Relatio et vota

Sull'eroicità nell'esercizio dei consigli evangelici

La sua castità fu esemplare nei suoi discorsi, nei suoi giudizi e nei suoi rapporti con chicchessia specialmente con le donne.

Durante la sua malattia si è mantenuto composto e riservato.

Evitava sempre qualunque familiarità, anche minima, con i giovani.

Nel parlare era riguardosissimo: preferiva parlare della virtù più che del vizio contrario.

Quanto alla povertà, un esempio è dato nell'uso che faceva della biancheria: il Fr. Anastasio incaricato gli dava biancheria rattoppata e logora, perché sapeva che il Servo di Dio l'accettava senza lamentarsi.

Il teste 20°, Sig. Giovanni Cesone ricorda che il Servo di Dio vestiva abiti molto poveri, che la sua cameretta era ricavata da un sottoscala; per qualche tempo, essendoci rarità di locali, si adattò a dormite su un divano in portineria, ricorda il teste 16°, Sig. Stefano Massaia.

Quanto all'obbedienza, era il fondamento e l'anima della vita cristiana e religiosa del Servo di Dio, perché era coerenza di fede, fede vissuta.

Egli accettava di cuore di ribadire e di riaffermare la sua dipendenza di Dio, dichiara il teste 19°, Dott. Domenico Conti.

Il Servo di Dio cercò di conformare alla volontà dei Superiori non soltanto le opere esterne, ma anche i giudizi e i motivi presi a fondamento della loro decisione.

Ciò era palese in tutto il suo modo di procedere, nella sua scelta, nelle sue conversazioni e nei suoi propositi manifesti.

Il teste 5°, Dott. Carlo Tessitore, assicura: « Il Servo di Dio era ubbidientissimo... noi catechisti eravamo risentiti, ma il Servo di Dio invece accettava tutto e non voleva che si criticasse.

Per noi questo era un grande esempio ».

Il teste 24°, Dott. Pietro Fonti conclude: « Non esercitò mai il suo compito di fondatore dell'Unione a scapito dei suoi doveri di ubbidienza verso l'Istituto ».

Quanto all'umiltà, il Servo di Dio aveva un senso che lo portava ad annullare se stesso al punto da considerarsi sicuramente un nulla, un puro e semplice servitore, come lo ha ben evidenziato la teste Suor Maria Eletta Sommariva.

Il teste 6°, Dott. Gaetano Sales sostiene che « anche nell'umiltà Fratel Teodoreto raggiunse la perfezione ».

Così si deve rispondere al dubbio: « An constet de virtutibus theologalibus. Fide, Spe, Caritate tum in Deum, tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia, Fortitudine earumque adnexis in gradu heroico, in casu et ad affeclum de quo agitur : Afflirmative, .s. m. i.

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