Relatio et vota |
Il Servo di Dio durante la sua vita, in morte e dopo morte ha goduto sempre di una sincera fama di santità e di perfezione religiosa.
Il suo confratello Gregorio Pejo, teste 1°, afferma: « Lo incontrai numerose volte.
L'ho sempre conosciuto come un religioso perfetto e di virtù... Sono convinto della sua santità » ( Summ. p. 2, § 2 ).
Ed altrove: « Il Servo di Dio osservò queste virtù in modo superiore alla comune: mi pare si possa dire in grado eroico...
Mentre era in vita si diceva comunemente che il Servo di Dio fosse un santo.
Onesta fama di santità perdura dopo la sua morte » ( Summ., p. 6, §§ 12-21 ).
Il teste 2°, Suor Maria Eletta Sommariva che è stata in rapporto con il Servo di Dio per 34 anni afferma: « Già in vita godeva fama di santità.
Ricordo che Mons. Destefanis, prò Vicario Generale di Torino, disse a me un giorno: ' Fratel Teodoreto è un vero nomo di Dio.
Sembra che occorra una spinta per fargli fare un passo, mentre non si può dire il numero delle volontà che ha spinto al bene e quanto sia il bene che ha fatto nella Chiesa di Dio'. Dopo la morte questa fama di santità si è accresciuta e continua a svilupparsi» ( Summ., p. 12, § 4.1 ),
Il teste 3°, Fra Anastasio Spalla suo confratello depone: « Ho conosciuto il Servo di Dio appena io entrai nell'Istituto: egli aveva già allora fama di santità presso tutti i Fratelli.
Anche presso i superiori la sua stima era grande...
Il Servo di Dio praticò queste virtù in modo eroico, perché le mise in pratica in modo crescente come se fossero diventate una seconda natura » ( Summ., p. 13, §§ 44-47 ).
Il teste 4°, Giovanni Cesone, religioso professo dell'Istituto Secolare dell'Unione Catechisti del SS.mo Crocifisso e di Maria SS.ma Immacolata, depone: « Affermo con tranquillità di coscienza che l'esercizio di tutte queste virtù raggiunse nel Servo di Dio tale completezza che sembravano in lui connaturate mentre invece era frutto di un lungo costante e perseverante sforzo di continua fedeltà...
Il Servo di Dio godeva già in vita fama di santità, per la vita virtuosa e esemplare che conduceva.
Questa fama era estesa anche ai luoghi lontani da Torino, portatavi dai confratelli del Servo di Dio che avevano avuto la fortuna di conoscerlo e dai numerosissimi suoi ex allievi.
Tutti i benefattori e sostenitori della scuola avevano il Servo di Dio in concetto di Santità» ( Summ., p. 35, §§ 125-129 ).
Il teste 5°, Dott. Carlo Tessitore, Presidente Generale dell'Unione Catechisti del SS.mo Crocifisso e di Maria SS.ma Immacolata, depone: « Non è solo convinzione mia, ma di tutti, che il Servo di Dio nell'esercizio delle virtù ed in modo particolare dell'umiltà abbia raggiunto un grado eroico.
Il Servo di Dio già in vita era circondato da fama di santità.
Sentii esprimere sentimenti di ammirazione da molte persone qualificate, come il Superiore Generale ed i suoi superiori diretti.
Dopo la morte questa fama e cresciuta» ( Summ., pp. 43-.S4, §§ 177-180 ).
Il Dottore in giurisprudenza, Gaetano Sales, teste 6°, afferma: « Posso affermare in piena coscienza che il Servo di Dio possedette e praticò la virtù, tutte le virtù di cui abbiamo parlalo, in grado eroico...
Aggiungo ancora questo: per avere un'idea esatta della virtù e del suo grado di Fratel Teodoreto, basta riferirsi al testo da lui redatto delle Regole e Costituzioni dell'Istituto Secolare da lui fondato.
In questo testo si trova ogni esauriente risposta; è lo specchio della sua vita.
Il Servo di Dio, avendo ricevuto l'eredità della devozione a Gesù Crocifisso in lettera, ha creato con il suo Istituto Secolare la devozione a Gesù Crocifisso in vita, e con l'assistenza orientatrice della Casa di Carità Arti e Mestieri ha lavorato determinatamente a far sorgere la devozione a Gesù Crocifisso in opera sociale per la riforma del mondo » ( Summ., pp. 66-67, §§ 211-217 ).
