Gesù Cristo rivelazione dell'uomo |
La dialettica di Pascal sulla condizione umana considerata come avventura individuale, rischia di non incidere più sulle mentalità contemporanee, per lo meno su quelle che sono impregnate dalla scienza e dall'entusiasmo che essa suscita; come anche su quelle nelle quali si desta il senso della condizione umana come avventura collettiva.
È qui che Teilhard dà il cambio a Pascal, che il fenomeno umano si presenta come il continuatore dei Pensieri.
Come Pascal, Teilhard ha sentito fin dall'infanzia, il bisogno della solidità, della consistenza ( rappresentata da un pezzo di metallo, di ferro in particolare ), il bisogno anche di una Pienezza, di un Assoluto.1
« Per lontano che io risalga nella mia infanzia, dice, nulla mi sembra più caratteristico ne più familiare, nel mio comportamento interiore, del gusto o bisogno irresistibile di un Unico Sufficiente e Unico Necessario ».2
Come Pascal, Teilhard sente un bisogno incoercibile di universalizzare.
Si interessa all'uomo, ma all'uomo come fenomeno e nella sua totalità; all'uomo ma inserito nell'universo e nella collettività umana, trascinato attraverso la durata infinita dei secoli, nel turbine dell'evoluzione.
Si interessa al mondo, nella sua integralità, includendo il naturale, il religioso, il cristiano, il soprannaturale.
La sua visione del mondo è unitaria, e questa unità è centrata su Cristo.
Teiihard è l'uomo della sintesi totale.
Secondo lui c'è Dio nell'universo; c'è l'universo in Dio; e c'è l'Uomo-Dio, Cristo, nell'universo che egli assume e ricapitola.
Rivivendo a sessant'anni di distanza la sua infanzia, Teilhard vi scopre un duplice senso innato: un senso cosmico e un senso eristica.
Questi due sensi sono cresciuti in lui prima paralleli e in apparenza indipendenti, poi riuniti fino a coincidere in Cristo, centro unico di convergenza universale.3
« Il pezzo di ferro dei primi giorni è da tempo dimenticato, ma al suo posto, sotto forma di Punto Omega, c'è la consistenza dell'universo, che tengo ora raccolta … in un solo Centro indistruttibile, che posso amare ».4
Teilhard ha finalmente trovato « un Dio in cui si raggiungono … Cristo e l'Evoluzione, il Personale e l'Universale, l'In-Alto e l'In-Avanti ».5
Cristo, centro unico di una convergenza universale, motore dell'energia unitiva di un mondo in evoluzione, garanzia trascendente dell'in-avanti dell'evoluzione, dinamismo unificante e armorizzante dell'universo: è questo carattere sintetico e dinamico della visione di Teilhard che abbiamo voluto esprimere col titolo di questo capitolo.
Indice |
1 | Univers, 1918, in Ecrits dutemps de la guerre, Grasset, Paris, 1965, p. 269. |
2 | Le Coeur de la madóre, 1950, Oeuvres 13, p. 23. Salvo indicazione contraria le citazioni si riferiscono ai testi delle Editions du Seuil, sotto il titolo generale: Oeuvres de Teiihard de Chardin in 13 volumi (trad. it. Il Saggiatore, Milano). Per ogni scritto di Teiihard indichiamo il titolo, l'anno, il volume delle Editions du Seuil, la pagina. |
3 | Le Coeur de la matière, 1950, Oeuvres 13, p. 51. |
4 | Ibid., p. 49. |
5 | Lettera a Pierre Leroy, 14 ottobre 1952, in P. LEROY, Lettres famières de Pierre Teiihard de Chardin, mon ami, Centurion, Venderne, 1976, p. 163. |