuto essere fatto a piedi, fino al Cimitero - a causa della pioggia si trasformò in una lunga teoria di macchine e di pullman.
Fratel Teodoreto ha voluto andarsene più rapidamente e più nascosto, come nel nascondimento operoso e umile aveva passato tutta la sua vita".
Così informa la circolare del Fr. Cecilio.
Può aggiungersi che il sindaco volle i funerali a spese del Comune, considerando Fratel Teodoreto come insigne benefattore della Città. per il lungo servizio prestato alla R.O.M.I. e per il bene che continua a fare alla sua gioventù operaia, mediante la « Casa di Carità ».
Tutti i giornali torinesi parlarono della morte di Fratel Teodoreto, trattandosi d'un avvenimento cittadino; e quelli idealmente a noi più vicini portarono necrologi affettuosi e lusinghieri sulla sua notissima figura.
Mentre dal Collegio San Giuseppe partiva la benedetta Salma, una Signora - non meglio identificata, quasi a rappresentare la pubblica voce - esclamava: « Ecco una luce di più, ecco una nuova gloria per la Chiesa! »
E al ritorno dai funerali, il Padre Agnello, parroco di San Tommaso, la Chiesa di Fra Leopoldo, diceva: « Dobbiamo ringraziare il Signore d'essere stati presenti a uno spettacolo simile.
Io sono persuaso che la Causa di Fratel Teodoreto passerà avanti a quella di Fra Leopoldo ».
E non era il solo - commenta Fr. Angelo, che riferisce le due voci da lui raccolte - non era il solo, né il primo che lo dicesse.
Noi non diremo nulla a questo proposito: erano così buoni amici i due Servi di Dio, il figlio di s. Francesco e quello di S. Giovanni Battista de La Salle, che non si faranno certo lo sgambetto per giungere l'uno prima dell'altro sugli altari; pronti se mai a cedere, per mutua ammirazione, l'uno all'altro il passo, o ad affiancarsi, secondo che le circostanze sembreranno esprimere il volere di Dio a questo riguardo.
Al Collegio San Giuseppe continuavano intanto a giungere da ogni parte telegrammi e lettere di condoglianza e d'elogio del Defunto, con attestazione proprio plebiscitaria.
Non solo da ambienti religiosi, che furono, può dirsi, tutti vivi e presenti nella dolorosa circostanza; ma da enti e personalità laiche, che documentano una volta di più quanto fosse vasta la rete degli ammiratori della Persona e dell'Opera di Fratel Teodoreto.
Nomino, solo come esempio: la Banca Nazionale del Lavoro, la Casa Editrice Zanichelli, il Ministero dell'Industria ( S. Ecc. On. Quarello ), l'Assessorato del Lavoro, l'Ispettorato Scolastico e il Provveditorato agli Studi di Torino nella persona dei loro Titolari, l'Unione sindacale Provinciale, il Prof. Federico Olivero dell'Università...
Neppure tento di fare una scelta per dare un saggio fra le molte centinaia di firme che colmarono il registro messo a disposizione dei visitatori, tra i quali figurano nomi cari ed illustri, ma tanti da essere proprio troppi ...
Fra le lettere provenienti da enti e personalità religiose - quelle ad esempio del Prefetto Generale dei Salesiani, del Padre della Piccola Casa, scritte personalmente, dell'« Angelicum », nella persona del P. Enrico di Rovasenda - mi sembra doveroso citare per esteso la pagina tanto affettuosa e significativa dell'eminentissimo Cardinale Arcivescovo Maurilio Fossati:
Arcivescovado di Torino
Torino, li 14 maggio 1954
Al Reverendo Superiore "Fratelli delle S.C." Città
La morte del Rev. Fratel Teodoreto mi ha profondamente addolorato: ringrazio il Signore che mi ha concesso di potergli portare la mia benedizione proprio alla vigilia del suo viaggio per l'eternità.
Quella mia benedizione ha voluto essere soprattutto un vivo ringraziamento per il grande bene compiuto dal caro Fratel Teodoreto in questa mia Torino, per cui il grave lutto che ha colpito la grande famiglia dei Fratelli delle Scuole Cristiane è anche lutto dell'Arcivescovo e della Diocesi Torinese.
Egli è andato in Paradiso per meglio celebrare domani la festa del Santo Fondatore Giovanni Battista de La Salle, ed essere più efficace intercessore presso Dio per i bisogni della sua Congregazione e delle sue benefiche Istituzioni.
Sulla terra ha sempre vissuto in Dio: ora vive in Dio.
L'amore di Dio è stato l'unico movente e motivo di tutto il suo fervido apostolato a favore della gioventù: far conoscere Iddio dagli altri per farlo amare, ecco il suo magnifico programma, che ha svolto con animo sereno, come se ciò fosse vita della sua vita. Ora vive in Dio e prega per noi.
Nella prova dolorosa del momento la mia benedizione sia di conforto ai Figli de La Salle.
+ Maurilio Cardinale Fossati
Arcivescovo
Un elogio così vivo, da parte della suprema Autorità religiosa locale, mette naturalmente in via a dire qualcosa della « fama di santità », requisito essenziale e basilare per iniziare ufficialmente gli esami canonici attraverso i quali si portano alla Beatificazione e Canonizzazione quei Servi di Dio che il Signore vuole glorificare con pubblico culto qui nella sua Chiesa.
Ed è materia meritevole d'essere trattata in capitolo a parte.
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