Relatio et vota |
Senza dubbio la figura di Fratel Teodoreto spicca come quella di un Religioso esemplare, di un uomo di preghiera, di un ottimo educatore, di un uomo apostolico specie nel campo catechistico.
Fu eroico nell'esercizio delle virtù? È l'interrogativo cui dobbiamo ora rispondere.
Caratteristica di tutta la sua vita fu il vivo desiderio della santità.
Esso, innanzitutto, traspare dai suoi scritti.
Abbiamo al riguardo l'interessante Voto del primo Teologo Censore.
Egli, nello studio degli Scritti del Servo di Dio, lumeggia proprio questo aspetto specifico ( cfr. Iudicium..., pp. 7 ss. ).
A 22 anni, Fr. Teodoreto scriveva al nipote Fr. Bonaventura: « Sia la santità l'unico nostro scopo ».
Ancora: « Iddio ci vuole santi! Che importa a noi l'aver lasciato il mondo se non ci facciamo santi? »;
« Il nostro unico intento sia piacere a Gesù e a Lui solo; la carità e l'umiltà... aiuteranno a far grandi progressi nella perfezione ».
Per questo cammino si propose rinunce, sforzi, sacrifici, una lotta continua, sì che la sua vita diventò una tensione costante a Dio, alla immedesimazione in Cristo, alla ricerca dell'amore di Dio.
L'impegno di perfezione non restò a livello di desiderio e di proposito, ma si tradusse nella pratica quotidiana della vita.
È quanto emerge dalle concordi testimonianze.
Un teste dichiara che, nell'esercizio delle virtù, « non c'è stato un periodo in cui egli abbia sostato, ma ha sempre progredito con una costanza e continuità che è, per me, eroica » ( Summ., p. 87, § 278 ).
I testi affermano, esplicitamente o in modo equivalente, che Fr. Teodoreto esercitò in grado eroico le virtù teologali, cardinali e annesse ( cfr. Summ., p. 19, § 74; p. 35, § 125; p. 53, § 177; p. 66, § 211; p. 70, § 226; p. 87, § 278, ecc. ).
Come ragione di questo giudizio di eroicità adducono la costanza, la continuità, la progressione, la facilità, la giocondità, sì che « la virtù in lui era diventata una seconda natura » ( cfr. Summ., p. 19, § 74; p. 3."., § 125; p. 87, § 27P; p. 247, § 683; p. 292, § 831, ecc. ).
Questo giudizio sull'esercizio delle virtù in genere viene poi dai testi riferito alle singole virtù in specie.
Innanzitutto, quasi tutti mettono in risalto la fede straordinaria, che animò la sua vita.
Egli «viveva la fede in un modo perfetto» ( Summ., p. 15, § 52 ); « Tutta la vita di fratel Teodoreto è un inno alla fede » ( ibid., p. 58, ad 20 ).
La sua fede traspariva nella preghiera continua e fervorosa, nella pietà eucaristica, nella devozione a Gesù Crocifisso ( Summ., pp. 282, § 798; p. 285, § 805; p. 289, § 818 ).
La fede di Fr. Teodoreto fu una fede operativa, che lo spingeva ad agire.
Dalla sua viva fede infatti scaturirono le diverse iniziative apostoliche, le quali ebbero sempre come fine la conservazione e la diffusione della fede ( Summ., p. 58, § 189 ).
Illuminata dalla fede e sorretta dalla speranza cristiana, la sua vita era continuamente proiettata verso la patria celeste.
Soleva dire: « Il cielo è la nostra patria, a cui dobbiamo sempre tenere fisso lo sguardo e il pensiero » ( Summ., p. 83, § 264 ); e « al conseguimento della vita eterna dedicò tutta la sua vita » ( ibid., p. 134, § 414 ).
Distaccato dalle cose terrene, tese unicamente a Dio.
Fu così, con la testimonianza e con la parola, un apostolo della speranza cristiana ( Summ., p. 111, § 353; p. 17.5, § 514; p. 214, § 606; p. 238, § 657; p. 279, § 790, ecc. ).
Riponeva nel Signore tutta la sua fiducia.
Scriveva al padre spirituale:
« Continuerò a stare unito a Gesù, pregando con Lui, operando con Lui, confidando nel suo Amore infinitamente misericordioso e onnipotente ».
Questa fiducia piena in Dio inculcava negli altri « perché nostro Signore non manca mai di aiutare i suoi in tutto e dappertutto »;
« Egli ci ama con un amore infinito e si occupa di noi in ogni ora e in ogni momento »;
« le difficoltà saranno risolte da Lui che tutto vede e che tutto può ».
Il suo abbandono nella Divina Provvidenza « era tanto grande che anche nel momento della prova e della incomprensione degli uomini fu sempre fidente nella divina Provvidenza, non cadendo mai nello sconforto o nella disperazione» ( Summ., pp. 83-84, §§ 266-268 ).
