Gesù Cristo rivelazione dell'uomo |
Per capire gli uomini e le loro opere è necessario situarli nella storia.
Non è evidentemente qui che possiamo scrivere la storia del XVII, del XIX e del XX secolo.
Ricordiamo soltanto qualche fatto importante.
Pascal ( 1623-1662 ) scrive quando Keplero ( 1571-1630 ), Galileo ( 1564-1642 ) e Newton ( 1642-1727 ) aprono alla scienza spazi inimmaginabili.
L'uomo comune del XVII secolo, tuttavia, non ha ancora una coscienza molto aperta all'infinito temporale, ne soprattutto al carattere « evolutivo » della realtà cosmica e umana.
Gli uomini dell'epoca vivono in strutture sociali ristrette: più a livello di nazioni.
Non si è ancora finito di fare l'inventario del nostro pianeta.
La visione del mondo è più statica che evolutiva.
Al contrario, quando Teilhard scrive, Lamark e Darwin hanno scoperto sul passato e sull'evoluzione delle forme viventi prospettive indefinite.
La coscienza dell'umanità come collettività, come specie che pensa e agisce, rappresenta un fenomeno recente.
L'umanità nuova non accetta più, come al tempo di Pascal, stati di fatto nella società, senza pensare di cambiarli, fosse necessario anche con la forza: per esempio le ingiustizie che riguardano i popoli e le classi sociali, l'ineguaglianza delle condizioni della donna ecc.
La coscienza dell'homo faber, capace di trasformare l'universo, si è prodigiosamente sviluppata.
Il modo di pensare è cambiato.
In breve, dal XVII al XX secolo, il ritmo della storia è caratterizzato da una formi-dabile accelerazione.
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