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179 Fr. Teodoreto fu eroicamente umile.
Non parlava di sé, non permetteva che si parlasse dei suoi meriti e sapeva « scomparire » ogni volta che prevedeva qualcosa che gli sarebbe tornato di pubblica lode.
Non parlava dei suoi parenti, del suo paese, contento di essere conosciuto solo da Dio.
Evitava anche che il suo nome fosse scritto, o nominato in pubblico, e che circolasse la sua fotografia.
180 Aveva profondamente radicato il sentimento della sua nullità e godeva di essere dimenticato e nascosto.
181 Nel riportare frasi del Diario delle rivelazioni di Gesù Crocifisso a Fra Leopoldo, soppresse sempre il suo nome, per lasciare tutto il merito al suo santo amico.
Sviava bellamente le conversazioni che si aggiravano sui suoi meriti, e imponeva d'autorità ai giovani di non lodare né lui né il suo lavoro, dicendo che le turibolate rompono il naso.
Soffriva nel sentirsi lodare, fino ad averne male fisico.
182 Quando accennava a qualcosa che non andava bene, sapeva far ricadere la colpa sulla sua insufficienza e sulle sue mancanze, e lasciava in tutti l'edificante impressione che era convinto del suo nulla e che parlava senza la menoma affettazione.
Chiese ai Novizi, presso cui veniva mandato a sostituire il Direttore temporaneamente, che lo avvisassero dei suoi difetti, e promise preghiere e chi gli usasse tale carità.
183 Non disdegnava le umili occupazioni.
Da Direttore era lieto di compiere gli impegni più ordinari e di rendere i servizi più bassi ogni volta che potesse e che ne avesse il tempo: lavorava l'orto a Pessinetto, scopava, aiutava in cantina, assisteva ai lavori d'officina, si rammendava la biancheria.
Nei periodi in cui sostituiva il Direttore al Noviziato, puliva i legumi insieme con i Novizi, usando gli strumenti meno adatti e scartati dagli altri.
184 Quando non si trattava di questioni essenziali, amava piuttosto tacere e passare come vinto, che insistere sulla sua opinione e provocare dispute.
Si dimostrava contento, quando qualcosa pubblicamente lo sminuiva nel giudizio altrui.
Baciava la terra, come è tradizione fra i religiosi, e lo faceva con un senso di edificante compunzione.
185 Accettava le osservazioni con riconoscenza; era remissivo ogni volta che vedeva ragionevolezza e rettitudine.
186 Preparava coscienziosamente e a lungo i trattenimenti spirituali che doveva fare al Noviziato, e ai Ritiri di 20 e di 30 giorni, perché era conscio della sua incapacità.
187 Parlava della umiltà sovente e con termini che denotavano la stima e l'amore che ne aveva.
188 Tenne in nascondimento geloso tutto quello che avrebbe potuto procurargli lode e ammirazione pubblica, e i bombardamenti e gli incendi della guerra, distruggendo tutti i suoi manoscritti intimi, favorirono la sua brama di essere sconosciuto.
189 In un certo periodo le difficoltà che incontravano le sue opere nel loro sviluppo, gli fecero pensare che ne fosse lui la causa con i suoi peccati e le sue irregolarità; e, conseguentemente, fu tentato di sottrarsi e di abbandonarle all'azione di Dio solo.
Non lo fece, perché la pratica del riposo in Gesù e Maria consigliatagli dal suo Direttore spirituale, gli tolse ogni ansietà e gli diede un vero riposo spirituale.
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