Summa Teologica - I |
In 1 Sent., d. 26, q. 2, a. 2; De Pot., q. 2, aa. 5, 6
Pare che le relazioni esistenti in Dio non si distinguano realmente fra di loro.
1. Più cose identiche a una medesima sono identiche tra loro.
Ma ogni relazione esistente in Dio si identifica realmente con la sostanza divina.
Quindi tali relazioni non si distinguono realmente fra di loro.
2. Come la paternità e la filiazione si distinguono dall'essenza divina solo per il proprio concetto espresso dai nomi, così anche si distinguono la bontà e la potenza.
Ma la bontà e la potenza in Dio non sono realmente distinte per questa distinzione concettuale.
Quindi neppure la paternità e la filiazione sono distinte.
3. In Dio non c'è distinzione reale se non per l'origine.
Ma una relazione non scaturisce dall'altra.
Quindi le relazioni non sono distinte realmente fra di loro.
Dice Boezio [ De Trin. 6 ]: « In Dio la sostanza mantiene l'unità, mentre la relazione moltiplica la trinità ».
Se dunque le relazioni non si distinguono realmente, in Dio non si avrà una trinità reale, ma solo di ragione; e questo è l'errore di Sabellio.
Per ciò stesso che a un soggetto si attribuisce qualcosa, gli si deve attribuire anche tutto ciò che è incluso nel concetto di tale cosa: come a chiunque si attribuisce l'umanità si deve attribuire anche la razionalità.
Ora, nel concetto di relazione è incluso il rapporto di una cosa a un'altra opposta in modo relativo.
Poiché dunque in Dio vi sono delle relazioni reali, come si è detto [ a. 1 ], ci deve anche essere un'opposizione reale.
E tale opposizione include nel suo concetto la distinzione.
Quindi in Dio ci deve essere una distinzione reale, non già in quanto vi è in lui di assoluto, cioè nell'essenza, che è somma unità e semplicità, ma in ciò che è relativo.
1. L'assioma aristotelico [ Phys. 3,3 ]: « se due cose sono identiche a una terza sono identiche anche fra di loro », vale per quelle cose che sono identiche tanto nella realtà quanto nel concetto, come p. es. abito e vestito; non vale invece per quelle che sono diverse nel concetto.
Per cui il Filosofo dice nello stesso luogo che, sebbene l'azione si identifichi col moto, e così pure la passione, non ne segue però che l'azione sia identica alla passione: perché nell'azione è incluso il riferimento del moto al principio da cui proviene, mentre nella passione è incluso [ il riferimento ] al soggetto nel quale il moto è ricevuto.
E allo stesso modo, sebbene la paternità sia realmente identica all'essenza divina, e così pure la filiazione, tuttavia queste due cose nei loro concetti includono rapporti opposti.
Quindi sono distinte l'una dall'altra.
2. La potenza e la bontà non includono nel loro concetto alcuna opposizione: perciò il paragone non regge.
3. Sebbene, propriamente parlando, le relazioni non nascano o procedano l'una dall'altra, tuttavia sorgono dai termini opposti della processione di una cosa da un'altra.
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