Mezzi di perfezione |
493 - La conformità alla volontà di Dio ci santifica perché unisce la nostra volontà, e quindi pure le altre nostre facoltà, a Colui che è la fonte di ogni santità.
Essa ci purifica, ci riforma e ci conforma a Gesù Cristo.
494 1° Ci purifica perché Dio fin dall'antica legge fa spesso notare che è pronto a perdonare tutti i peccati e a rendere all'anima il fulgido candore della primitiva sua purità, ove ella cambi di cuore e di volontà.
Ora il conformare la propria volontà a quella di Dio è certamente un mutar di cuore, un cessare di far il male, un imparare a far il bene.
Nel Nuovo Testamento Nostro Signore dichiara, fin dal primo suo ingresso nel mondo, che con l'obbedienza sostituirà tutti i sacrifici dell'Antica legge.
Gesù ci redense con l'obbedienza spinta fino all'immolazione di sé nel corso di tutta la vita e principalmente sul Calvario:
« fatto obbediente fino alla morte, e morte di croce ».
Con l'obbedienza dunque e con l'accettazione delle prove provvidenziali, espieremo anche noi, in unione con Gesù i nostri peccati e ci purificheremo l'anima.
495 2° Ci riforma.
Ciò che ci deformò è l'amore disordinato del piacere, a cui cedemmo per malizia o per fragilità.
Ora la conformità alla volontà di Dio ci guarisce da questa doppia causa di ricadute.
a) Ci guarisce dalla malizia che nasce anch'essa dall'attacco alle creature e principalmente dall'attacco al proprio giudizio e alla propria volontà.
Conformando infatti la nostra volontà a quella di Dio, accettiamo i giudizi suoi come regola dei nostri, i suoi precetti e i suoi consigli come regola della nostra volontà;
ci distacchiamo quindi dalle creature e da noi stessi e dalla malizia che da questi attacchi derivano.
b) Rimedia alla nostra fragilità, fonte di tante miserie;
in cambio di appoggiarci su noi stessi che siamo fragili, con l'obbedienza ci appoggiamo su Dio che essendo onnipotente, ci fa partecipare alla sua forza e resistere alle più gravi tentazioni:
« Tutto posso in Colui che mi conforta ».
Quando noi facciamo la sua volontà, Dio ci compiace di fare la nostra esaudendo le nostre preghiere e reggendo la nostra debolezza.
Liberi così dalla malizia e dalla debolezza, cessiamo d'offendere deliberatamente Dio e veniamo a riformare a poco a poco la nostra vita.
496 3° E la rendiamo quindi conforme a quella di Nostro Signore Gesù Cristo.
a) La conformità più reale, più intima, più profonda, è quella che esiste tra due volontà.
Ora con la conformità alla volontà di Dio, noi assoggettiamo e uniamo la volontà nostra a quella di Gesù, il cui cibo era di fare la volontà del Padre;
come Lui e con Lui, noi non vogliamo se non ciò che vuole Dio e ciò nel corso dell'intero giorno:
abbiamo quindi fusione di due volontà in una sola;
non facciamo più che una cosa sola con Lui, ne abbracciamo i pensieri, i sentimenti, i voleri:
onde potremo presto ripetere le parole di S. Paolo:
Vivo non più io ma vive in me Gesù Cristo.
497 b) Assoggettando la volontà, assoggettiamo e uniamo a Dio tutte le altre nostre facoltà, che sono sotto il suo dominio e quindi l'anima intiera, che si viene a poco a poco conformando ai sentimenti, ai voleri, ai desideri di Nostro Signore;
onde gradatamente acquista tutte le virtù del divino Maestro.
Ciò che si dice della carità si può anche dire della conformità alla volontà di Dio che ne è la più autentica espressione;
contiene dunque, come la carità, al dire di S. Francesco di Sales, tutte le virtù.
L'abbandono è la virtù delle virtù;
è il fiore della carità;
l'odore o profumo dell'umiltà;
il merito della pazienza;
e il frutto della perseveranza.
Perciò Nostro Signore chiama coi dolci nomi di fratello, di sorella, di madre quelli che fanno la volontà del suo Padre.
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