L'ideale cristiano e religioso |
4 - Partecipare alla natura di Dio vuol dire diventare il tempio dello Spirito Santo.
Ora lo Spirito Santo non viene mai da solo ad abitare nell'anima fedele.
La SS. Trinità viene nello stesso tempo ad abitare in lei.
" Noi verremo in essa - dice nostro Signore - e in essa fisseremo la nostra dimora ".
Non sono queste delle iperboli, delle metafore.
L'inabitazione delle tre Persone divine è una consolante realtà; ma chi può concepire che cosa prova l'anima in contatto abituale con Dio, la Verità, la Bontà, la Bellezza infinita?
Questo incontro dell'anima e di Dio per il quale è fatta, la getta talora in una santa ebbrezza, nell'estasi d'amore e del rapimento.
Tale incontro, se non porta sempre tanta soavità, procura, in ogni caso, all'anima fervente, l'intima felicità, il tranquillo possesso di Dio.
Non è forse una legge psicologica incontestabile che ogni facoltà la quale abbia raggiunto il suo oggetto goda di riposare nel suo possesso?
Così l'anima vive nella più grande sicurezza, sa che può ottenere ogni grazia da questo Dio con cui è intimamente unita; sa che ogni sofferenza, e persino i piccoli falli che sfuggono alla sua attenzione, si rivolgono al suo maggior bene spirituale; sa per esperienza e per l'intima affermazione della sua coscienza, che viene condotta verso il suo fine con una sollecitudine e un amore del tutto paterni.
Così vive in mezzo alla più grande libertà, nella santa libertà dei figli di Dio!
Nel suo intimo ha sottoposto al dominio della volontà tutte le passioni, tutte le inclinazioni terrene.
Da parte degli altri non teme nulla; ogni creatura è nelle mani di Dio; Egli se ne serve per trasmettere la sua volontà ai suoi servi.
Gli stessi cattivi, i più crudeli persecutori non sono che strumenti dei quali la divina Maestà si serve per santificare ogni eletto e squadrare o tagliare le pietre che devono entrare nella costruzione del tempio della celeste Gerusalemme.
E quale ostacolo troverebbe l'anima perfetta nell'esercizio della sua libertà da parte di Dio che ama?
Lui stesso ha detto che la vera libertà si trova dove regna lo Spirito di Dio; che la verità ch'Egli venne ad annunziare al mondo farà che gli uomini godano la vera libertà.
Come non sarebbe libera l'anima perfetta la cui volontà è identificata con quella di un Dio essenzialmente e sovranamente libero?
La libertà consiste nella facoltà lasciata all'uomo di scegliere, tra i mezzi di salute, quelli più atti a condurlo al fine.
Se l'uomo in questa vita si attacca a un bene apparente che lo allontana dal suo fine, commette un abuso della sua libertà e dimostra che questa è debole e difettosa.
Ora nell'uomo che seriamente tende alla perfezione, la volontà abitualmente aderisce a Dio, e sceglie quindi, con premura, i mezzi di salute che Dio le vuole indicare, e così essa partecipa, in qualche modo, alla libertà essenzialmente retta di Dio.
L'anima perfetta è dunque padrona e regina del mondo intero; ogni essere e ogni avvenimento adempie la sua volontà, eseguisce i suoi ordini e coopera al suo perfezionamento, perché la sua volontà, i suoi ordini o desideri sono identici a quelli di Dio.
Siccome noi non siamo ancora perfetti, ma vogliamo tendere alla perfezione, anziché dilungarci nei ragionamenti, gustiamo piuttosto il dono di Dio; eleviamoci con Gesù nostro Capo, fino alla SS. Trinità.
La volontà di Gesù Cristo a cui siamo uniti è quella stessa del Padre e questa volontà regna sovrana assoluta sull'intero universo.
L'anima perfetta non è solo felice per sé; la felicità di cui gode diventa in essa una sorgente di felicità per gli altri.
La sua natura umana e soprattutto la sua natura divina, il suo carattere cristiano la porta istintivamente a comunicare, con generosità, il proprio bene ad altre anime meno favorite.
L'anima perfetta diffonde la felicità in mezzo alla famiglia e alla società.
La perfezione cristiana non esige forse, da chi la pratica, l'osservanza rigorosa dell'ordine stabilito da Dio nella società domestica e civile?
Ora dove regna l'ordine voluto da Dio si ha la felicità che ne consegue.
La società pagana che si basava sulla forza brutale e sulla crudeltà, che aveva ridotto a uno stato miserabile la donna e il fanciullo nelle sue famiglie, fu riformata dalla predicazione e dalla pratica cristiana della giustizia e della carità sbocciate dal Vangelo.
La civiltà di cui l'Europa è così giustamente fiera è l'opera di Gesù Cristo e della sua Chiesa.
I paesi che si allontanano dalla fede cristiana ricadono nell'immoralità e nell'egoismo brutale dei pagani di una volta, e i popoli finora sepolti nelle tenebre del paganesimo e che aprono gli occhi alla luce del Vangelo vedono i loro costumi addolcirsi e purificarsi, seminati i germi della Carità cristiana e migliorata la stessa condizione materiale.
È caratteristica della dottrina di Gesù Cristo di offrire alle anime che l'accolgono la felicità in ogni campo.
Tutte le dottrine economiche che non hanno in Gesù Cristo il loro appoggio o che ne prescindono rovinano l'una dopo l'altra e tendono a ricondurre la società alla schiavitù o all'anarchia.
L'ideale cristiano, la divina Carità diffonde da per tutto la felicità nelle società, nelle famiglie, nelle anime, e specialmente in quelle che lo perseguono con ardore, che ne fanno l'aspirazione di tutta la loro vita.
Queste considerazioni devono farci coraggio nelle ore difficili.
E ci servono anche per confortare gli altri.
Nulla è stato inutilmente stabilito nella nostra santa religione.
Certo la felicità umana a cui necessariamente conduce la perfezione cristiana è un meno nobile aspetto del nostro sublime ideale, ma è un aspetto indispensabile.
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