Regole del governo individuale e collettivo dei Catechisti |
Dal "Sommario delle Regole" di S. Ignazio, par. n.9-10
Per progredire nella virtù e specialmente per abbassarsi e umiliarsi maggiormente ognuno deve essere contento che tutte le sue mancanze, le sue imperfezioni, i suoi difetti, conosciuti fuori della confessione, siano fatti conoscere ai Superiori.
Ognuno deve pure accettare che gli altri lo correggano dei suoi difetti ed essere disposto ad aiutare gli altri a correggersi;
siano tutti disposti a farsi conoscere i difetti reciprocamente gli uni gli altri, con amore e carità in vista del loro progresso spirituale, specialmente quando il Superiore alle cure del quale sono affidati l'ordinerà loro ovvero li interrogherà, per la maggior gloria di Dio.
Questa è un'abnegazione volontaria e un'eccellente pratica di umiltà e d'obbedienza:
d'obbedienza perché tale pratica è un segno del desiderio sincero che uno ha di essere perfettamente conosciuto dai Superiori ed essere diretto in tutto dai loro avvisi;
di umiltà perché tale virtù non può offrire sacrificio più eccellente di quello col quale si rinuncia alla propria reputazione e alla stima degli uomini specialmente di quelli dai quali si dipende.
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