La vita di Fr. Teodoreto si distinse per il suo straordinario amore a Dio.
La contemplazione del Crocifisso gli dava fiducia, ma soprattutto lo spronava a tutto accettare, a tutto fare per acquistare un vero amore, che fosse risposta all'amore di Chi è morto per noi.
Il primo Teologo Censore, nel suo Voto in un apposito paragrafo: « Alla ricerca dell'amore di Dio », mostra come questo vivo desiderio si sviluppa negli Scritti ( cfr. pp. 11-14 ).
Fr. Teodoreto scriveva al suo padre spirituale:
" Ora prego Gesù, che mi ha dimostrato il suo amore infinito con tanti miracoli, di completare l'opera sua coll'accendere nel mio cuore quel fuoco d'amore che Egli ha portato sulla terra ».
Per lui il mezzo primo per giungere all'unione con Dio, in un vero amore, è la SS. Eucaristia.
Perciò cerca di avere per centro dei suoi pensieri, affetti o opere, Gesù nel SS. Sacramento.
La sua forza, per elevarsi verso Dio, è la preghiera, che lo fa vivere in comunione profonda con Lui.
Soleva dire: « Nelle vie dello spirito bisogna avere generosità fino all'orlo.
La misura di amare Dio infinito e di amarlo senza misura » ( Summ., p. 27, § 103 ).
Ouesta fu la regola che diresse la vita di Fr. Teodoreto ( cfr. ibid., p. 48. § 162; p. 62, § 198; p. 85, § 270; p, 94, § 300; p. 135, § 417; p. 238, § 659; p. 275, § 777, ecc. ).
Egli dimostrava il suo intenso amore per Dio « con la fuga del peccato e delle imperfezioni, con l'osservanza dei suoi doveri e delle virtù proprie del suo stato » ( Summ., p. 5, § 14; cfr, pp. 10, § 33; 17, § 61 ).
L'amore per Dio animava quello per il prossimo.
Fr. Teodoreto « amava tutti in modo spirituale, per amore di Dio » ( Summ., p. 48, § 164, ecc.).
« Tutta la vita di Fr. Teodoreto è una testimonianza di grande amore verso il prossimo... in cui egli sempre vedeva l'immagine e la somiglianza di Dio e la suprema vocazione della vita eterna » ( Summ., p. 220, § 620, ecc. ).
Anche l'esercizio insigne delle virtù cardinali è sufficientemente attestalo nelle deposizioni processuali ( cfr. Infomiatio, pp. 47 ss. ).
In particolare, va sottolineata la pratica della virtù della fortezza.
Un teste, che ebbe con Fr. Teodoreto rapporti per 34 anni, dichiara: « Nell'avvicinarlo l'impressione che lasciava era quella di un carattere forte.
La sua fortezza la potei constatare nel forte equilibrio del suo carattere, nella costanza delle sue virtù e specialmente nella sovrumana serenità dei suoi ultimi anni di vita ricchi di tanta sofferenza e di tante specie di sofferenze,..». ( Summ., pp. 11, § 37; cfr. pp. 18, § 69; 32, § 117; 51, §§ 171-172, ecc. ).
Un'altra piova significativa della fortezza di Fr. Teodoreto ci viene dal suo apostolato, che incontrò non poche difficoltà proprio dai confratelli.
Un teste afferma: « La virtù della fortezza si dimostrò, in modo particolare, nella fondazione dell'Unione e della Casa di Carità.
Egli non manifestò mai segni di depressione o di sconforto, anche quando i confratelli gli mostravano scarsa comprensione o quando uscirono in giudizi sfavorevoli.
Senza risentimenti, egli continuò con fortezza e fiducia nella Divina Provvidenza » ( Summ., p. 139, § 427; cfr. pp. 159, § 474; 179, § 525; 224, § 627, ecc. ).
Il giudizio dei testi, e tra questi i confratelli del Servo di Dio, è concorde nel riconoscere che egli fu un Religioso esemplare nell'osservanza della Regola e nella pratica dei voti ( cfr. Informatio, pp. 55 ss. ).
La grandezza eroica delle virtù di Fr. Teodoreto si inquadrava in una cornice di profonda umiltà, che costituisce un'altra caratteristica della sua vita.
« Era umilissimo: la sua umiltà era sconcertante, tanto che si stentava ad ammettere che potesse così ignorare se stesso » ( Summ., p, 12, § 40; cfr. pp. 6, § 18; 34, § 124; 52, § 176; 65, § 209; 70, § 225, ecc. ).
Omnibus rite perpensis, ritengo che Fr. Teodoreto abbia esercitato le virtù teologali, cardinali e annesse in grado eroico.
Salvo meliore iudicio!
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