L'ideale cristiano e religioso |
3 - Riscattare l'umanità dal peccato e renderle, per mezzo della grazia, l'adozione divina, ecco la missione fondamentale del Verbo Incarnato, l'opera che Gesù Cristo viene a compiere nel mondo.
Il suo nome, il nome di Gesù, che Dio stesso gl'impose, significa la sua missione speciale di salvezza e segna la sua opera: la redenzione del mondo.
" Entrando nel mondo, Gesù Cristo disse a suo Padre: Voi non avete voluto né sacrifici né oblazioni, ma mi avete formato un corpo; voi non avete gradito, da parte degli uomini, né olocausti né sacrifici per il peccato; allora ho detto: eccomi ".
Queste parole copiate da S. Paolo, ci rivelano il primo movimento del Cuore di Gesù Cristo al momento della sua Incarnazione.
Dopo aver fatto questo atto iniziale di oblazione totale, Gesù Cristo " si slancia come un gigante a percorrere la via che si apre davanti a Lui " Ecultavit ut gigas ad currendam viam ( Sal 18,6 ).
Gigante perché è un Uomo-Dio; e tutte le sue azioni, tutte le sue opere, sono di un Dio, e quindi degne di Dio, al quale ne fa omaggio.
In Gesù Cristo, la natura umana, perfetta e integrale in se stessa, è unita alla persona del Verbo, del Figlio di Dio.
Molte azioni in Gesù Cristo non possono essere compiute che nella sua natura umana: se Egli lavora, cammina, dorme, mangia, insegna, soffre, muore, è nella sua umanità, è per mezzo della sua natura umana; ma tutte le sue azioni appartengono alla persona divina, alla quale è unita questa umanità.
È una persona divina che agisce ed opera per mezzo della natura umana.
Ne risulta che tutte le azioni compiute dall'umanità di Gesù Cristo, per quanto infime, ordinarie, semplici, limitate, sia nella loro realtà fisica, sia nella loro durata terrestre, sono della persona divina alla quale è unita questa umanità; e perciò sono le azioni di un Dio.
Perciò esse hanno una bellezza e uno splendore trascendentale, esse acquistano, dal punto di vista morale, un prezzo inestimabile, un valore infinito, un'efficacia inesauribile.
Il valore morale delle azioni umane di Gesù Cristo si misura dalla dignità infinita della persona divina, nella quale sussiste ed agisce la natura umana.
Se ciò è vero delle minime azioni di Gesù Cristo, lo è molto più di quelle che costituiscono propriamente la sua missione quaggiù o vi si riallacciano, e cioè: sostituirsi a noi come una vittima senza macchia per pagare il nostro debito e rendere a noi la vita divina, per mezzo della sua espiazione e delle sue soddisfazioni.
Poiché questa è la missione che deve compiere, la carriera che deve percorrere, " Dio ha posto su di lui ", uomo come noi e della progenie di Adamo, ma giusto, innocente e senza peccato, " l'iniquità di tutti noi ".
Gesù Cristo ha meritato di renderci solidali della sua giustizia e della sua santità, poiché egli è diventato, per così dire, solidale della nostra natura e del nostro peccato.
Dio, secondo l'espressione energica di S. Paolo, " mandando, per il peccato, suo Figlio in una carne simile a quella del peccato, ha condannato il peccato nella carne "; e con un'energia più stupefacente ancora: " Dio ha considerato peccato per noi Gesù Cristo, che non ha affatto conosciuto il peccato " ( 2 Cor. 5,21 ).
Gesù Cristo, da parte sua, ha accettato di prendere su di sé tutti i nostri peccati, al punto da diventare quasi, sulla croce, il peccato universale, il peccato vivente.
Egli si è messo volontariamente al nostro posto, e perciò è colpito a morte: " Il nostro riscatto è costituito dal suo sangue ".
L'umanità è riscattata " non dall'argento o dall'oro, ma da un sangue preziosissimo, quello dell'Agnello senza difetto e senza macchia, il sangue di Gesù Cristo ".
Gesù Cristo ha versato per noi fino all'ultima goccia del suo sangue.
Eppure anche una sola goccia di questo sangue divino sarebbe bastato per riscattarci.
La minima sofferenza, la più leggera umiliazione di Gesù Cristo, anche un solo desiderio uscito dal suo cuore sarebbero bastati ad espiare tutti i peccati, tutti i delitti che potrebbero essere commessi; perché ognuna delle azioni di Gesù Cristo, essendo l'azione di una persona divina, costituisce una soddisfazione di un pregio infinito.
Ma Dio, " per far risplendere sempre più agli occhi del mondo intero l'immenso amore che gli porta suo Figlio ", Ut cognoscat mundus quia diligo Patrem ( Gv 14,3 ), e " l'ineffabile carità di questo stesso Figlio verso di noi ", Majorem hac dilectionem nemo habet ( Gv 15,13 ), per farci più vivamente toccare, per così dire, col dito quanto infinita è la santità divina e profonda la malizia del peccato, per altre ragioni ancora che non possiamo scoprire, l'Eterno Padre ha reclamato, come espiazione dei delitti dell'umanità, tutte le sofferenze, la passione e la morte del suo divin Figlio.
Infatti la soddisfazione è stata completa solamente quando, dall'alto della croce, Gesù con la sua voce spirante, ha pronunciato il Consummatum est: " tutto è compiuto ".
Allora soltanto la sua missione personale di Redenzione quaggiù è stata adempiuta, e la sua opera di salvezza compiuta.
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