Summa Teologica - I

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Articolo 6 - Se gli angeli abbiano ricevuto la grazia e la gloria in proporzione alle loro doti naturali

In 1 Sent., d. 17, q. 1, a. 3, ad 4; In 2 Sent., d. 3, expos. p. p. text.; In 4 Sent., d. 4, q. 2, a. 3, sol. 3, ad 1; In Matth., c. 25

Pare che gli angeli non abbiano ricevuto la grazia e la gloria in proporzione alle loro doti naturali.

Infatti:

1. La grazia viene elargita per pura volontà di Dio.

Quindi anche la quantità della grazia dipende dalla volontà di Dio, e non dal grado delle doti naturali.

2. L'atto umano è più vicino alla grazia che la natura, poiché l'atto umano prepara alla grazia.

Eppure la grazia non proviene « dalle opere », come dice S. Paolo [ Rm 11,6 ].

Quindi a più forte ragione la grazia negli angeli non può dipendere dal grado delle loro doti naturali.

3. L'uomo e l'angelo sono ordinati alla beatitudine e alla grazia nella stessa maniera.

Ma all'uomo non viene conferita una grazia maggiore [ o minore ] in proporzione del grado delle sue perfezioni naturali.

Quindi neppure all'angelo.

In contrario:

Dice il Maestro delle Sentenze [ 2,3 ]: « Gli angeli che ricevettero nella creazione una natura più nobile e una sapienza più perspicace furono anche arricchiti di maggiori doni di grazia ».

Dimostrazione:

È cosa ragionevole [ pensare ] che agli angeli siano stati elargiti i doni di grazia e la perfezione della beatitudine in proporzione alle loro doti naturali.

E possiamo servirci di due argomenti per dimostrarlo.

Primo, partendo da Dio il quale, per una disposizione della sua sapienza, stabilì diverse gerarchie nella natura angelica.

Ora, come la natura angelica fu creata da Dio perché conseguisse la grazia e la gloria, così pare evidente che i vari gradi della natura angelica siano ordinati ai diversi gradi della grazia e della gloria.

Come farebbe per es. un muratore che prepara le pietre destinate alla costruzione di una casa: dal fatto stesso che egli dà ad alcune pietre una forma più bella ed elegante si capisce che egli le ha destinate alle parti più nobili della casa.

Così dunque gli angeli dotati da Dio di una natura più perfetta furono anche deputati da lui a ricevere maggiori doni di grazia e una più grande beatitudine.

Secondo, si arriva alla stessa conclusione anche partendo dall'angelo.

L'angelo infatti non è composto di nature diverse, cosicché l'inclinazione dell'una possa impedire o ritardare l'impulso dell'altra - come invece accade nell'uomo, in cui i movimenti della parte intellettiva vengono ritardati o impediti dalla parte sensibile -.

Ora la natura, quando non vi sia nulla che la trattenga o la ostacoli, si muove con tutta la sua virtù.

È quindi ragionevole pensare che gli angeli che ebbero una natura più perfetta si siano rivolti a Dio con maggiore forza ed efficacia.

Ciò del resto avviene anche tra gli uomini, ai quali viene concessa una grazia maggiore [ o minore ] secondo l'intensità del loro volgersi a Dio.

Quindi gli angeli dotati di una natura più perfetta devono aver ricevuto un grado maggiore di grazia e di gloria.

Analisi delle obiezioni:

1. Come la grazia dipende dalla pura volontà di Dio, così anche la natura dell'angelo.

E come la volontà di Dio preordinò la natura alla grazia, così pure preordinò i gradi della natura ai vari gradi della grazia.

2. Gli atti della creatura razionale dipendono da questa; invece la natura dipende immediatamente da Dio.

Quindi è più giusto pensare che la grazia, piuttosto che secondo le opere, sia stata concessa secondo i gradi della natura.

3. Altra è la diversità delle doti naturali negli angeli, i quali si differenziano tra loro specificamente, e altra è la diversità tra gli uomini, i quali si distinguono solo numericamente.

Infatti la differenza di specie è in vista del fine, mentre la differenza numerica proviene dalla materia.

- Inoltre nell'uomo c'è qualcosa che può ritardare o impedire il moto della natura intellettiva; non così invece negli angeli.

- Quindi l'argomento non vale ugualmente per le due nature.

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