L'ideale cristiano e religioso

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Gesù Cristo artefice della nostra Redenzione e tesoro infinito delle nostre grazie

2 - Che cosa si deve intendere quando diciamo che Gesù Cristo è causa soddisfattoria e meritoria della nostra salvezza e della nostra santificazione?

Dio creando il primo uomo, l'aveva stabilito nella giustizia e nella grazia; ne aveva fatto il proprio figlio e il proprio erede.

Ma Adamo, costituito capo della sua progenie, col suo peccato ha perduto, per sé e per i suoi discendenti, ogni diritto alla vita e all'eredità divina.

Tutti i figli di Adamo sono schiavi del demonio e nascono, dice San Paolo, " nemici di Dio " ( Rm 5,10; Rm 9,28 ) e perciò esclusi dalla beatitudine eterna.

Nessuno tra i figli di Adamo potrà dare una soddisfazione adeguata all'ingiuria fatta a Dio dal peccato del capo dell'umanità.

L'uomo, poiché è una semplice creatura, è incapace di saldare degnamente il debito contratto verso la Maestà divina per una colpa, la cui malizia è infinita.

L'umanità dovrà dunque disperare?

L'oltraggio fatto a Dio non sarà mai riparato?

L'uomo non rientrerà mai più in possesso dei beni eterni?

Dio solo poteva rispondere, e la risposta di Dio è la soluzione piena, nello stesso tempo, di misericordia e di giustizia.

Egli ha decretato che il riscatto dell'umanità avverrebbe soltanto per mezzo di una soddisfazione uguale ai diritti della sua infinita giustizia, e che questa soddisfazione sarebbe data dal sacrificio sanguinoso di una vittima che si sostituirebbe liberamente, volontariamente all'umanità peccatrice.

Questa vittima, questo Salvatore, Dio l'ha promesso all'indomani della colpa, ma passano migliaia d'anni prima che egli venga.

Ma " quando è giunta la pienezza dei tempi " Dio manda il Salvatore che deve riscattare il creato, distruggere il peccato e riconciliare gli uomini con Dio.

È il Figlio di Dio fatto uomo.

Essendo uomo, disceso dalla progenie di Adamo, Egli potrà sostituirsi volontariamente a tutti i suoi fratelli e rendersi, per così dire, solidale del loro peccato.

Accettando liberamente di soffrire e di espiare nella sua carne passibile, Egli sarà capace di meritare.

Essendo Dio il suo merito avrà un valore infinito, la soddisfazione sarà adeguata, la riparazione sarà completa.

Non c'è, dice S. Tommaso, soddisfazione pienamente sufficiente all'infuori di una operazione pienamente infinita nel suo valore, vale a dire un'operazione che un Dio soltanto poteva compiere.

Come l'ordine della giustizia domanda che la pena risponda alla colpa, sembra domandare anche, dice S. Tommaso, che colui che ha peccato dia soddisfazione pel peccato, ed ecco perché si è dovuto prendere, nella natura corrotta della colpa, ciò che doveva essere offerto in soddisfazione per tutta questa natura.

Questa è la soluzione che Dio nella sua Saggezza, nella sua Potenza, nella sua Bontà si è degnato di darci.

Dobbiamo quindi contemplarla e lodarla perché è veramente ammirabile.

" L'umanità di Gesù Cristo, dice S. Gregorio, gli permetteva di morire e di soddisfare per gli uomini; la sua divinità gli dava il potere di renderci la grazia che santifica ".

La morte venne da una natura umana insozzata dal peccato; da una natura umana unita a un Dio scaturì la sorgente della grazia e della vita.

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