Il Sindaco di Torino, Avvocato Peyron, teste 7°, dichiara: « In tutti i miei incontri con il Servo di Dio ho sempre avuto modo di riconoscere in lui l'uomo di Dio, il che spirava dai suoi atteggiamenti e dal suo modo di fare » ( Summ., p. 70, § 225 ).
Il Rev.mo Don Natale Frassinotti, parroco di Torino, teste 8°, afferma: « Il Servo di Dio ci dava l'impressione di essere non solo virtuoso, ma perfetto.
Questa convinzione fu confermata soprattutto dai contatti che ebbi con lui da chierico e da sacerdote...
È mia convinzione che il Servo di Dio abbia praticato le virtù in modo superiore al comune, in modo abituale e perseverante.
Tra i Fratelli io ho conosciuto molte persone degne, ma tra questi egli si distingueva » ( Summ., pp. 74-75, §§ 236-243 ).
Il Signor Francesco Fonti, teste 15°, afferma: « Affermo che il Servo di Dio praticò le virtù in grado eroico.
Nei trenta anni durante i quali lo frequentai ho sempre osservato una pratica perfetta e costante delle virtù ed un continuo perfezionamento della sua vita di abbandono alla volontà di Dio » ( Summ., p. 161, § 479 ).
Il Confratello Fr. Pasquale Riccardi, teste 20°, afferma: « La prontezza, la costanza nell'esercitare per lunghissimo tempo le virtù di cui si è parlato, mi sembra che permettano di concludere che il Servo di Dio le praticò in grado non comune anzi eroico.
Posso aggiungere che tale costanza risultò anche più evidente per il fatto di essere stata riconosciuta unanimemente da molti Fratelli che in certo modo lo spiavano per coglierlo in fallo» ( Summ., p. 251, § 669 ).
Le testimonianze sono numerosissime e concordi; non c'è che l'imbarazzo della scelta.
Tutti affermano la fama di santità del Servo di Dio basata sulla pratica costante, serena, senza tentennamenti e gioiosa delle virtù praticate in modo eroico.
Mi piace chiudere con la testimonianza del Dott. Domenico Conti, teste 19°, religioso professo con voti perpetui nell'Istituto Secolare Unione Catechisti del SS.mo Crocifisso e di Maria SS.ma Immacolata di cui è presidente e direttore della Casa di Carità Arti e Mestieri, il quale afferma: « Il Fratel Teodoreto godette fama di santità sin dai primi anni della sua vita religiosa: cosa che io ho sentito testimoniare dai suoi compagni del primo e secondo noviziato, ancora sopravvissuti.
E, questa fama non ebbe mai offuscamenti, anzi andò sempre più consolidandosi ed estendendosi tra i suoi allievi e le loro famiglie, tra i sacerdoti e le Religiose e i Religiosi che ebbero rapporti con lui anche non prolungati.
I Catechisti che Io seguirono furono soprattutto attratti dalla sua santità che lo faceva specchio fedele della divina volontà.
Tra le persone che lo stimarono come un santo ricordo il cardinale Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino, che non mancò di esprimere questo suo convincimento e che acconsentì alla apertura del Processo Diocesano Informativo sull'eroicità delle sue virtù ad appena pochi anni dalla morte del Servo di Dio.
Quello che mi pare più importante rilevare è che la fama di santità di Fr. Teodoreto abbia trovato credito presso Vescovi, Sacerdoti, Religiosi e laici tra i più spiritualmente ardenti e apostolicamente impegnati.
Durante la vita del Servo di Dio e dopo la sua morte, lungi dall'essere stati fatti tentativi per occultare qualche aspetto meno santo della vita di Fr. Teodoreto, posso affermare che o perché non si condividevano le sue ansie di perfezione cristiana e di zelo, o perché impegnati, e, sovraccarichi di lavoro e di preoccupazioni apostoliche, ben poco si è fatto per far conoscere con verità e giustizia la vita e l'opera del Servo di Dio...
Mi risulta che numerose persone fra cui Sacerdoti e Religiosi, non solo conservavano una santa e confortante memoria del Servo di Dio, ma che a lui ricorrono nei momenti di particolare difficoltà e anche per la perseveranza nella vita cristiana e nella vocazione.
Mi risulta pure, dalla corrispondenza giunta all'Unione, di numerose grazie ottenute per intercessione del Servo di Dio » ( Summ., pp. 232-233, §§ 643-644 ).
Questa ampia testimonianza di uno dei testi più qualificati e più a contatto con il Servo di Dio ci conferma l'esercizio eroico delle virtù praticate da Fratel Teodoreto e la fama di santità di cui egli ha goduto presso tutti i ceti indistintamente.
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