Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se la predestinazione risieda nei predestinati

In 1 Sent., d. 40, q. 1, a. 1

Pare che la predestinazione risieda nei predestinati.

Infatti:

1. L'attività [ di un agente ] implica la passività [ di un paziente ].

Se dunque la predestinazione in Dio è all'attivo, bisogna che si trovi al passivo nei predestinati.

2. Origene [ In Rm ], commentando le parole di S. Paolo [ Rm 1,4 ]: « Che è stato predestinato », ecc., dice: « La predestinazione riguarda un soggetto inesistente, mentre la destinazione un soggetto esistente ».

Ma [ giustamente ] osserva S. Agostino [ De praedest. sanct. 14.26 ]: « Che cosa è la predestinazione se non la destinazione di qualcuno? ».

Quindi la predestinazione riguarda soltanto soggetti esistenti.

E così presuppone qualcosa nel predestinato.

3. La preparazione è qualcosa nel soggetto che viene preparato.

Ma la predestinazione, secondo S. Agostino [ De praedest. sanct. 14.26 ], è « la preparazione dei benefici di Dio ».

Quindi la predestinazione è qualcosa nei predestinati.

4. Ciò che è temporale non entra nella definizione dell'eterno.

Ma la grazia, che è qualcosa di temporale, è posta nella definizione della predestinazione, poiché sta scritto che la predestinazione « è la preparazione della grazia nel presente e della gloria nel futuro ».

Quindi la predestinazione non è qualcosa di eterno.

E così non può essere in Dio, ma nei predestinati, poiché tutto ciò che è in Dio è eterno.

In contrario:

S. Agostino [ De praedest. sanct. 14.26 ] dice che la predestinazione è « la prescienza dei benefici di Dio ».

Ora, la prescienza non è nelle cose conosciute, ma in colui che conosce.

Quindi neppure la predestinazione è nei predestinati, ma in colui che predestina.

Dimostrazione:

La predestinazione non si trova nei predestinati, ma solo in colui che predestina.

Si è detto infatti [ a. prec. ] che la predestinazione è una parte della provvidenza.

Ora, la provvidenza non risiede nelle cose ad essa soggette, ma è un piano che si trova nella mente di colui che provvede, come si è visto [ q. 22, a. 1 ].

L'esecuzione della provvidenza invece, che è detta governo, presa in senso passivo si trova nelle cose governate e presa in senso attivo si trova in colui che governa.

È chiaro dunque che la predestinazione è [ soltanto ] il disegno concepito dalla mente divina che mira a indirizzare alcuni alla salvezza eterna.

L'esecuzione invece di questo disegno si trova al passivo nei predestinati e all'attivo in Dio.

E tale esecuzione della predestinazione si ha nella vocazione e nella glorificazione, secondo le parole dell'Apostolo [ Rm 8,30 ]: « Quelli che ha predestinati, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati, li ha anche glorificati ».

Analisi delle obiezioni:

1. Le azioni materiali e transitive implicano di per sé la passività, come riscaldare e segare; non così invece le azioni [ immanenti ] che restano nell'operante, come l'intendere e il volere, come già si è detto [ q. 14, a. 2; q. 18, a. 3, ad 1 ].

Ma la predestinazione è una di tali azioni.

Quindi essa non risiede nei predestinati.

Tuttavia la sua esecuzione, che si riversa sulle creature, pone in esse un qualche effetto.

2. Destinazione talora significa il trasferimento concreto di un soggetto verso un termine, e in questo caso la destinazione non riguarda se non ciò che esiste.

Altre volte invece la parola destinazione viene presa per indicare il trasferimento ideato dalla mente, come quando si dice che noi destiniamo ciò che con la mente fermamente proponiamo.

E in questo secondo senso si legge [ 2 Mac 6,20Vg ] che « Eleazaro destinò [ cioè risolvette ] di non ammettere mai cose illecite per amore della vita ».

E così la destinazione può riguardare ciò che non esiste.

Tuttavia la predestinazione, in ragione dell'anteriorità che implica, può [ sempre ] riguardare ciò che non esiste, in qualsiasi senso venga presa la parola destinazione.

3. Vi è una duplice preparazione.

L'una del paziente per ricevere l'azione, e tale preparazione si trova in ciò che è preparato.

L'altra è la preparazione dell'agente, perché possa agire: e questa è nell'agente.

Ora, la predestinazione è una preparazione di questa seconda specie, nel senso che si dice che un agente di natura intellettuale si prepara ad agire in quanto preconcepisce l'opera che deve essere compiuta.

E in questo senso Dio preparò da tutta l'eternità predestinando, cioè concependo il disegno di indirizzare alcuni alla salvezza.

4. La grazia non entra nella definizione della predestinazione nel senso che ne sia un elemento essenziale, ma in quanto la predestinazione comporta una relazione alla grazia come della causa all'effetto e dell'atto all'oggetto.

Quindi non ne segue che la predestinazione sia qualcosa di temporale.

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