Relatio et vota |
Giovanni Garberoglio nacque il 9 febbraio 1871, a Vinchio, Torino.
A sedici anni entrò a far parte della Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
Morì a 83 anni, il 13 maggio 1954, dopo aver speso tutta la sua vita in un impegno costante di educatore e catechista con una esistenza apparentemente senza rilievo, ma lasciando una traccia profonda attorno a se, per la sua dedizione eroica alla Volontà di Dio.
A parte il tempo trascorso nel Noviziato dei Fralelli delle Scuole Cristiane a La Villette, Savoia, i mesi del servizio militare, e il viaggio in Belgio per informare i Superiori della costituenda Unione dei Catechisti, il Servo di Dio - in religione, Fratel Teodoreto - trascorse tutta la vita a Torino, in un ambiente abbastanza circoscritto sia dal punto di vista geografico che sociale.
La sua vita esemplare fu dedita completamente a diverse opere di insegnamento.
Dal 1889 al 1897 lo troviamo maestro tra i piccoli della comunità di S. Pelagia; lì rimarrà fino al 1910 ma già come professore, per diventare poi, dal 1910 al 1915, Direttore della stessa Comunità.
Successivamente, e fino al 1937, ricoprì le cariche di Vice Direttore, Ispettore e Direttore Didattico delle Scuole della ROMI ( Regia opera mendicità istruita ).
Nel 1937 insegnò all'Istituto Arti e Mestieri Corso Trapani, sempre a Torino, per passare poi a essere aiutante nelle classi del Collegio S. Giuseppe, fino al 1940.
Nel 1940 fece ritorno, sempre per incarico dei suoi Superiori, alla comunità di S. Pelagia, per assumere la carica di Direttore fino al 1943; restando poi come Fratello fino all'anno 1946.
In questo tempo contrasse la malattia che lo porterà alla sua pia morte avvenuta nel 1954, quando si trovava di nuovo nel Collegio S. Giuseppe come aiutante nelle classi.
È interessante far notare che il Servo di Dio, agendo sempre con piena sincerità di fronte ai suoi Superiori e confratelli, dal 1914 fino alla sua morte, oltre al lavoro di insegnamento nelle scuole e di formazione all'interno della sua Congregazione Religiosa - che mai trascurò o svolse con leggerezza - si diede pure anima e corpo alla cura dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria Immacolata, da lui stesso fondata, che col passare del tempo divenne poi, nell'anno 1948, un Istituto Secolare di diritto diocesano.
Da segnalare anche, perché ci manifestano a chiare lettere l'indole della vita ascetica ed apostolica di Fratel Teodoreto, le precarie condizioni di salute dei suoi ultimi anni, provati dalle malattie che lo colpirono: una nefrite e tre emorragie cerebrali, che gli provocarono non poche sofferenze, e che sempre furono motivo per un più eroico e profondo abbandono da parte sua nelle mani del Signore.
Nelle due narrazioni della vita del Servo di Dio - la prima del Postulatele Fratel Leone Morelli, 10-6-1981; e la seconda del Relatore P. Ambrogio Eszer, 27-9-1984 a motivo dell'entrata in vigore della nuova legislazione per lo studio delle Cause - si avverte la mancanza di più precise e dettagliate informazioni sulla vita del Servo di Dio prima della morte di suo padre, ed anche sul suo noviziato e sul periodo, anche se breve, del servizio militare.
Forse sarebbe stata di grande utilità una maggiore dovizia di particolari su diverse altre tappe della sua vita: per esempio, per illustrare meglio le ragioni che portarono il Servo di Dio a dimettersi, nel 1919, per « seri motivi di salute » dalla carica di Direttore Didattico della ROMI.
Faccio queste segnalazioni, senza importanza dal punto di vista del materiale che abbiamo a disposizione, perché considero che quanto più ampia sia la conoscenza della esistenza dei Servi di Dio, meglio è per imparare da loro, ma lo faccio ben conscio che seguendo la norma chiara fissataci da Benedetto XIV ( cfr. De Servorum Dei [...], voi. III, cc. 21-22 ), per i Servi di Dio che hanno vissuto a lungo, ci basta avere una relazione esauriente degli ultimi dieci o quindici anni della loro esistenza, nella quale si trovino le prove della eroicità della pratica delle virtù.
Analogamente si potrebbe argomentare che occorrerebbe una spiegazione più particolareggiata dei rapporti tra Fra Leopoldo Musso, dell'Ordine dei Frati Minori, ed il Servo di Dio, vista l'influenza che Fra Leopoldo ebbe sia sulla condotta personale del Servo di Dio sia sulla Fondazione da Lui avviata, essendosi quest'ultimo affidato alla sua parola per discernere lo spirito che lo spingeva a mettere in pratica l'Unione.
Così infatti dichiara il teste Dott. Francesco Conti: « Nell'aprile del 1913 il Servo di Dio nell'intento di dare esecuzione al progetto si rivolse al Servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso, già conosciuto dal 1911-1912 a causa della devozione a Gesù Crocifisso, per chiedergli di pregare il Crocifisso, onde sapere se la realizzazione di un'opera simile corrispondesse alla volontà di Dio» ( Summ. p. 149 ).
Ho segnalato questi due punti - ed altri si potrebbero aggiungere -, per i motivi sopra indicati, ma allo stesso tempo considero che dalla semplicità delle narrazioni emerge con chiarezza la vita eroica del Servo di Dio.
Per quanto riguarda la sua salute, ci risulta che appena si vide come un peso per il lavoro e per le persone, non esitò a fare strada a chi lo potesse sostituire opportunamente.
Per quel che concerne i rapporti con Fra Leopoldo, sono persuaso che tutto il suo modo di agire è improntato all'esercizio delle virtù della prudenza e dell'ubbidienza.
Infatti, il nostro Servo di Dio, convinto della sua pochezza, cercò il consiglio di chi, nella città, aveva fama di essere un uomo di Dio.
Con la stessa coerenza, non appena invitato a non continuare su quella strada, il Servo di Dio prese la decisione eroica di non tornare più da Fra Leopoldo, anche se non nascose mai che i consigli ricevuti da questa persona erano stati di grande conforto per la sua vita ascetica e per il suo lavoro apostolico.
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