Summa Teologica - I |
Supra, q. 45, a. 5; In 2 Sent., d. 1, q. 1, aa. 3, 4; In 4 Sent., d. 5, q. 1, a. 3, sol. 3, ad 3; De Pot., q. 3, ad 9, 12; Opusc. 15, De Angelis, c. 10
Pare che le creature materiali siano state create da Dio per mezzo degli angeli.
1. Come gli esseri sono regolati dalla sapienza divina, così sono stati fatti dalla medesima sapienza, secondo le parole del Salmo [ Sal 104,2 ]: « Tutto hai fatto con sapienza ».
Ora, è ufficio proprio del sapiente mettere ordine, come dice Aristotele [ Met. 1,2 ].
Quindi, nel governo delle realtà create, le inferiori sono rette dalle superiori con un certo ordine, come dice S. Agostino [ De Trin. 3,4 ].
Di conseguenza vi fu anche nella loro produzione un ordinamento tale per cui i corpi, essendo inferiori, vennero prodotti dagli spiriti, come da esseri superiori.
2. La diversità degli effetti svela la diversità delle cause, poiché una stessa cosa produce sempre effetti identici.
Se dunque tutte le creature, sia spirituali che materiali, fossero state prodotte immediatamente da Dio, non vi sarebbe diversità di sorta fra di esse, né l'una sarebbe più distante dell'altra da Dio.
Ma ciò è falso, poiché il Filosofo [ De Gen. et corr. 2,10 ] insegna che certi esseri sono corruttibili « a causa della loro grande distanza da Dio ».
3. Per produrre un effetto finito non si richiede una potenza infinita.
Ma ogni corpo è finito.
Poté dunque essere prodotto dalla potenza limitata di uno spirito.
E di fatto avvenne così, poiché in tali creature l'essere non differisce dal potere, specialmente se consideriamo che a nessuno viene negata una dignità dovutagli per natura se non c'è di mezzo una colpa.
Leggiamo nella Genesi [ Gen 1,1 ]: « In principio Dio creò il cielo e la terra »: parole che si riferiscono al mondo dei corpi.
Quindi esso è stato prodotto immediatamente da Dio.
Alcuni supposero che le creature siano derivate gradatamente da Dio in questa maniera: la prima creatura venne immediatamente da lui, questa poi ne produsse un'altra e via di seguito fino alla creatura materiale.
- Ma questa idea non è sostenibile, dato che la prima produzione dell'essere materiale deve avvenire mediante la creazione, che [ sola ] può dare origine anche alla materia: infatti nel processo evolutivo degli esseri l'imperfetto precede il perfetto.
Ora, è impossibile che un ente qualsiasi venga creato se non da Dio solo.
Per ben comprendere questo punto si deve considerare che quanto più una causa è elevata, tanto maggiore è il campo a cui si estende la sua attività.
D'altra parte noi riscontriamo che ciò che sta più a fondo nell'essenza delle cose è più comune di ciò che dà loro la forma e le rende meno universali: come l'essere è più universale del vivere, il vivere dell'intendere e la materia della forma.
Quindi, quanto più una realtà si trova in un piano inferiore nella natura di una cosa, tanto più direttamente procede da una causa superiore.
Allora quel sostrato primordiale che si trova in tutte le cose dovrà essere collegato, in senso stretto, alla causalità della suprema tra le cause.
Quindi nessuna causa seconda potrà mai produrre un qualsivoglia effetto senza presupporre qualcosa che derivi dalla causa superiore.
- Ora, la creazione è la produzione di un essere in tutta la sua sostanza, senza presupporre una qualche entità, sia increata, sia creata da altri.
Rimane quindi che nessuno può creare all'infuori di Dio, il quale è la causa prima.
Per tale ragione, volendo Mosè mostrare che tutti i corpi furono creati immediatamente da Dio, disse: « In principio Dio creò il cielo e la terra ».
1. Nella produzione delle creature vi è un certo ordine non nel senso che una sia creata dall'altra, essendo ciò impossibile, ma in quanto la sapienza divina ha stabilito gradi diversi nelle creature.
2. Già vedemmo [ q. 15, a. 2 ] come Dio, sebbene sia uno in se stesso, conosca tuttavia oggetti diversi, senza danno della sua semplicità.
Ora, in dipendenza da questa diversificazione della sua conoscenza, egli è pure causa di esseri diversi mediante la sua sapienza: come anche l'artefice, ideando modelli diversi, produce opere diverse.
3. Il grado di una potenza attiva non si misura solo dall'effetto prodotto, ma anche dal modo di operare, poiché un effetto identico viene prodotto in maniera diversa da due potenze che siano una maggiore e l'altra minore.
Ora, [ solo ] una potenza infinita ha la proprietà esclusiva di produrre, senza presupposti di sorta, un effetto finito.
Il che dunque non potrà competere ad alcuna creatura.
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