L'ideale cristiano e religioso |
1 - Nell'ordine della grazia, Dio ha proposto ai nostri sforzi un fine soprannaturale che non è altro che Lui stesso.
Vuole quindi, poiché adatta i mezzi al fine, che ci serviamo per raggiungerlo di mezzi soprannaturali.
Per prepararci a raggiungere tale fine la Sapienza divina ci ha arricchiti di tre virtù teologali: la Fede ce lo fa intravedere, la Speranza ci spinge a ottenerlo e la Carità ce lo fa abbracciare.
E per renderci capaci di prendere i mezzi ci ha dotati delle virtù morali soprannaturali che hanno per scopo di rendere soprannaturale la nostra vita morale e rendere meritori della vita eterna i mille particolari della nostra vita quotidiana.
Non basta che la volontà piena di Carità, di Fede, di Speranza tenda essa medesima verso il suo ideale; occorre che essa trascini tutte le facoltà dell'uomo, che ne penetri l'intera esistenza, che orienti verso Dio i particolari della vita ordinaria.
La giustizia le consente di innalzare, di santificare la sua vita esterna, la sua vita di rapporti; la temperanza e la fortezza riguardano piuttosto la sua vita intima.
La prima le fa avere in ogni cosa una certa moderazione, un certo potere di astenersi, di contenersi, di dominarsi.
La fortezza l'arricchisce di un potere di espansione, di una certa audacia per affrontare i pericoli, di una reale energia per intraprendere il bene e mantenersi coraggiosi nelle lotte.
La prudenza ha la provvidenziale missione di indicare alle altre virtù il giusto mezzo da tenere.
Essa imprime alla ragione la rettitudine di giudizio e così traccia alle altre virtù morali la strada che devono seguire per non mancare né per eccesso né per difetto.
Indice |