L'ideale cristiano e religioso |
2 Gesù chiede quindi poca cosa perché ci si possa avvicinare a Lui per assimilarci la sua propria carne.
Ciò non vuol dire che non siano desiderabili delle migliori e sante disposizioni.
« I sacramenti della nuova Legge, sebbene operino ex opere operato, producono tuttavia un maggior effetto a seconda delle più perfette disposizioni di coloro che li ricevono; occorre perciò vigilare perché una preparazione accurata preceda la santa comunione e che sia fatto un convenevole ringraziamento, tenendo conto delle facoltà e della condizione di ognuno ».
Inoltre « è molto utile che coloro i quali fanno la comunione frequente o quotidiana siano esenti da peccati veniali almeno pienamente deliberati e dall'affetto a tali peccati ».
Benediciamo questo divino Amico che ogni giorno vuol venire a visitarci, a nutrirci con la sua propria sostanza, a stringerci nell'amplesso del suo amore, darci un'anticipazione delle gioie celesti, spegnere nel nostro corpo il fuoco della concupiscenza, accendere dei vivi desideri di castità e di purezza verginale, infonderci la forza di continuare ogni giorno coraggiosamente la strada spesso monotona e talvolta dolorosa del dovere.
Non contentiamoci della santa comunione; assistiamo al santo sacrificio della Messa in cui è sintetizzata tutta l'opera della Redenzione.
Con questo sacrificio Dio si dà interamente alla creatura, con le sue immense ricchezze e con la sua inesauribile bontà; con esso, in Gesù Cristo tributiamo a Dio una gloria infinita e dei convenienti ringraziamenti per tutti i suoi benefizi.
Con esso, in Gesù Cristo ci offriamo noi medesimi a Dio quali vittime per la salute del genere umano, noi prendiamo parte alla redenzione del mondo, noi ci trasformiamo in Gesù Cristo mediatore.
Le più piccole nostre azioni unite a Gesù Cristo che si offre sui nostri altari acquistano un'importanza infinita, un valore divino.
Dalle altezze della Trinità, il Verbo incarnato discende all'uomo nell'Eucaristia, affinché l'uomo per la comunione e la santa Messa risalga al suo fine ultimo, all'adorabile Trinità.
La nostra unione con Lui unifica gli affetti e la volontà.
I pensieri e gli affetti li ha Lui anzi tutto, poi ce li comunica secondo la misura attuale del nostro amore.
Se un'anima ha solo poco amore Gesù è come forzato a rinchiudersi nelle strette dimensioni di quell'anima e di restringere i suoi doni.
Ma all'anima distaccata dalle creature e da se stessa che si dà senza riserva, all'anima pura che s'apre tutta quanta all'influenza dell'Ostia, Gesù in cambio si dà, come Dio solo può darsi.
Si stabilisce una circolazione di vita, una comunicazione di beni, un'unità d'amore superiore ad ogni espressione.
L'anima, penetrata da Gesù, diventa come un suolo fertile che fa germogliare fiori e frutti di santità.
Ella concepisce pensieri luminosi e forma atti d'amore ardenti.
Sono essi nostri?
Sì, perché nascono dal nostro intelletto e dal nostro cuore; ma dal nostro intelletto unito all'intelletto di Gesù, dal nostro cuore unito al suo Cuore, per modo che sono suoi e sono nostri.
Noi adoriamo insieme, amiamo e rendiamo grazie insieme, e insieme ci abbandoniamo al nostro Padre celeste.
Il suo amore e il nostro amore, il suo pensiero e il nostro pensiero si sollevano mescolati l'un l'altro, come due grani d'incenso bruciati nel medesimo incensiere e che non esalano al cielo se non un unico profumo.
Indice |