L'ideale cristiano e religioso |
5 - Ciascuno deve, secondo la propria esperienza e l'avviso del suo direttore, regolare questi particolari a secondo delle sue necessità e prendere come principio che, in nessun caso, il corpo diventi un peso, un ostacolo alle più nobili occupazioni delle facoltà spirituali.
Le anime meticolose devono sapere prendere una cura ragionevole della loro salute, concedersi il riposo necessario, usare discrezione nelle loro penitenze corporali.
Quante miserie in tal modo si risparmieranno!
Gli scrupoli, le ossessioni, certe delicate tentazioni possono pure derivare dalla debolezza o dall'eccesso.
Tocca al direttore usare discrezione e, nel caso, ricorrere ai consigli del medico.
L'eccesso opposto non è meno da temere.
Se non si sta attenti, il corpo domanda troppo riguardi, si concede un riposo per nulla meritato.
La gola, la pigrizia sono due grandi difetti: il primo infiacchisce il corpo che diventa incapace di lavorare; il secondo snerva il corpo e genera l'apatia.
Gli eccessivi riguardi al proprio corpo, alla propria carne, le infinite cure che se ne hanno conducono a quella mollezza e decadenza di costumi tanto deplorevoli.
La volontà deve sapere castigare questi ribelli, praticare sul proprio corpo una saggia mortificazione per vincerlo e renderlo docile.
Innumerevoli sono i golosi e i pigri che diventano incapaci ad ogni serio lavoro.
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