Gesù Cristo rivelazione dell'uomo |
La grande scoperta e la grande gioia di Teilhard è stata la graduale identificazione del punto Omega col Cristo della rivelazione.
Il grande avvenimento della mia vita, dice, sarà stata la graduale identificazione dei due soli: uno di questi astri essendo la vetta cosmica postulata da una evoluzione generalizzata, di tipo convergente, e l'altro essendo formato dal Cristo risuscitato della fede cristiana.
Teilhard non confonde scienza e rivelazione, ma, confrontando la sua visione del mondo tratta dall'evoluzione cosmica e organica, nella sua spinta ascensionale, con i dati della rivelazione sull'universo e sull'umanità, intuisce tra le due visioni una coerenza, un'armonia che lo meraviglia.
Uno stesso movimento sembra portarli all'incontro reciproco: movimento dal basso verso l'alto e dall'alto verso il basso.
Cambiando quindi di prospettiva, capovolgendola, e guardando il mondo dall'alto in basso, Teilhard parla ora da credente: si situa di colpo in regime di fede.
Alla luce della rivelazione, Omega si « cristifica ».
« Cristo possiede tutti gli attributi umani del Punto Omega ».130
« Cristo, hic et nunc, occupa per noi, in posizione e in funzione, il posto del Punto Omega ».131
« Sotto l'influenza illuminatrice della grazia, la nostra mente riconosce, nelle proprietà unitive del fenomeno cristiano, una manifestazione ( riflessione ) d'Omega sulla coscienza umana e identifica l'Omega della ragione con il Cristo universale della rivelazione ».132
La cosmogenesi e l'antropogenesi sono in vista della cristogenesi.
Capire l'evoluzione è capire la misteriosa figura di Cristo risuscitato come lo scopo e il punto di convergenza dell'evoluzione.
Ma allora noi passiamo dall'ipotesi filosofica al fatto storico, dall'analisi fenomenologica e filosofica al piano della fede e della cristologia.
Possiamo seguire, nell'opera di Teilhard, questa « cristificazione » progressiva della visione dell'evoluzione.
Ne Il fenomeno umano, 1940, Teilhard ammette esplicitamente che fu Cristo che gli ispirò il suo concetto del punto Omega: « Mai, senza dubbio, avrei osato considerarne o formularne razionalmente l'ipotesi se nella mia coscienza di credente, non avessi trovato, non soltanto il modello specifico, ma la realtà vivente ».133
Finché noi restiamo a livello di analisi scientifica o dell'interpretazione filosofica dell'evoluzione, il volto di Omega resta vago.
È la rivelazione che viene a rivelare la reale identità di Omega: si chiama Cristo. Allora, « al posto del vago focolaio di convergenza, richiesto come termine a questa evoluzione, appare e si istalla la Realtà personale e definita del Verbo incarnato in cui tutto prende consistenza.
La Vita per l'Uomo.
L'Uomo per Cristo.
Cristo per Dio ».134
Nel 1943, Teilhard descrive la coincidenza in Cristo dei due centri, cosmico e divino: « Cristo coincide … con ciò che ho chiamato qui sopra il Punto Omega … si girino e rigirino le cose come si vuole, l'Universo non può avere due teste, non può essere bicefalo.
Di conseguenza, per soprannaturale che sia infine l'operazione sintetizzante rivendicata dal dogma per il Verbo incarnato, questa non potrebbe esercitarsi in divergenza della convergenza naturale del mondo, come noi l'abbiamo qui sopra definita.
Centro universale cristico, fissato dalla teologia, e Centro universale cosmico, postulato dall'antropogenesi, i due focolai in fin dei conti coincidono ( o per lo meno si sovrappongono ) necessariamente nell'ambiente storico, in cui ci troviamo posti.
Cristo non sarebbe il solo Motore, il solo Sbocco dell'Universo, se l'Universo potesse, in un modo qualsiasi, unificarsi, anche a un grado interiore, al di fuori di lui.
Ancor più Cristo si sarebbe trovato apparentemente nella incapacità fisica di accentrare in lui stesso, soprannaturalmente, l'Universo, se questo non avesse offerto all'Incarnazione un punto privilegiato in cui tutte le fibre cosmiche per struttura naturale tendono a ricongiungersi.
