L'ideale cristiano e religioso |
3 - Quale esame di coscienza devono fare le anime che vivono senza pensare alla serietà della vita e al sublime ideale che s'impone ai loro sforzi!
Esse non sanno decidersi a tenere giorno per giorno il libro dei conti della loro vita spirituale; giunta la sera non fanno il bilancio della giornata, cioè trascurano l'esame minuto dei loro meriti e, soprattutto, dei loro demeriti, e quando vedono il fallimento avvicinarsi a grandi passi, non riescono a scuotersi vivamente e ad adottare i mezzi energici per impedire la rovina finale.
Non stupitevi del paragone; finché noi siamo nella strada della virtù, il nostro edificio spirituale si eleva o cade come prosperano o rovinano gli affari temporali degli uomini del mondo.
Ma come va che nelle cose spirituali si incontrano sì poche fortune solidamente basate e che invece vi sono tanti fallimenti?
Non vi ha altra causa che la deplorevole negligenza, la quale ci fa trascurare le regole della più elementare prudenza, non sa imporsi alcun metodo, alcun lavoro coordinato di santificazione.
Ognuno deve conoscere la sua natura, le sue attitudini, le sue tendenze, i suoi bisogni e agire secondo tale conoscenza.
È indispensabile che tutte le anime che Dio non guida coll'abituale ispirazione dei suoi doni - e sono la maggioranza - prendano esse medesime in mano la causa della propria santificazione, che ricerchino i consigli della prudenza cristiana e che badino di continuo al loro interno, ai loro progressi, ai loro difetti e alle loro debolezze.
Se la volontà non è pronta a far questo, a imporsi questo lavoro, non si faranno progressi nella santità.
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