Relatio et vota

Sull'eroicità nelle virtù cardinali

La prudenza ossia la recta ratio agibilium del Servo di Dio si manifesta per aver fondalo un'opera di gran successo come l'Unione dei Catechisti.

Da tutto ciò discende che egli ha avuto occasioni per esercitarsi nella prudenza, essendo di continuo chiamalo a darne prova in posizioni delicate e di responsabilità, ebbene era proprio in questi ruoli che egli dimostrava di possedere la prudenza in grado eroico, riflettendo sempre molto prima d'agire e ricorrendo ai maturi consigli di persone sagge.

Dichiara il 5° teste, Dott. Carlo Tessitore: « Notavo nel Servo di Dio un ' habitus ' alla riflessione: egli non agiva mai anche nelle cose di non grande importanza, se non dopo matura riflessione.

Si consigliava e soprattutto pregava per ottenere luce sulle difficoltà »...

« In particolar modo la sua prudenza rifulse nella difficile impresa della fondazione dell'Unione dei Catechisti e del suo sviluppo... conservò in sé per oltre 7 anni il disegno dell'opera di perseveranza da lui concepita nel secondo noviziato, ponderando sotto tutti gli aspetti il modo come attuare l'opera e dimostrando che i tempi fossero maturi ».

Il 3° teste, Fr. Anastasio Spalla afferma: « Il Servo di Dio era prudentissimo.

Molti ricorrevano a lui per consigli che seguivano con grande fiducia ».

E conferma il teste 19° Dott. Domenico Conti: « La prudenza del Servo di Dio era squisitamente cristiana e soprannaturale »; il che determina il 24° teste, Dott. Pietro Fonti: « La prudenza del Servo di Dio era apprezzata dai suoi superiori i quali proprio per avere riscontrato in lui questa virtù lo lasciarono molti anni direttore delle scuole elementari e di comunità, e anzi gli affidarono altri incarichi ».

Il senso di dare unicuique suum, costituiva per Fratel Teodoreto una naturale predisposizione d'animo: In primo luogo il Servo di Dio era giustissimo con il Padre Celeste.

Il teste 10°, Sig. Umberto Ughetto, offre valida prova: ricordando che ci diceva: « Il minimo la meditazione durava un quarto d'ora, poi mezz'ora, e in seguito più che poteva ».

Oltre alla giustizia verso Dio, il Servo di Dio esercitò in grado non comune la giustizia verso il prossimo: curava in sommo grado il rispetto degli altrui diritti, vigilando con serenità su possibili mancanze, esortava con l'esempio e con la parola alla gratitudine verso i benefattori, tanto che si può concludere che il Servo di Dio esercitò la giustizia « expedite, prompte et delectabiter ex fine supernaturali ».

Il 9° teste, Fr. Ernesto Moretti dichiara: « Tutti lo chiamavano ' uomo giusto ', che dava a ciascuno il suo.

Non dimenticava la sua Congregazione e ebbe sempre il massimo rispetto e la più profonda deferenza verso i superiori ».

Quanto alla temperanza, il Servo di Dio la praticava « in modo esemplare in ogni manifestazione, nell'uso dei cibi e delle bevande e nell'uso di tutte le comodità che erano offerte ».

Il teste 24°, Dott. Pietro Forti, ricorda una sua espressione: « L'acqua è così buona che sembra quasi vino »; e « per quanto riguarda il sonno, egli consigliava di dare al sonno il tempo necessario secondo l'età » e « mi consta che fuori pasto non accettava mai nulla ».

Quanto alla fortezza, le opere del Servo di Dio non avrebbero potuto conoscere quella fioritura, e la sua vita non sarebbe risultata tanto ricca, nota ed apprezzata, se egli non avesse posseduto la fortezza in grado eroico.

In particolare la difesa dell'Unione Catechisti dalle critiche numerose, ma l'appoggio degli Arcivescovi di Torino e dello stesso Pontefice Pio X lo hanno sostenuto.

Però ha sofferto moltissimo in fine della vita, minimizzando il suo stato per non pesare sugli altri.

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