È quindi verso Cristo, di fatto, che si volgono i nostri occhi quando, a qualsiasi grado di approssimazione, guardiamo in avanti verso un Polo superiore d'umanizzazione e di personalizzazione ».135
Infine nel 1955, ne Il Cristico, Teilhard dice: se noi accettiamo « l'evidenza che il Cristo della Rivelazione non è altro che l'Omega dell'Evoluzione … uno sbocco comincia a intravedersi positivamente in cima all'avvenire.
In un mondo certamente aperto al suo vertice in Cristo Jesu, noi non rischiamo più di morire soffocati ».136
Per Teilhard questa identificazione del Cristo e di Omega, questa coerenza, questa armonia tra una religione di tipo cristico e una evoluzione di tipo convergente, trovano il loro appoggio e il loro fondamento nella cristologia stessa di S. Paolo e di S. Giovanni.
« Se il mondo è convergente e se Cristo ne occupa il Centro, allora la cristologia di S. Paolo e di S. Giovanni non è altra cosa, ne niente di meno che il prolungamento insieme atteso e insperato della Noogenesi, nella quale, per nostra esperienza, culmina la cosmonegesi ».137
In considerazione della sua divinità e della sua unione ipostatica, il Cristo storico, Verbo incarnato, è il centro della cosmogenesi e la cima del cono evolutivo.
Cristo è identicamente il punto Omega.
San Paolo dice: « Tutto sussiste in lui » ( Col 1,17 ), « Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza » ( Col 1,19 ).
Il cosmo tutto intero, come un solo blocco è sostenuto dalla potente energia del Verbo incarnato.
Attraverso l'incarnazione, che è la kénosi di Dio nella materia, Cristo è diventato solidale di tutto il cosmo: spazio e tempo; attraverso la redenzione, attraverso la sua risurrezione, la sua eucaristia, prosegue la sua opera di unificazione di tutti gli uomini e di ricapitolazione in lui dell'umanità e dell'universo intero.
L'azione di Cristo si estende a tutti; è veramente il Cristo universale.
Nel 1934, in Come io credo, Teilhard propone così gli articoli del suo credo: « Io credo che l'Universo è una Evoluzione.
Io credo che l'Evoluzione va verso lo Spirito.
Io penso che lo Spirito, nell'uomo, si completa nel Personale.
Io credo che il Personale supremo è Cristo universale ».138
L'essenza del cristianesimo si riconduce al Dio super-personale che si aggrega, senza confonderli, in Gesù Cristo e per Gesù Cristo, tutto il creato cosmico e tutto il creato personale.
Cristo è il centro di unificazione di una convergenza universale, il Motore dell'energia unitiva di un mondo evolutivo.
Grazie al Verbo incarnato, costruendo l'in-avanti, abbiamo la garanzia della trascendenza dell'in-alto.
Per Teilhard, questa visione del Cristo Omega, centro cosmico e divino insieme, è di grave conseguenza: ecclesiale e spirituale.
Amando Cristo-Omega, noi amiamo l'evoluzione fino in fondo.
In regime cristiano le due attrazioni fondamentali ( teocentrismo e antropocentrismo ) che finora separavano il cielo dalla terra, isolavano cristiani e scienziati, Chiesa e scienza, si riconciliano infine e coincidono in Cristo e nel cristianesimo.139
Di fatto « nessuna Fede religiosa sviluppa … un sì alto ardore, un più intenso dinamismo dell'unificazione che il Cristianesimo ».140
Indice |
130 | Super-Humanité, Super-Christ, Super-Charité, 1943, Oeuvres 9, p. 209. |
131 | Ibid., p. 210. |
132 | Ma position infelicetuelle, 1948, Oeuvres 13, p. 174. |
133 | Le Phénomène humain, 1940, Oeuvres 1, p. 328. |
134 | Hérédité sociale, 1938, Oeuvres 5, p. 51. |
135 | Super-Humanité, Super-Chrìst, Super-Charité, 1943, Oeuvres 9, pp. 209-210. |
136 | Le Christique, 1955, Oeuvres 13, p. 106. |
137 | Le Phénomène humain, 1940, Oeuvres 1, p. 331. |
138 | Comment je crois, 1934, Oeuvres 10, p. 117. |
139 | Christianisme et Évolution, 1945, Oeuvres 10, p. 200. |
140 | Le Christique, 1955, Oeuvres 13, p. 104. |