Regole del governo individuale e collettivo dei Catechisti |
Dal "Sommario delle Regole" di S. Ignazio, par. n. 16
Tutti quelli che sono entrati nella Congregazione si diano alle cose spirituali e allo studio delle virtù sode e perfette, persuadendosi che queste sono di assai maggior conseguenza della scienza e degli altri doni di natura; ché i primi sono interiori ed è da essi che gli altri, che sono esteriori, devono trarre la loro efficacia in conformità al fine che ci siamo proposto.
Oltre alle tre virtù teologali che sono il fondamento di tutta la giustizia cristiana, e delle quattro virtù cardinali senza le quali non vi può essere onestà neppure naturale, si può contare tra le sode virtù l'umiltà, la pazienza, l'obbedienza e tutte le altre virtù che ci sono specialmente raccomandate nel S. Vangelo.
Tali virtù sono veramente sode quando si posseggono in grado elevato e che si praticano costantemente e con gioia.
Le cose spirituali sopra accennate sono i mezzi che lo Spirito Santo ci insegna e che ci dà per farci progredire nelle vie dello spirito, come la preghiera, l'orazione, le pratiche di pietà e di mortificazione e tutto ciò che può aver rapporto con dette cose.
Ecco ciò che noi dobbiamo cercare con tutte le nostre cure.
La maggior parte degli uomini trascura queste regole di prudenza, quelli stessi che si danno alla virtù, si applicano di preferenza alle virtù esteriori che sono viste dagli uomini e si danno poca cura per le virtù interiori che non sono viste che da Dio.
Si dice di apprezzare meno le doti e i mezzi esteriori, non trascurarli, e di convincersi che le doti esteriori traggono, nell'apostolato, la loro efficacia dalle virtù interiori, e che, senza queste, noi non arriveremo mai a procurare il nostro bene spirituale e quello del prossimo che è il fine della Congregazione.
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