Fratel Teodoreto - Maestro di vita

Uno stile improntato al Vangelo

In Fratel Teodoreto emergono in modo particolare l'umiltà e la carità.

In lui l'amore di Dio e del prossimo è una costante nella preghiera e nelle relazioni con gli altri, ma si esprime in tutta la sua forza nelle opere e nelle attività apostoliche intraprese: l'Unione Catechisti, quale strumento per riproporre, secondo lo stile e le attese contemporanee, la vocazione universale alla santità, e per dare nuovo impulso alla missione catechistica in un mondo secolarizzato; la Casa di Carità per contribuire alla catechesi e alla formazione professionale del settore tra i più colpiti della secolarizzazione, cioè il mondo dei lavoratori; l'Adorazione al Crocifisso, per dare speranza, conforto e gioia all'uomo contemporaneo così colpito dalle ferite dell'odio e del dolore.

« L'amore si dimostra coi fatti » è solito ripetere Fratel Teodoreto ai confratelli e ai catechisti.

E ancora: « Per imparare a leggere bisogna leggere, per imparare a scrivere bisogna scrivere; per imparare ad amare bisogna far atti d'amore ».

Ed è il primo a dare l'esempio.

La testimonianza di un suo confratello, una tra le tante, è eloquente: « L'amor di Dio che ardeva nel suo cuore si trasformava secondo il desiderio del Signore in un grande, tenero amore per il prossimo.

L'animo suo delicato gioiva con chi godeva e si rattristava con chi soffriva.

Ricordo, in tempo di guerra, la sua commozione al pensiero di tanti che non avevano di che sfamarsi.

Allora egli raccoglieva in Comunità gli avanzi del pane e d'altro per portarlo ai poveri, e sovente si privava egli stesso.

Diversi Fratelli ne seguivano l'esempio, giacché Fratel Teodoreto, pur di poche parole, era un trascinatore nel bene con la sua virtù calma e costante».

La sua carità si manifesta al servizio dei poveri, dei più bisognosi, degli ammalati, a cominciare dai suoi confratelli, e avrà modo di esplicarsi anche in forme delle quali per il momento Fratel Teodoreto con conosce ancora i contorni.

L'umiltà, poi, porta Fratel Teodoreto a esprimere più volte meraviglia perché i superiori hanno pensato di affidargli un incarico di responsabilità: egli è infatti convinto di doversi considerare inferiore a tutti, e se ha intrapreso opere così impegnative lo ha fatto perché spinto dai superiori, e in ogni caso con il loro assenso, dopo essersi profondamente esaminato e attentamente consultato, soprattutto con Fra Leopoldo, che la strada da intraprendere fosse volontà di Dio.

Ma anche sul piano strettamente personale egli si presta sempre a svolgere i servizi più umili, come lavarsi la biancheria, rammendare gli indumenti, ripulire i vari ambienti della Comunità e aiutare tutti in tutto ciò che può.

Nonostante gli sforzi che compie per rimanere nell'ombra, però, le sue doti emergono ... e allora Fratel Teodoreto ne soffre visibilmente.

Non desidera mai essere elogiato e, se è assolutamente necessario parlare della sua opera, si esprime in modo tale da rimanere il più possibile nascosto; desidera che tutti facciano altrettanto, quando si riferiscono alla sua persona.

Questo suo stile è un riflesso della fede e dell'amore assoluto che nutre per Dio.

Così si esprime al riguardo un suo confratello: « Non era più lui che parlava e agiva, ma il Signore che s'era impossessato interamente dell'anima sua.

Ci si rendeva conto di ciò, in modo speciale durante le preghiere e l'assistenza alla santa Messa.

Il suo era un intimo e sereno colloquiare col Signore.

Anche durante la giornata, nel semplice e monotono succedersi delle azioni comuni, Fratel Teodoreto era tutto preso dall'attenzione a Dio.

Lo si sarebbe detto sempre in preghiera.

E questo suo stato mistico non gli impediva di occuparsi del suo lavoro, perché fu sempre uomo attivo e fedele nelle sue cose ».

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